Ue, Kallas dà ragione a Trump: "Russia minaccia esistenziale, servono 27 eserciti e più investimenti in armi"
L'Alta rappresentante per la Politica estera esorta gli stati membri a investire di più nella Difesa e prepararsi alla guerra. Poi dice: "Sulla Russia sono considerata un falco, ma sono realista"

Dobbiamo "spendere di più per difenderci" e "di eserciti non ne serve uno ma 27". La sintesi del discorso fatto da Kaja Kallas, Alta rappresentante per la politica estera dell'Ue, nel corso della conferenza annuale della European Defence Agency Bruxelles, è questa. "Trump ha ragione a dire che non spendiamo abbastanza" per la difesa, "è tempo di investire: abbiamo bisogno di investimenti dai Paesi membri e dal settore privato. Ma anche dal bilancio comune Ue", con il quale "dobbiamo spendere più dell'1%. Dobbiamo inviare un messaggio che prendiamo sul serio il nostro impegno per la difesa europea", ha detto Kallas.
"L'anno scorso, i Paesi Ue hanno speso collettivamente una media dell'1,9% del Pil per la difesa. La Russia spende il 9%. Spendiamo miliardi per le nostre scuole, l'assistenza sanitaria e il welfare. Ma se non investiamo di più nella difesa, saremo tutti a rischio", ha evidenziato. Più investimenti in armi e in dispositivi di difesa dunque, ma anche un esercito per ognuno degli Stati membri in grado di lavorare insieme, "preferibilmente con alleati e partner, ma se necessario anche da soli", qualora l'Ue non riesca ad averne uno suo.
"Russia minaccia esistenziale"
Per Kallas insomma la minaccia russa che definisce "esistenziale" va combattuta con atti concreti e infatti "non deve esserci alcun dubbio, in nessuno di noi, sul fatto che dobbiamo spendere di più per prevenire la guerra, ma dobbiamo anche spendere di più per prepararci per la guerra". La ex premier estone, che soffre la vicinanza del suo Paese con la Russia - l'Estonia, insieme alle altre due repubbliche baltiche, faceva parte dell'ex Blocco sovietico - insiste sul fatto che è necessario migliorare le nostre capacità, e quindi dice che "abbiamo bisogno di un'industria della difesa che produca quello di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo prepararci al peggio, ma dobbiamo vederla anche come una opportunità per sviluppare una base tecnologica più robusta in Europa", avverte.
"Ucraina fronte della difesa europea"
L'Ucraina, ha poi spiegato Kallas, "è il fronte della difesa dell'Europa. Serve un sostegno maggiore e più rapido per Kiev, perché il solo linguaggio che la Russia comprende è quello della forza". E Mosca "resterà una minaccia esistenziale finché continueremo a sottoinvestire nella nostra difesa". Per Kallas la Russia non è invincibile. E spiega che "i guadagni territoriali limitati in Ucraina sono stati ottenuti con costi insostenibilmente alti, con una economia che sta crollando. Il tempo non è dalla parte di Mosca, ma non è necessariamente dalla nostra parte, perché non stiamo facendo abbastanza", ammonisce.
Ancora sanzioni contro la Russia
"Stiamo lavorando al sedicesimo pacchetto di sanzioni" contro la Russia per la guerra in Ucraina, ha poi aggiunto. "Vediamo che l'economia russa inizia a soffrire", dato che Mosca non è riuscita a continuare il suo impegno "in Siria" per sostenere il regime di Bashar al Assad, commenta. La Cina "sta guardando attentamente" la "risposta transatlantica" alla guerra. "Dobbiamo essere sicuri che la lezione venga imparata: l'aggressione in politica estera non deve mai pagare", sottolinea quindi Kallas.
"La gente dice che sono un Falco sulla Russia"
"La gente dice che sono un falco sulla Russia. Beh, amo dire che sono realista", afferma poi l'Alta Rappresentante Ue. Kallas come detto ha trascorsi politici di alto livello in Estonia: è stata prima ministra e sua nonna e sua madre vennero deportate in Siberia, perché componenti di una famiglia dell'élite patriottica estone.
"Per troppo tempo - continua Kallas - abbiamo offerto a Mosca alternative, sperando che scegliesse la cooperazione e la prosperità economica per il suo popolo, invece che fraudolente ambizioni imperiali. Invece, l'industria militare russa sforna carri armati, bombe plananti, proiettili da artiglieria in grandi quantità. In tre mesi possono produrre più armi e munizioni di quelle che noi possiamo produrre in un anno. E' un Paese altamente militarizzato, che costituisce una minaccia esistenziale per noi. E stiamo esaurendo il tempo", conclude.