Il Papa, le voci morbose sui suoi problemi di salute e la proposta: "A digiuno dal pettegolezzo"
Ma nella recita del’Angelus non ha spiegato a quali maldicenze alludesse. Un appello per le 317 ragazze rapite in Nigeria e per i bambini sofferenti per le malattie rare
“Vi consiglio un digiuno, un digiuno che non vi darà fame: digiunare dai pettegolezzi e dalle maldicenze. È un modo speciale. In questa Quaresima non sparlerò degli altri, non farò chiacchiere... E questo possiamo farlo tutti, tutti. È un bel digiuno, questo”. Un consiglio di papa Francesco a conclusione dell’Angelus da Piazza san Pietro che ha movimentato un poco quest’ultima recita prima del viaggi apostolico in calendario dal 5 all’8 di marzo. Domenica prossima la recita dell’Angelus sarà diffusa dall’Iraq, terra di antichissime memorie bibliche, culla - in quanto patria di Abramo, considerato padre comune - delle tre religioni: cristiana, ebraica, musulmana. L’Iraq terra di sanguinose guerre negli ultimi quarant’anni è uno snodo centrale per la pace da tutti invocata, ma finora risultata impossibile nel Medio Oriente.
Ma lo scandalo finanziario incombe
Francesco non ha specificato a quali pettegolezzi e maldicenze si riferisse. Ci si deve contentare di ipotesi, senza cadere in chiacchiere, immaginando scenari senza conferme. “Processo vaticano” titola l’Espresso in edicola a proposito dello scandalo finanziario che ha coinvolto finora l’eminente figura del cardinale Angelo Becciu e, secondo il settimanale, ormai prossimo alla chiusura delle indagini. In particolare l’articolo parla di “molteplici pressioni” sul papa “da interlocutori interni ed esterni alla Curia nel corso delle settimane” per il perdono a Becciu che “si avvia ad andare a processo con molteplici capi di imputazione”. Ma l’indicazione del papa non è nuova: più volte ha esortato la stessa Curia a evitare il “chiacchiericcio” e ha invitato i cattolici e tutte le persone a superare lo stile salottiero del gossip. Avendo molto a cuore il suo imminente viaggio, proprio a motivo della sua delicatezza per gli equilibri internazionali, avrebbe senso in proposito l’invito a una informazione accurata.
La salute del Papa e l'amputazione di una parte del polmone
In questi giorni è salito all’onore delle cronache un volume sulla salute dei papi scritto dal giornalista e medico argentino Nelson Castro. Nel libro appare un’intervista a Francesco rilasciata nel 2019 e anticipata ieri dal quotidiano argentino La Naciòn. Francesco ricorda alcuni aspetti della sua salute, l’amputazione subita all’età di 21 anni del lobo superiore del polmone destro che negli anni non gli ha dato più fastidio; le sue nevrosi specialmente nel periodo della dittatura militare argentina, ma ha confermato di non essersi mai psicanalizzato pur avendo fatto ricorso a una brava psichiatra per consigli durante il periodo in cui era incaricato della formazione dei giovani gesuiti.
La musica come cura, e il rapporto del pontefice con la morte
Uno dei suoi metodi per superare l’ansia è ascoltare Bach: “Mi calma e mi aiuta ad analizzare meglio i problemi” riferisce Francesco che in conclusione risponde sul rapporto con la morte. Al giornalista risponde di pensarci. E alla domanda se ha paura risponde: “No, niente affatto”. E come immagina la sua morte: “Come Papa, in carica o emerito. E a Roma. Non tornerò in Argentina”. Le ipotesi giornalistiche si sono concentrate sulla sua eventuale rinuncia al pontificato. Di morte Francesco ha parlato spiegando oggi il significato della Trasfigurazione di Gesù sul monte dove aveva portato i tre apostoli che riteneva più vicini. Sul monte, avevano come visto un anticipo di luce che sarebbe venuta loro dopo la morte di Gesù e la sua risurrezione.
Cosa ci dice la risurrezione di Cristo
Questo racconto del Vangelo “è un invito –secondo il papa - a ricordarci, specialmente quando attraversiamo una prova difficile – e tanti di voi sanno che cos’è attraversare una prova difficile – che il Signore è Risorto e non permette al buio di avere l’ultima parola. A volte capita di attraversare momenti di oscurità nella vita personale, familiare o sociale, e di temere che non ci sia una via d’uscita. Ci sentiamo spauriti di fronte ai grandi enigmi come la malattia, il dolore innocente o il mistero della morte. Nello stesso cammino di fede, spesso inciampiamo incontrando lo scandalo della croce e le esigenze del Vangelo, che ci chiede di spendere la vita nel servizio e di perderla nell’amore, invece di conservarla per noi stessi e difenderla. Abbiamo bisogno, allora, di un altro sguardo, di una luce che illumini in profondità il mistero della vita e ci aiuti ad andare oltre i nostri schemi e oltre i criteri di questo mondo. Anche noi siamo chiamati a salire sul monte, a contemplare la bellezza del Risorto che accende barlumi di luce in ogni frammento della nostra vita e ci aiuta a interpretare la storia a partire dalla vittoria pasquale”.
Dalla parte dei più sofferenti
Nella Giornata Mondiale delle Malattie Rare il papa ha invitato a pregare soprattutto per i bambini malati. “Incoraggio le iniziative che sostengono la ricerca e la cura, ed esprimo la mia vicinanza ai malati, alle famiglie, ma specialmente ai bambini. Stare vicino ai bambini malati, i bambini che soffrono, pregare per loro, fare sentire loro la carezza dell’amore di Dio, la tenerezza… Curare i bambini con la preghiera, pure… Quando ci sono queste malattie che non si sa cosa siano, o c’è un pronostico un po’ brutto. Preghiamo per tutte le persone che hanno queste malattie rare, specialmente preghiamo per i bambini che soffrono”. E infine un appello per la liberazione delle 317 ragazze della Nigeria “portate via dalla loro scuola, a Jangebe, nel nord-ovest del Paese. Prego per queste ragazze, perché possano presto tornare a casa. Sono vicino alle loro famiglie e a loro stesse”.