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Il monito di Papa Francesco: "Servono politiche capaci di alleare giovani e anziani"

Il messaggio per una nuova cultura sociale nella Giornata mondiale dei nonni e forte appello per migranti dell’Africa, per il clima e la pace

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
Papa Francesco
Papa Francesco (Foto Ansa)

Anziani, clima, immigrati, guerra in Ucraina: papa Francesco nella terza giornata mondiale dei nonni è riuscito a metterli insieme quali emergenze per cui adoperarsi con politiche diverse e più appropriate. E lo ha fatto con una intensa omelia nella basilica di san Pietro affollata di nonni e nonne e poi all’Angelus, dove si è affacciato alla finestra con a fianco una nonna e un giovane nipote, ribadendo la necessità di un’alleanza tra giovani e anziani per un mondo migliore dell’attuale. Non è utopia ma realismo – secondo il papa - pensare a promuovere finalmente una politica capace di realizzare un’alleanza tra giovani e anziani che guarisca le città dell’uomo dal male della solitudine. La chiave di riuscita per questa rinnovata umanità sta, secondo Francesco, nel far crescere giovani e anziani in quell’arte che è «la mistica di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di prenderci in braccio», e di «uscire da sé stessi per unirsi agli altri».

La parabola del grano

E’ un altro modo di proporre un programma ispirato dalla cultura del Vangelo che racchiude la chiave segreta di riuscita: in un mondo dove bene e male – buon grano e zizzania - sono intrecciati, ciascuno deve apprendere la lezione della pazienza. Un messaggio impegnativo quello di Francesco. Nell’omelia dedicata a spiegare la parabola del grano e della zizzania il papa propone una lettura realistica della storia umana e della vita di ognuno. “C’è una compresenza di luci e ombre, di amore ed egoismo. Anzi, il bene e il male sono intrecciati al punto da sembrare inseparabili. Questo approccio realistico ci aiuta a guardare la storia senza ideologie, senza ottimismi sterili e pessimismi nocivi. Il cristiano, animato dalla speranza di Dio, non è un pessimista, ma nemmeno un ingenuo che vive nel mondo delle favole, che fa finta di non vedere il male e dice che “va tutto bene”. No, il cristiano è realista: sa che nel mondo ci sono grano e zizzania, e si guarda dentro riconoscendo che il male non viene solo “da fuori”, che non è sempre colpa degli altri, che non bisogna “inventare” dei nemici da combattere per evitare di fare luce dentro sé stessi”. Questo mescolare “sconfigge gli individualismi e gli egoismi, e ci aiuta a generare un mondo più umano e fraterno.

"Non emarginare gli anziani"

Così oggi la Parola di Dio è un richiamo a vigilare perché nelle nostre vite e nelle nostre famiglie non emarginiamo i più anziani. Stiamo attenti che le nostre città affollate non diventino dei “concentrati di solitudine”; non succeda che la politica, chiamata a provvedere ai bisogni dei più fragili, si dimentichi proprio degli anziani, lasciando che il mercato li releghi a “scarti improduttivi”. Non accada che, a furia di inseguire a tutta velocità i miti dell’efficienza e della prestazione, diventiamo incapaci di rallentare per accompagnare chi fatica a tenere il passo. Per favore, mescoliamoci, cresciamo insieme”. Un mescolarsi che, alzando lo sguardo, Francesco ha definito altre volte con parole simili. Fraternità anzitutto, da lui posta a barriera di un mondo sempre più lacerato da emergenze epocali: guerre, clima, immigrazioni. Tema ripreso con alcuni veri e propri appelli nel dopo Angelus odierno. Particolarmente intenso e appassionato il richiamo della condizione tremenda degli immigrati nell’Africa settentrionale.

