Un Nobel contro l'atomica, sono 9 gli Stati che la possiedono. "Un business da capogiro che arricchisce i privati"
Il riconoscimento ai sopravvissuti di Hiroshima porta l'attenzione sugli investimenti globali sulle micidiali armi. Oltre 90 miliardi di spesa, di cui 51 statunitensi, che in buona parte vanno a grandi aziende: tutti i numeri

Il Premio Nobel per la Pace assegnato all'associazione giapponese dei sopravvissuti alla bomba nucleare, Nihon Hidankyo, richiama con prepotenza la necessità di focalizzare l'attenzione sulle armi nucleari che, ancora oggi, vengono evocate dalle parti in guerra nei diversi fronti aperti. "Una follia", vanno ripetendo i fondatori dell'associzione giapponese, dalla quale bisogna prendere le distanze. E' importante - ripetono da quasi 80 anni - ricordare quanto accaduto nel 1945 a Hiroshima e Nagasaki, le due citta giapponesi rase al suolo da ordigni atomici statunitensi.
Oggi la corsa agli armamenti, compresi quelli nucleari, sembra aver trovato nuovo vigore. Secondo i dati delle associazioni antiatomiche, attualmente sono nove i Paesi che nel mondo si sono dotati della bomba nucleare. Un pericoloso status symbol, se così si può dire, su cui si baserebbe la deterrenza contro "eccessi militari" dalle potenziali conseguenze catastrofiche. Assunto peraltro smentito dai fatti se si contano i 42mila morti di Gaza per mano israeliana che, non a caso, il co-presidente dell'associazione giapponese Premio Nobel ha citato in un parallelo sugli effetti dell'ordigno atomico.
La spesa folle per le armi atomiche
I nove Paesi dotati della tecnologia nucleare nel 2023 hanno speso per la produzione e la manutenzione degli ordigni ben 91,4 miliardi di dollari da cui il settore privato attrae 30 miliardi. Una spesa folle che secondo l’ultimo Rapporto della campagna internazionale ICAN “Surge: 2023 Global nuclear weapons spending”, sarebbe in crescita rispetto al 2022 con ben 10,7 miliardi di dollari in più per le armi nucleari. L'80% dell'incremento è in capo agli Usa.
I 9 maggiori investitori
Si capisce come intorno all'atomo ci sia un giro d'affari difficile anche da comprendere, tanto è immenso. L'associazione antinuclearista, fa un conto davvero eloquente sull'entità di questa spesa: gli Stati Uniti, maggiori investitori nel settore, hanno speso 51,5 miliardi di dollari che corrispondono a 97.983 dollari al minuto ovvero 1.663 dollari al secondo.
Oltre gli Usa, nel nucleare versano soldi la Cina, con (11,9 miliardi di dollari messi in campo), la Russia (8,3 miliardi di dollari), il Regno Unito (8,1 miliardi di dollari, la Francia (6,1 miliardi), l'India (2,6 miliardi), Israele (1,1 miliardi di dollari), il Pakistan (1 miliardo) e la Corea del Nord che ha speso 856 milioni di dollari nell'anno passato per un totale complessivo di 12.121 testate nucleari sparse per il mondo.
Le società private atomiche: un business da capogiro
Una rete di società private (24 aziende che costruiscono armi nucleari e 287 investitori che traggono profitto da queste aziende, i numeri sono di Retepacedisarmo ndr) che attrae il 30 per cento dei fondi partecipando alle gare d'appalto dei governi per gli investimenti nel settore dove avviene che "gli amministratori delegati e i membri dei consigli di amministrazione delle aziende" che producono armi nucleari siedono "nei consigli di amministrazione di alcuni think tank, ne sono i fiduciari o sono elencati come 'partner' nei siti web" delle società belliche. "Queste aziende hanno continuato a comprare influenza nel dibattito sulle armi nucleari assumendo lobbisti per influenzare i decisori politici sul fatto che l’unica opzione possibile per la 'sicurezza globale' sia quella delle armi nucleari".
Premio @NobelPrize per la #Pace 2024: “Italia, ripensaci” soddisfatta per l’assegnazione a Nihon Hidankyo e agli hibakusha#DisarmoNucleare con @RetePaceDisarmo @senzatomica @nuclearban https://t.co/tnXK65aRwX
— Rete Italiana Pace e Disarmo (@RetePaceDisarmo) October 11, 2024
Un Nobel che solleva il dibattito intorno all'atomo
La mossa del Comitato per il Nobel, che come detto ha insignito l'associazione giapponese che di più e meglio si batte contro la proliferazione dell'atomo per uso bellicistico, è particolarmente eloquente e avrà senza dubbio la potenza per sollevare il dibattito e risvegliare le voci critiche intorno a questo pericoloso gioco a dadi. Nelle motivazioni si legge infatti che vengono premiati "i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari e per aver dimostrato attraverso le testimonianze che le armi nucleari non devono mai più essere utilizzate".
Una scelta politica globale irreversibile? Dice Retepacedisarmo che "i dati dimostrano che queste armi di distruzione di massa sono inutili per cercare di affrontare le sfide della sicurezza moderna – e ci sono prove scientifiche che evidenziano come possano porre fine alla civiltà per come la conosciamo". Tanto più che "ogni dollaro sperperato per le armi nucleari rappresenta un tradimento dell’umanità, distogliendo risorse vitali dall’affrontare sfide urgenti per il nostro benessere collettivo".