[L’inchiesta] Un servizio di piatti da 500 mila euro e una piscina privata. I capricci costosi di Macron
Mentre si lamentava della politica sociale che "costa una barca di soldi e deresponsabilizza la gente", Macron è finito ancora una volta nell’occhio del ciclone per le spese pazze dell’Eliseo: un servizio completo di 1200 pezzi in porcellana di Sévres e una piscina nella residenza estiva del Forte di Brégancon

Arrogante , megalomane, spregiudicato. In una parola: Insopportabile. Emmanuel Macron è sempre più inviso in patria e fuori. Il “novello Napoleone”, attivissimo in politica estera in un ruolo ormai apertamente antagonista nei confronti dell’Italia, dentro il suo paese non gode di simpatie migliori, a causa dell’ostentazione di grandeur e dei capricci privati che mal si conciliano con la complicata situazione sociale in Francia. Mentre si lamentava della politica sociale che "costa una barca di soldi e deresponsabilizza la gente", Macron è finito ancora una volta nell’occhio del ciclone per le spese pazze dell’Eliseo: un servizio completo di 1200 pezzi in porcellana di Sévres e una piscina nella residenza estiva del Forte di Brégancon.
La polemica è scoppiata dopo che la rivista politico-satirica Le Canard Enchainé ha rivelato il costo del prestigioso servizio: 500 mila euro a spanne, stando al listino prezzi della Manifattura di Sevres. La piscina invece, destinata a rendere più piacevole il soggiorno nel Forte di Brégancon, tradizionale residenza estiva dei capi di stato francesi dal 1968, sarebbe stata motivata con le esigenze di “privacy” del presidente francese e della first lady, difficili da garantire nella spiaggia antistante a trecento metri. Ma per i francesi, impegnati in una dura contrapposizione di piazza e in una mobilitazione permanente che dura ormai da mesi si tratta di un altro capriccio, che più che i fasti di Napoleone ricorda lo schiaffo delle “brioches” di Maria Antonietta alla plebe, preludio della Rivoluzione. Sarà così anche stavolta?

Gli scontri dello scorso primo maggio a Parigi durante un corteo sindacale hanno messo in evidenza le difficoltà del Presidente Macron, davanti ad un malcontento che non può essere facilmente liquidato come ascrivibile alle frange più oltranziste della sinistra antagonista francese. Semmai questi umori si stanno allargando e trovano sempre più sponda dentro interi settori del corpo sociale che non riescono a trovare un’interlocuzione ed una rappresentanza in sede istituzionale: dai ferrotranvieri agli studenti universitari, al mondo delle campagne.
Dopo la sbornia elettorale, alle presidenziali 2017, è come se d’improvviso il paese avesse scoperto che l’alternativa alle destre populiste incarnata dal movimento di En Marche, fosse ancora una volta una ricetta di destra, priva peraltro delle sfumature “sociali”offerte da Marie Le Pen al suo elettorato di riferimento. Destra liberale in campo economico, europeista quel tanto che serve a salvaguardare gli affari finanziari, pochissimo incline alla mediazione coi corpi intermedi. Non stupisce dunque il calo vertiginoso dei consensi, sceso di circa 17 punti in un anno e attestato sotto il 50% di cui è protagonista il partito di Macron. Ed ora, con le ultime rivelazioni sulle stravaganze presidenziali, c’è da scommetterci, la discesa proseguirà.