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[Il retroscena] La missione militare italiana in Niger per fermare l’Isis e lo sbarco dei migranti

470 uomini e 150 veicoli. Controllo delle frontiere, addestramento delle forze militari nigerine. Ma è ovvio che si occuperà anche di contrasto all’immigrazione clandestina e lotta al terrorismo. Per il momento le regole d’ingaggio dovrebbero essere quelle proprie delle missioni italiane all’estero ma ma si mette nel conto che potrebbero presto cambiare e diventare anche aggressive se la realtà sul campo dovesse presentarsi pericolosa

[Il retroscena] La missione militare italiana in Niger per fermare l’Isis e lo sbarco dei migranti

Eravamo già stati in Somalia, ma quella che si annuncia in Niger sarà una missione militare italiana molto impegnativa. Che dovrebbe essere operativa sul campo tra la Befana e metà gennaio: 470 uomini e 150 veicoli. Controllo delle frontiere, addestramento delle forze militari nigerine. Ma è ovvio che si occuperà anche di contrasto all’immigrazione clandestina e lotta al terrorismo. Per il momento le regole d’ingaggio dovrebbero essere quelle proprie delle missioni italiane all’estero ma ma si mette nel conto che potrebbero presto cambiare e diventare anche aggressive se la realtà sul campo dovesse presentarsi pericolosa.

Striscia di frontiera tra il Niger e la Libia incandescente

I report delle intelligence, infatti, segnalano la presenza consolidata di combattenti dell’Isis nel deserto del sud della Libia, nella regione del Fezzan. E dunque quella striscia di frontiera tra il Niger e la Libia lunga 450 chilometri potrebbe diventare incandescente. Dal mondo del volontariato cattolico si alzano voci critiche sulla nascente missione militare in Niger. Il quotidiano della Cei, la Conferenza Episcopale italiana, “Avvenire”, ospita in prima pagina un intervento molto critico sulla missione di Mauro Armanino, missionario comboniano da sette anni in Niger.

Missione militare italiana sarà approvata oggi

«Abbiamo comprato l’assenso della Repubblica del Niger, abbiamo comprato il diritto a operare con militari allo scopo di occupare terreno, sorvegliare e, se è il caso, punire secondo i dispositivi di controllo del territorio delineati dal piano di occupazione in corso». «Si dice terrorismo, si legge frontiere - conclude il comboniano Mauro Armanino - si dice trafficanti, si legge migranti. Geopolitiche di carte scritte sulla sabbia che il vento spazzerà via a tempo debito». La missione militare italiana, che sarà approvata oggi dal Consiglio dei ministri, avrà il mandato di sorveglianza e controllo del territorio.

Italiani opereranno con francesi e tedeschi

Opererà insieme alle missioni militari francese e tedesca. E rientra nelle iniziative della Commissione Ue che sponsorizza e organizza anche una missione navale in Libia su “politica e sicurezza”, e un’altra (stesso tema anche la missione in Mali), su “ricostruire sicurezza e giustizia comune”. Primi voli umanitari di migranti con disabilità dalla Libia all’Europa. Rimpatri volontari assistiti dalla Libia alla Nigeria e al Niger. Qualcosa si muove in Europa e in Africa grazie alla nuova politica del governo Gentiloni, a una diversa sensibilità di Bruxelles. E adesso il pattugliamento (anche dei militari italiani) della frontiera calda del Niger con la Libia. È un nuovo inizio che inaugura il 2018. Troppe variabili rendono questo percorso accidentato. Ma è una strada imboccata dal ministro dell’Interno Marco Minniti che sempre di più si sta rivelando l’unica possibilità di gestire la crisi con una programmazione dei flussi migratori.

Guido Ruotolodi Guido Ruotolo, editorialista e giornalista d’inchiesta   
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