La situazione disumana dei migranti in Tunisia e Libia

“Desidero – ha detto Francesco dalla finestra del Palazzo Apostolico - attirare l’attenzione sul dramma che continua a consumarsi per i migranti nella parte settentrionale dell’Africa. Migliaia di essi, tra indicibili sofferenze, da settimane sono intrappolati e abbandonati in aree desertiche. Rivolgo il mio appello, in particolare ai capi di Stato e di Governo europei e africani, affinché si presti urgente soccorso e assistenza a questi fratelli e sorelle. Il Mediterraneo non sia mai più teatro di morte e di disumanità. Il Signore illumini le menti e i cuori di tutti, suscitando sentimenti di fraternità, solidarietà e accoglienza”. Un appello alla vigilia del summit con l’Europa di capi di Stati e di Governi sulle sponde del Mediterraneo. Maturato tuttavia a seguito dell’incontro del papa lo scorso venerdì con una delegazione della Ong Mediterranea Saving Humans, fondata da Luca Casarini, ricevuta a Santa Marta, presente anche Bentolo, giovane profugo del Camerun, prigioniero dei lager libici dove- riferisce Vatican News - ha portato conforto ai compagni in fin di vita facendoli pregare con un telefonino recuperato di nascosto con il cappellano della Ong don Mattia Ferrari. “Bentolo – riferisce il sacerdote - ha realizzato un sogno, incontrando il Papa che lo ha ascoltato e abbracciato”. Il cappellano riferisce poi che durante l’udienza con il Papa si è parlato anche della “situazione disumana” che stanno vivendo molti altri migranti in Tunisia e Libia. Un dramma rappresentato dalla fotografia, circolata sul web, di una donna con la figlia di 5 anni a fianco, morte nel deserto per fame, caldo e sete

L'appello del Papa per il clima

 Accorato anche l’appello odierno del papa sugli eventi climatici estremi che si stanno sperimentando in molti Paesi. “Da una parte – ricorda Francesco - varie regioni sono interessate da ondate anomale di caldo e colpite da devastanti incendi; dall’altra, in non pochi luoghi vi sono nubifragi e inondazioni, come quelle che hanno flagellato nei giorni scorsi la Corea del Sud: sono vicino a quanti soffrono e a coloro che stanno assistendo le vittime e gli sfollati. E, per favore, rinnovo il mio appello ai responsabili delle Nazioni, perché si faccia qualcosa di più concreto per limitare le emissioni inquinanti: è una sfida urgente e non si può rimandare, riguarda tutti. Proteggiamo la nostra casa comune!”. Infine la guerra con l’immancabile richiamo all’Ucraina: “E continuiamo a pregare per la pace, in modo speciale per la cara Ucraina, che continua a subire morte e distruzione, come purtroppo è accaduto anche questa notte a Odessa”. In questo quadro mondiale sofferente, Francesco propone un cambio di mentalità nei rapporti giovani e anziani, inizio di una nuova umanità capace di fronteggiare emergenze distruttive.

Le considerazioni dopo l'Angelus

“Oggi, - ha perciò ribadito introducendo le sue considerazioni nel dopo Angelus - mentre molti giovani si apprestano a partire per la Giornata Mondiale della Gioventù, si celebra la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. Per questo sono accanto a me un giovane e una nonna: il nipote e la nonna. Un applauso ad ambedue! La vicinanza tra le due Giornate sia d’invito a promuovere un’alleanza tra le generazioni, di cui c’è tanto bisogno, perché il futuro si costruisce insieme, nella condivisione di esperienze e nella cura reciproca tra i giovani e gli anziani. Non dimentichiamoci di loro. E facciamo un applauso a tutti i nonni e a tutte le nonne! Forte!”. Di recente Francesco era tornato sul tema in un messaggio. “A voi giovani, che vi state preparando a partire per Lisbona o che vivrete la Giornata mondiale della gioventù nei vostri luoghi, - ripeteva il papa - vorrei dire: prima di mettervi in viaggio andate a trovare i vostri nonni, fate una visita a un anziano solo! La sua preghiera vi proteggerà e porterete nel cuore la benedizione di quell’incontro. A voi anziani chiedo di accompagnare con la preghiera i giovani che stanno per celebrare la Gmg. Quei ragazzi sono la risposta di Dio alle vostre richieste, il frutto di quel che avete seminato”.

 

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
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