Muore a Raqqa Ayse, combattente raccontata da Zerocalcare in Kobane Calling
La chiamavano "Berretto Rosso", per via della sciarpa che indossava il giorno che fu arrestata a Gezy Park. Fuggita dalla Turchia, si era unita alle soldatesse curde del Ypg.

Guardatelo bene, il viso di Ayse Deniz, e dite se quel sorriso, se quegli occhi sono gli occhi di una pericolosa terrorista. Eppure lo stato turco l'aveva condannata a 100 anni di galera, per il solo fatto di aver partecipato alle proteste di Gezy Park nel 2013, nate come qualcuno ricorderà contro l'arrogante decisione del presidente Erdogan di abbattere tutti gli alberi della piazza, per far posto ad un anonimo centro commmerciale. Il presidio di migliaia di giovani, protratto per due giorni a difensa di quello che era un luogo di ritrovo abituale degli studenti e dell' opposizione progressista di Istambul, rappresentava un gesto di ribellione intollerabile per il satrapo turco, che dando il via a una repressione brutale per la prima volta rivelava al mondo il suo vero volto: il bilancio, drammatico, fu di 9 morti e oltre 8000 feriti. Gli arresti furono circa un migliaio, compreso quello di avvocati e medici accorsi ad assistere i manifestanti. Fra gli arrestati anche la giovane Ayse Deniz Karacagil, accusata di fiancheggiamento al PKK, il partito curdo dei lavoratori, per il semplice fatto di indossare una sciarpa rossa. Cinque mesi di carcere preventivo, poi la richiesta di condanna a 103 anni di galera. Così, in un breve intermezzo di libertà prima del verdetto lei avpreso la via del fronte, preferendo il sostegno alla causa curdo-siriana alla prospettiva del carcere a vita.
Ayse è morta in battaglia la mattina del 29 maggio, annunciano le pagine web dell'International Freedom Battalion, in cui militano giovani giunti da tutto il mondo per combattere l'Isis, celebrando come un'eroina la studentessa che divenne combattente. La sua storia ci è diventata familiare grazie al fumettista Zerocalcare, che all'interno del reportage illustrato "Kobane Calling" l'aveva immortalata in un breve cameo dentro il racconto collettivo del dramma e della resistenza dei curdi del Rojava assediati dal Daesh.
Il paradigma del destino di Ayze è lo stesso di migliaia di giovani che, giunti da tutto il mondo e spinti da un ideale superiore di giustizia hanno deciso contrastare a spese della loro stessa vita, il male assoluto dell'Isis. Il suo epilogo individuale si compie, per un incredibile coincidenza, negli stessi giorni in cui tutto era iniziato: l'anniversario del sit in a Gezy Park, il 29 e 30 maggio di quattro anni fa.