Russia-Ucraina, rischio escalation, Putin: “Lanceremo altri missili ipersonici”. Tusk: “Rischio di guerra globale è reale”
Il portavoce del Cremlino torna sulle parole di Putin e conferma che non ci sono stati contatti con Biden. Per il cancelliere tedesco "bisogna stare lontano dal conflitto diretto Nato-Russia"
La guerra a est entra in una fase decisiva e inquietante. A lanciare l'allarme è il premier polacco Donald Tusk, che ha definito la situazione "seria e reale". "Le ultime ore dimostrano che la minaccia di un conflitto globale è seria e reale", ha dichiarato Tusk, sottolineando la gravità degli ultimi sviluppi nel conflitto tra Russia e Ucraina. E nelle ultime ore il presidente russo Vladimir Putin conferma con i fatti l'escalation in atto, ordinando la "produzione in serie" di missili ipersonici Oreshnik, gli stessi usati in Ucraina. "Nessun sistema al mondo è capace di intercettarlo". Il test è stato un successo, e il presidente ha avvertito che la Russia continuerà a testarne altri "in situazioni di combattimento". E l'obiettivo potrebbe non esser soltanto l'Ucraina. Gli Oreshnik possono raggiungere tutta l'Europa, ha evidenziato il comandante delle truppe missilistiche russe nella riunione in corso con il presidente Putin.
Il Cremlino dopo il missile Oreshnik: "Messaggio chiaro agli Usa"
A meno di 24 ore dal test del missile balistico ipersonico, il Cremlino ribadisce la sua posizione. Il portavoce Dmitry Peskov, citato dall'agenzia Ria Novosti, ha dichiarato che il messaggio di Vladimir Putin è stato "logico e comprensibile". Mosca sottolinea che il permesso dato dagli Stati Uniti all'Ucraina di utilizzare missili a lungo raggio per colpire in profondità il territorio russo ha trasformato il conflitto in una crisi di portata globale. Putin ha avvertito che la Russia si riserva il diritto di colpire le infrastrutture militari di quei Paesi che forniscono armi a Kiev, un monito che ha scosso le cancellerie occidentali.
Scholz: "Escalation spaventosa, ma attenzione alla Nato"
La reazione del cancelliere tedesco Olaf Scholz non si è fatta attendere. "L'uso del missile balistico da parte di Mosca è una spaventosa escalation", ha dichiarato, equiparandolo al recente arruolamento di soldati nordcoreani da parte della Russia. Scholz ha ribadito l'impegno della Germania nel sostenere l'Ucraina, ma ha anche espresso preoccupazione per la possibilità di uno scontro diretto tra la Nato e la Russia. "Il nostro sostegno a Kiev deve andare di pari passo con la responsabilità di evitare un conflitto diretto con Mosca. Questo è un impegno che dobbiamo rispettare", ha aggiunto il cancelliere.
Prospettive internazionali e il fattore Trump
La situazione rimane in bilico, mentre gli osservatori internazionali si interrogano sull'efficacia delle misure diplomatiche per porre fine alle ostilità. L'ascesa politica di Donald Trump potrebbe rappresentare una svolta, dato il suo potenziale ruolo nel favorire un cessate il fuoco attraverso negoziati diretti con Mosca. Nel frattempo, i segnali provenienti dal Cremlino non lasciano spazio a equivoci: la Russia considera l’attuale fase del conflitto come una partita decisiva, con implicazioni che potrebbero andare ben oltre i confini ucraini.
Truppe nordcoreane con i russi a Mariupol e Kharkiv
Nel mentre i consiglieri tecnici delle forze armate nordcoreane sono arrivati nella città portuale ucraina di Mariupol, occupata dalla Russia nel sud, e nella regione di Kharkiv. A Mariupol le unità di Pyongyang restano distaccate da quelle russe che stanno supportando, mentre a Kharkiv "si stanno dividendo in unità radunando piccoli gruppi in prima linea". Le indicazioni arrivano da vertici militari ucraini e citano intercettazioni radio che sembrano confermare il coinvolgimento in battaglia dei soldati di Kim Jong-un al fianco delle truppe di Vladimir Putin. Da Kiev si ricorda che sul terreno l'avanzata rivendicata da Mosca è limitata mentre nella regione russa di Kursk i militari ucraini sono determinati a restare. In una regione dove sono circa 11.000 le truppe nordcoreane dispiegate per affiancare l'esercito russo dopo l'occupazione di alcune zone da parte degli ucraini e dove l'esercito di Kiev è determinato a rimanere fino a quando sarà necessario. O meglio, "fino a quando avrà un senso".
Forze ucraine controllano "circa 800 kmq" nella regione di Kursk
Fonti dello stato maggiore ucraino spostano così il focus del braccio di ferro militare con Mosca tenendo il punto su quel campo di battaglia diventato emblematico della guerra che sul terreno ormai da mesi si combatte cedendo e guadagnando pochi metri al giorno, pur sotto la minaccia adesso dei missili ipersonici russi la cui eco allarma ben oltre i confini ucraini.
Al momento le forze ucraine controllano ancora "circa 800 kmq" nella regione di Kursk, specificano i militari: "Il territorio massimo che abbiamo occupato nella regione era di 1.376 kmq, oggi è di circa 800 kmq", sottolineano, come a dimostrazione della resilienza, sul terreno appunto.
Così mentre Mosca annuncia di aver conquistato un altro villaggio nella regione orientale ucraina di Donetsk - quello di Novodmytryvka, nell'area della città di Khurakovo e che fa salire a cinque, sempre secondo Mosca, gli insediamenti occupati dai russi nella regione nell'ultima settimana - i vertici militari ucraini tentano di ridimensionare, affermando per esempio che nel settore di Pokrovsk, polo logistico della stessa regione, la situazione "praticamente non è cambiata negli ultimi due mesi"
Parlamento ucraino chiuso per timori di attacchi
La Rada ha fatto sapere di aver "annullato" la seduta a causa di "segnali di un rischio crescente di attacchi contro il quartiere governativo nei prossimi giorni", hanno spiegato diversi deputati all'Afp. Il quartiere nel centro di Kiev, dove si trovano anche la presidenza, la sede del governo e la Banca centrale, è stato finora risparmiato dai bombardamenti. Ma ormai non si dà più nulla per scontato.