Olanda, chi è Geert Wilders: il "Mozart" dell'ultradestra vince le elezioni e spaventa l'Ue
Rappresenta lo spauracchio principale per l'Unione Europea, tanto che il candidato europeista Frans Timmermans aveva chiesto agli olandesi indecisi di andare a votare soprattutto per arginarne l'ascesa
Geert Wilders vince le elezioni 2023 in Olanda con il Pvv, la destra punta al governo e il 'Mozart' populista spaventa l'Ue. Leader di una forza populista di estrema destra, nelle ultime settimane ha recuperato quasi 10 punti percentuali sui suoi avversari "dominando" i dibattiti televisivi. Wilders, il cui manifesto chiede lo "stop" all'asilo e il divieto di "scuole islamiche, Corano e moschee". Wilders, 60 anni, rappresenta lo spauracchio principale per l'Unione Europea, tanto che il candidato europeista Frans Timmermans aveva chiesto agli olandesi indecisi di andare a votare soprattutto per arginarne l'ascesa.
Soprannominato "Mozart" per la sua appariscente chioma bionda, amico di Marine Le Pen e Matteo Salvini e ammiratore di Oriana Fallaci (che ha definito il suo "idolo"), Wilders si dichiara antifascista, filosemita, antislamista e anticomunista. Il leader del Pvv è stato a lungo un punto fermo della politica olandese, e da mesi "vive" insieme alle guardie del corpo che il governo gli ha fornito dopo aver ricevuto minacce di morte per la sua campagna per la messa al bando del Corano.
Contrario all'invio di armi all'Ucraina e fortemente filoisraeliano, nel programma elettorale del Pvv ci sono diverse battaglie "storiche" di Wilders: la riduzione dell’età pensionabile, l'Iva allo 0% sugli alimenti e l’abolizione della franchigia nella sanità. Il leader del Pvv non ha mai escluso la possibilità di finanziare i suoi piani con i fondi destinati alle misure sul clima e l’azoto. Wilders vorrebbe anche tagli alle sovvenzioni per la cultura, alla cooperazione allo sviluppo, e ai fondi destinati all'Ue.
"Il Pvv è il partito più grande", ha subito esultato il leader dell'estrema destra, chiarendo che la sua formazione "non può più essere ignorata" e scandendo, determinato: "Governeremo". Alfiere della Nexit, l'uscita dei Paesi bassi dall'Ue, nelle ultime ore Wilders - che da oltre quindici anni vive sotto scorta - aveva risalito la china di tutti i sondaggi continuando imperterrito nei suoi messaggi contro l'accoglienza dei migranti. "Dobbiamo dirlo: qui non si può entrare!", era stato uno dei passaggi dell'ultimo dibattito televisivo in cui aveva colto l'occasione per rilanciare le sue richieste di "frontiere chiuse e zero richiedenti asilo" e "alloggi per gli olandesi".
Tentare l'assalto allo scranno più alto del governo non sarà tuttavia impresa semplice nemmeno a vittoria in tasca. Pur allineata a Wilders nella volontà di limitare i flussi, la ministra della Giustizia uscente Yesilgoz alla vigilia del voto aveva escluso l'ipotesi di sostenerlo nelle vesti di premier. La sua figura divisiva, era stato il monito dell'ex bambina rifugiata, non farebbe bene al Paese nemmeno sulla scena internazionale. Nulle le possibilità di collaborazione invece con Omtzigt e Timmermans. Il rebus resta intricato: l'ultima volta, per trovare la quadra, a Mark Rutte servirono 271 giorni.
Wilders è destinato a condurre in prima persona le trattative e di ridisegnare la scena politica dei Paesi Bassi. Nell'iter per la formazione di un nuovo esecutivo, potrebbe negoziare un accordo con il centro-destra di Dilan Yesilgoz.