Mai così vicini alla catastrofe globale: portato a meno 89 secondi l'Orologio dell'Apocalisse
Gli scienziati avvertono i "grandi" della Terra che dal 2014 portano avanti guerre distruttive mentre frena l'impegno per contenere il surriscaldamento globale. Attenzione anche "potenziale abuso della scienza biologica e di una serie di tecnologie emergenti"

Solo 89 secondi alla fine del mondo. L'orogogio dell'apocalisse è stato portato avanti di un secondo avvicinandosi inesorabilmente la punto di non ritorno. Il conto alla rovescia è attivato - e non poteva essere altrimenti - dalle guerre sanguinose che hanno caratterizzato l'anno appena trascorso e che non accennano a concludersi, la crescita delle potenzialità militari nucleari di molti Stati ma anche l'incapacità di invertire il senso di marcia dei cambiamenti climatici e l'inarrestabile avanzata dell'Intelligenza artificiale. Il Bulletin of the atomic scientists fondato nel 1945 da Albert Einstein e che dal 1947 segna il passo verso la fine del mondo ha fatto un ulteriore balzo in avanti. Un secondo in meno che porta il countdown a meno 89 secondi. L'allarme va avanti ormai da diversi anni: invertire la rotta con pratiche finalizzate alla salvezza della Terra è la strada che si deve percorrere. Non c'è scelta.
Il comitato che gestisce il "grande orologio" che segna la fine del mondo, guidato dal fisico Daniel Holz dell’Università di Chicago e di cui fanno parte tra gli altri il Nobel per la Pace Juan Manuel Santos e il fisico Robert Socolow, professore emerito del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale all’Università di Princeton, registra l'inerzia dei Grandi del Pianeta, nonostante "i segnali di pericolo". "I leader nazionali e le società – scrive il comitato – non sono riusciti a fare ciò che è necessario per cambiare rotta. Di conseguenza spostiamo l’orologio dell’Apocalisse da 90 secondi a 89 secondi alla mezzanotte, il momento più vicino alla catastrofe. La nostra speranza è che i leader riconoscano la situazione" e "intraprendano azioni coraggiose per ridurre le minacce poste dalle armi nucleari, dal cambiamento climatico e dal potenziale abuso della scienza biologica e di una serie di tecnologie emergenti".
I ricercatori sottolineano che spostare in avanti di un secondo le lancette significa lanciare un "segnale forte. Poiché il mondo è già pericolosamente vicino al precipizio, lo spostamento anche di un solo secondo dovrebbe essere considerato un’indicazione di pericolo estremo".
Quando è nato Bulletin of the atomic scientists, la minaccia era data soprattutto dalla Guerra fredda e dalla corsa alle armi atomiche e il limite venne fissato a 7 minuti dalla mezzanotte. Da allora ci sono stati avanzamenti costanti verso la catastrofe ma anche qualche arretramento. Il record positivo più importante avvenne quando cadde il Muro di Berlino portandosi dietro la fine della Guerra fredda: l'orologio venne portato indietro di 17 minuti dalla mezzanotte. Su 25 aggiornamenti dello strumenti, solo 8 sono andati in senso positivo. L'ultima importante evoluzione è quella che risale al 2010, quando i Paesi industrializzati insieme a quelli in via di sviluppo, sotto l'egida dell'Onu, si riunirono a Copenaghen decidendo per la riduzione sostanziale dei gas serra e assumendo l'impegno di limitare la temperatura globale. Contemporaneamente Usa e Russia concordarono la diminuzione degli arsenali nucleari.
Tutta questa buona volontà portò le lancette indietro indietro di 1 minuto, dai 5 minuti stabiliti nel 2007. Altra variazione negativa in avanti nel 2012. Nel 2023 le lancette vennero portate sui 90 secondi dal disastro globale. Ora sono 89: servirà a far riflettere gli attori delle politiche mondiali?