Sila, tre settimane di vita, morta di freddo a Gaza a Natale. Bombe su profughi e giornalisti
La terribile storia della neonata che non è riuscita a resistere al clima rigido nel campo di Khan Younis, e le due versioni sui 5 reporter uccisi
Proprio mentre il papa apriva la Porta Santa e parlava di "indignarsi" rispetto a quel che non va bene in questo mondo sconvolto da guerre, disuguaglianza economica crescente e alarme climatico, nella notte fra il 24 e il 25 dicembre Sila moriva appena nata. Il mondo celebrava l'arrivo di Gesù Cristo (secondo una data convenzionale e non realistica dal punto di vista storico) e nelle stesse ore il padre di Sila veniva filmato con la sua piccola senza vita fra le braccia, avvolta in una coperta. Morta di freddo ad appena tre settimane dalla nascita, troppo freddo in quella tenda del campo profughi a Khan Younis, in Palestina, inutili il caldo dei corpi della madre e del padre.
La pietà è morta
La neonata di 3 settimane è morta in uno degli accampamenti lungo la costa dove il freddo si sta facendo sentire. I gruppi umanitari fanno fatica a consegnare cibo e provviste e affermano che mancano coperte, vestiti caldi e legna per i fuochi. Israele ha aumentato la quantità di aiuti ammessa nei territori, tuttavia la quantità rimane ben al di sotto delle reali necessità, per ammissione anche delle Nazioni Unite. Il padre della bimba deceduta, Mahmoud al-Faseeh, ha raccontato all'Ap di averla vista immobile e viola in volto, di averla avvolta in una coperta nella tenda dove alloggia la sua famglia, nella zona di Muwasi, fuori Khan Younis, con temperature scese fino a 9 gradi. L'hanno portata di corsa in un ospedale da campo dove i medici hanno cercato di rianimarla, ma i suoi polmoni si erano già deteriorati. Le immagini di Sila - questo il nome della bambina - scattate dall'AP mostravano la bambina con le labbra viola e la pelle livida. Ahmed al-Farra, direttore del reparto pediatrico dell'ospedale Nasser di Khan Younis, ha confermato che la bambina è morta per ipotermia. Ha detto che altri due bambini, uno di 3 giorni e l'altro di un mese, erano stati portati in ospedale nelle ultime 48 ore dopo essere morti per ipotermia. Nei campi tutti sperano in un accordo di pace ma Hamas ha accusato oggi nuovamente Israele di avere dettato nuove condizioni per ritardare l'intesa, mentre il governo israeliano ha accusato Hamas di rinnegare gli accordi già raggiunti. Tuttavia, entrambe le parti hanno affermato che le discussioni sono in corso.
Bombe sui profughi e cinque giornalisti morti
Fonti sanitarie palestinesi legate da Hamas affermano che almeno 10 persone sono rimaste uccise in bombardamenti israeliani effettuati sulla Striscia di Gaza, tra cui cinque giornalisti. Lo riportano i media locali.
I reporter del canale Al-Quds Today sarebbero morti quando il loro veicolo è stato colpito nelle vicinanze dell'ospedale Al-Awda, mentre altre cinque persone sono state uccise e 20 ferite in un attacco contro una casa nel quartiere Zeitoun di Gaza City. Le Forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver effettuato un attacco contro un "veicolo" con a bordo "una cellula terroristica della Jihad islamica", dopo che fonti palestinesi hanno parlato di cinque giornalisti uccisi nelle vicinanze dell'ospedale Al-Awda di Nuseirat. Citate dai media israeliani, le Idf aggiungono che prima dell'attacco sono state adottate "numerose misure per mitigare il rischio di danneggiare i civili". Il veicolo colpito sarebbe stato contrassegnato come un furgone dei media e utilizzato dai giornalisti per riferire dall'interno dell'ospedale e del campo profughi di Nuseirat, secondo i media palestinesi.