Ancora paura per il Papa: due episodi di insufficienza respiratoria acuta
Secondo il Bollettino medico serale il Santo Padre è sempre rimasto vigile, orientato e collaborante. La prognosi rimane riservata

"Nella giornata odierna, il Santo Padre ha presentato due episodi di insufficienza respiratoria acuta, causati da importante accumulo di muco endobronchiale e conseguente broncospasmo". Così il Bollettino medico serale che continua:"Sono pertanto state eseguite due broncoscopie con necessità di aspirazione di abbondanti secrezioni. Nel pomeriggio è stata ripresa la ventilazione meccanica non invasiva. Il Santo Padre è sempre rimasto vigile, orientato e collaborante. La prognosi rimane riservata".
"Il Papa ha riposato bene tutta la notte"
Il Papa, al suo diciottesimo giorno di ricovero al Policlinico Gemelli, stamattina "si è svegliato, ha fatto colazione e ha cominciato le terapie della giornata", riferiscono fonti vaticane. Secondo le stesse fonti, il fatto che stanotte il Pontefice abbia "riposato bene" fa pensare che, come avvenuto già ieri, non sia sottoposto a ventilazione meccanica, e che la somministrazione di ossigeno avvenga tramite le cannule nasali. Per quanto riguarda la polmonite bilaterale, "la situazione è stabile", seguendo quella che era stata descritta nei giorni scorsi come "un'evoluzione naturale per una persona sottoposta alla terapia".
Ieri la sala stampa vaticana aveva reso noto che "le condizioni cliniche del Santo Padre si sono mantenute stabili". Il Papa non ha necessitato di ventilazione meccanica non invasiva, ma unicamente di ossigenoterapia ad alti flussi; è apiretico. In considerazione della complessità del quadro clinico, la prognosi rimane riservata". Lo aveva fatto sapere il Vaticano nell'ultimo bollettino medico, serale, di domenica 2 marzo sulle condizioni di salute di Papa Francesco ricoverato al Gemelli di Roma.
Dopo la crisi da broncospasmo che Bergoglio ha avuto venerdì nel primo pomeriggio, a quanto si apprende da fonti vaticane non ci sarebbero state ulteriori conseguenze dirette. I medici si erano riservati 24/48 ore per capire se ci fosse stato un peggioramento dopo la nuova crisi di venerdì; definendo il quadro clinico "stabile" escluderebbero quindi conseguenze dirette. Uno dei segnali, l'assenza di leucocitosi. La prognosi comunque resta riservata perché permane il rischio che si possano verificare nuove criticità.