Onu: sì all'ingresso della Palestina come membro effettivo. Israele fa a pezzi la Carta: è spaccatura
L'Assemblea Generale vota a favore a larga maggioranza, fra i Paesi astenuti anche l'Italia. Il governo di Tel Aviv: "Così aprite ai nuovi nazisti"
La grande spaccatura con Israele si è consumata poco dopo le 17, quando l'Assemblea Generale delle Nazioni unite ha approvato la risoluzione che riconosce la Palestina come adeguata a diventare membro effettivo dell'Onu, sottolineando la propria raccomandazione al Consiglio di Sicurezza perché la considera con la massima attenzione. Ad aprile gli Stati Uniti avevano posto il veto sulla questione, nella sessione di venerdì 10 maggio la risoluzione ha ottenuto 143 voti a favore, 9 contrari e 25 astensioni. Fra cui quella dell'Italia. Sdegnata e violenta la reazione di Israele.
"Così aprite ai nuovi nazisti"
Il ministro degli Esteri Israel Katz ha definito un'assurdità il voto favorevole all'ingresso della Palestina come membro dell'Onu. "In questo modo state aprendo ai nuovi nazist. Il messaggio che fate passare e spedite alla nostra terra in sofferenza è che la violenza paga. La decisione di aggiornare lo status palestinese è un premio ai terroristi di Hamas. Israele è riconoscente a tutti quei Paesi che non hanno votato a favore o cooperato con questa mossa contorta, scegliendo di stare dalla parte giusta della storia e della moralità".
La carta dell'Onu fatta a pezzi
L'ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite è andato oltre con un gesto simbolico. Gilad Erdan ha fatto a pezzi la Carta delle Nazioni Unite infilandola in un tritacarte. Le sue sono state accese parole di accusa: "Voi state facendo a pezzi la Carta delle Nazioni Unite con le vostre stesse mani. Vergognatevi".
L'esultanza di Hamas
Hamas palude al voto dell'Onu sulla Palestina. "Consideriamo questa risoluzione - ha scritto la fazione islamica su Telegram - un riconoscimento della necessità che il nostro popolo palestinese ottenga i propri diritti legittimi e un'affermazione della cooperazione internazionale, a fronte della volontà Usa di sostenere la guerra di annientamento condotta contro di lui. Chiediamo ai Paesi liberi del mondo di intensificare i loro sforzi e di fornire tutti i mezzi di assistenza e sostegno al nostro popolo palestinese".
I Paesi che si sono astenuti
L'Italia si è astenuta sulla risoluzione dell'Assemblea Generale Onu che riconosce la Palestina come qualificata per diventare membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Gli altri astenuti sono Albania, Bulgaria, Austria, Canada, Croazia, Fiji, Finlandia, Georgia, Germania, Lettonia, Lituania, Marshall Island, Olanda, North Macedonia, Moldavia, Paraguay, Romania, Vanuatu, Malawi, principato di Monaco, Ucraina, Gran Bretagna, Svezia e Svizzera. Mentre i nove Paesi che hanno votato contro sono Usa, Israele, Palau, Nauru, Micronesia, Papua Nuova Guinea, Ungheria, Argentina e Repubblica Ceca (rpt Repubblica Ceca).
I violenti combattimenti a Rafah proseguono
Diventa ora dopo ora sempre più drammatica la situazione a Rafah, oggetto di scontri violenti fra l'esercito israeliano (Idf) e i militanti palestinesi. I valichi di soccorso alle scorte di cibo, acqua e carburante sono chiusi. Il versante Est è circondato. L'evacuazione dei civili (ne sono già fuggiti 110mila) sta diventando impossibile così come le operazioni di soccorso alimentare, medico e logistico. Con la Striscia spazzata via da pesanti raid aerei e operazioni di terra, con mezzi meccanici a rivoltare perfino le terre coltivate, circa 1,3 milioni di palestinesi non hanno potuto fare altro che ammassarsi in fuga a Rafah, a ridosso del confine (chiuso egiziano). La minaccia del presidente americano, Joe Biden, di cessare le forniture militari a israele non ha fermato le operazioni belliche né ha dissuaso il discusso premier Netanyahu.