Londra si prepara al maxi-contagio: razzia di pasta, ma è razzismo contro gli italiani
La finta calma nella capitale post Brexit nasconde il timore di una brusca impennata di casi. Così parte la caccia all'untore. Dagli inviti cancellati ai voli annullati
A Londra monta il panico da CoronaVirus. Pure tra i compassati inglesi, gente che non ha fatto una piega nemmeno sotto le bombe di Hitler nel 1940, l’ansia si fa strada. Supermercati razziati, mascherine introvabili, disinfettanti a corto di scorte. Nella capitale britannica non c’è al momento nessun allarme: i contagiati a lunedì 8 marzo erano 51, un numero infinitesimale rispetto ai 9 milioni di abitanti (appena lo 0,006% della popolazione, ammesso che si stia eseguendo un numero adeguato di tamponi). Ma tutti si attendono una tempesta in arrivo. Nel frattempo Londra vive un paradosso: la metropoli che è l’emblema della globalizzazione ma che si scopre una Milano qualsiasi. Si scatena il razzismo contro gli italiani, ma c’è la corsa ad accaparrarsi la pasta italiana.
Tutti invitati, tranne te
A Canary Wharf, il cuore finanziario di Londra, la sede delle banche, la discriminazione si insinua nei grandi colossi finanziari. Piccole cose: sugli account di posta elettronica dei dipendenti arriva una mail che informa della cancellazione di quella cena aziendale, o della partita a calcio o di un evento del team. Ma poi si scopre che la cena c’è stata, e che la mail è arrivata solo agli italiani, per tenerli alla larga. Ma allo stesso tempo, al supermercato Tesco di Cromwell Road, uno dei più grandi di Londra centro, aperto 24 ore al giorno, la pasta a marchio “Tesco” non si trova più. Ha il brand del supermercato, ma 100% prodotta in Italia ed è il miglior cibo anti-contagio: è secca, si cuoce facilmente, e si mantiene per mesi e anche anni. Perfetta per tempo di bunkerizzazione in casa. Peccato che il cibo anti-Coronavirus sia prodotto da quegli stessi italiani che vengono reietti dalla città.
Voli cancellati
L’Italia è stata messa in quarantena da UK: chi arriva da qualsiasi città del paese deve mettersi in auto-isolamento anche se non ha sintomi. La compagnia di bandiera British Airways ha cancellato tutti i voli diretti per l’Italia; lo stesso hanno fatto RyanAir e Alitalia. Al momento solo Easyjet e Vueling, con scalo, volano tra Londra e Milano. Il paese ha alzato ponte levatoio, cosa che, essendo un’isola, le riesce molto bene. Chi viene da Sud delle Alpi, è ormai un untore, un monatto come ai tempi della peste di Milano dei Promessi Sposi. Nelle scuole private, le aule dove ci sono italiani o anche persone tornate dall’Italia, sono state chiuse. Razzismo o prevenzione, il confine è minimo e anzi forse inesistente. La prevenzione impone una dose di razzismo.
Chi sono gli "untori"
In Italia un mese fa si accusava di razzismo chi se la prendeva coi cinesi, “untori” del paese. In Inghilterra la rabbia si scarica contro gli italiani, gli “untori” d’Europa. Le scene viste a Milano, ora si ripropongono a Londra, a parti invertite. Più che il razzismo è l’atavico panico che fa parte della natura umana. Ma che a Londra si tinge di un controsenso, emblema dei tempi che viviamo, dove tutti vogliono i benefici della globalizzazione, ma allo stesso tempo nessuno vorrebbe pagare il conto, non capendo che sono due facce della stessa medaglia. Per sconfiggere il virus occorre rinunciare alla globalizzazione.
Quando scatta l'effetto gregge
Il panico, a Londra come a Milano, innesca un effetto valanga che fa peggio del virus: non si sa bene per quale motivo, sul Tamigi è partita anche una razzia di carta igienica. Per la pasta si può capire, per il WC sfugge la logica. E’ scattato l’effetto gregge: se qualcuno inizia comprare un bene qualsiasi, e la cosa inizia a girare (facilissimo nell’epoca dei social media), tutti correranno a fare lo stesso. Ma così facendo causeranno la scomparsa di quel bene. Ho paura che la pasta finisca, vado a comprarne in gran quantità, lo faccio sapere e altri mi seguono che a loro volta lo diranno ad altri. Il gioco è fatto: il timore che si autoavvera ha già tolto dagli scaffali la pasta e porterà più disagi del virus. Il Governo sta correndo ai ripari. E paradossalmente proprio l’Italia “lazzaretto” serve da monito: visto quello che sta succedendo nel Belpaese, tutti gli altri, che hanno meno contagi, stanno attuando misure di prevenzione che non avrebbero preso. Sono stati allentati vincoli alle consegne di Tir, per non lasciare i supermercati senza cibo, e messi anche dei limiti agli acquisti delle persone.
Troppa gente in giro, e molta paura del contagio
Il paese si prepara a un’economia di guerra come ai tempi di Churchill e della Battaglia di Inghilterra. Il paese stima 100mila infettati nelle prossime settimane, una cifra altissima. Sarebbe un contagio monstre perché oggi gli infettati sono solo lo 0,001%, di una popolazione che ha lo stesso numero di abitanti dell’Italia. Da Harrod’s, dove la folla di turisti che fanno shopping è costante tutto l’anno, c’è poca gente che cammina tra le vetrine; il Principe Carlo era atteso alla conferenza sul clima WaterAid ma ha dato forfait e l’evento è stato cancellato. La fiera del libro di Londra, la più importante d’Europa dopo la Buchmesse di Francoforte, non è stata nemmeno posticipata ma rinviata al 2021. Per avere meno di mille contagiati, Inghilterra sta già sperimentando la sua zona rossa.