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Arrivata a Bari la nave della Marina con i 43 migranti a bordo. L'Arci: "Un altro flop, procedure illegittime"

Sono uomini per lo più di nazionalità bengalese ed egiziana. Sono rientrati in Italia su disposizione dai giudici della Corte d'appello di Roma. L'arrivo a Bari è previsto per le 20.30

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Foto Ansa
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E' arrivata a Bari la motovedetta della Guardia costiera con a bordo i 43 migranti partiti dall'Albania dover erano stati portati due giorni fa in attesa della convalida del fermo che non è arrivata. Il rientro in Italia è stato stabilito infatti da Corte d’Appello di Roma, che ha stabilito il rientro in Italia dei migranti trasferiti nel centro di trattenimento di Gjader. Per il governo si tratta del terzo no da parte della magistratura al mantenimento di migranti in Albania, una sentenza che, come le precedenti, applicando la legge europea sovraordinata a quella italiana in materia di immigrazione, crea un nuovo ostacolo all’attuazione dell’accordo siglato con Tirana. I 43 saranno trasferiti nel Cara di Bari Palese a bordo di un bus.

A terra ad attenderli, oltre ai primi soccorsi e le forze dell'ordine, anche un presidio dell'Arci che denuncia "il flop del modello albanese" e un una serie di "procedure illegittime e condizioni intollerabili" per i migranti. E' il terzo trasferimento in Italia di migranti inizialmente trattenuti nel centro in Albania.

Questo gruppo di 43 migranti, che inizialmente era composto da 49 persone, era stato intercettato a sud di Lampedusa qualche giorno fa. Dopo il trasferimento in Albania martedì scorso, in sei erano già stati trasferiti in Italia nei giorni successivi perché minorenni o vulnerabili.

Il protocollo Italia-Albania e le reazioni del governo

La decisione della Corte d’Appello ha riacceso il dibattito politico sul protocollo Italia-Albania, un accordo fortemente voluto dal governo per la gestione dei migranti irregolari. Fonti del Viminale hanno sottolineato che l’esecutivo non intende fare passi indietro: "Il governo andrà avanti nella convinzione che il contrasto all'immigrazione irregolare, che si avvantaggia dell'utilizzo strumentale delle richieste di asilo, sia la strada da perseguire per combattere gli affari dei trafficanti senza scrupoli". Il Viminale ribadisce inoltre che il modello adottato con Tirana è una strategia efficace per realizzare hub regionali, una visione condivisa dai ministri dell’Interno europei durante l’ultimo Consiglio UE a Varsavia.

La posizione dell'UE e le nuove strategie in discussione

Durante il recente vertice UE sugli Affari Interni, la posizione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha trovato largo consenso tra i suoi omologhi europei. Secondo le fonti del governo, Bruxelles starebbe valutando l’adozione di nuove normative per rafforzare le procedure di frontiera, accelerando l’applicazione di alcune disposizioni del Patto sulla Migrazione e introducendo soluzioni innovative. I documenti discussi al summit contengono riferimenti espliciti al protocollo tra Italia e Albania come modello di cooperazione con Paesi terzi, un segnale di legittimazione dell’iniziativa da parte dell’Unione.

Delmastro: "Uno scontro interno alla magistratura"

A commentare la sentenza della Corte d’Appello di Roma è intervenuto anche Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia, che ha parlato di "scontro interno alla magistratura pur di impedire al governo di mettere in pratica legittime politiche migratorie". Secondo Delmastro, la decisione sarebbe un atto di contrasto alla Cassazione, che aveva stabilito la competenza del governo italiano nella definizione dell’elenco dei Paesi sicuri. Il sottosegretario ha espresso queste considerazioni durante un evento a Verbania, sottolineando come la questione migratoria continui a generare attriti tra le istituzioni giudiziarie e l’esecutivo.

A rischio protocollo Italia-Albania?

Il governo italiano è determinato a portare avanti il piano nonostante gli ostacoli giudiziari. La strategia del Viminale punta a rafforzare il modello di cooperazione con i Paesi di transito, seguendo la linea di altri accordi europei volti a ridurre la pressione migratoria sulle frontiere italiane. Resta da vedere come si evolverà il confronto tra governo e magistratura, mentre il destino dei migranti trasferiti in Albania resta ancora incerto.

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