Avevano centinaia di farfalle nello zaino, multa record per un noto chirurgo e il figlio in Sri Lanka
Luigi Ferrari e il figlio 20enne sono accusati di contrabbando e si trovano ai domiciliari nel Paese asiatico. Per loro pagamento di 180mila euro o due anni di prigione. Gli insetti sottratti da un'area protetta.
Una condanna al pagamento di 60 milioni di rupie (circa 180 mila euro) per contrabbando di farfalle rare. E' l'epilogo della vicenda che ha coinvolto il noto chirurgo ortopedico modenese, Luigi Ferrari, e suo figlio. I due si erano recati in Sri Lanka dove, in un'area protetta, avevano catturato, tentando di portarli via, centinaia di insetti conservati dentro barattoli o bustine di plastica. La vicenda è raccontata dal Corriere della sera.
La refurtiva era stata recuperata all'interno dei loro zaini. Da allora per i due era scattato l'arresto e ancora oggi il chirurgo insieme al figlio 20enne sono bloccati ai domiciliari nel Paese asiatico. L'udienza si è tenuta qualche giorno fa nella pretura di Thissamaharama e il giudice ha pensato bene di condannare i due al pagamento di una multa, la più alta mai comminata per reati di questo genere. Secondo quanto riportano i media locali, la multa dovrà essere pagata entro il 29 settembre, pena la reclusione a due anni carcere.
L'appropriazione avvenuta in un'area naturalistica protetta
Il medico 68enne lavora in alcune cliniche private tra il Modenese e la provincia di Reggio Emilia ed è un collezionista di insetti, iscritto anche all'associazione Gruppo Modenese Scienze Naturali. Padre e figlio sono stati denunciati dopo che, all'uscita di un'area protetta di Yala, sono stati fermati dal personale dlel'ufficio per la conservazione della fauna selvatica e trovati in possesso degli insetti gelosamente custoditi negli zaini.
A difesa dei due si sono alzate diverse voci, soprattutto per respingere l'accusa di contrabbando e a sostegno della tesi che l'appropriazione degli insetti era stata fatta per poterli studiare al microscopio. "È una persona seria e molto scrupolosa – aveva detto qualche giorno fa il presidente dell’associazione Entomodena – ha fatto soltanto l’errore di prenderle in un’area protetta".