Niente cittadinanza ai figli di migranti senza documenti nati negli Stati Uniti: 22 Stati contro Trump
Sul “birthright citizenship” si profila una battaglia legale. Intanto, arrivano ricorsi anche contro Musk

Negli Stati Uniti si intensificano le tensioni legali e politiche sull’ordine esecutivo firmato da Donald Trump per sospendere il diritto di cittadinanza alla nascita (ius soli) ai figli di migranti irregolari nati nel Paese. Ventidue Stati a guida democratica, le città di Washington D.C. e San Francisco e l’American Civil Liberties Union (ACLU) hanno presentato ricorsi definendo incostituzionale l’ordine, che viola il 14° emendamento della Costituzione americana.
Il 14° emendamento al centro della disputa
Il 14° emendamento, ratificato nel 1868, garantisce la cittadinanza a chiunque nasca negli Stati Uniti. Tuttavia, secondo l’interpretazione dell’amministrazione Trump, l’articolo non deve applicarsi ai figli di migranti privi di documenti. Questa misura, che dovrebbe entrare in vigore entro 30 giorni, mira a rafforzare il controllo sull’immigrazione irregolare. L’ACLU ha criticato duramente la decisione, definendola “irresponsabile e contraria ai valori americani”.
Nuove direttive sull’immigrazione: azioni nelle aree sensibili
Parallelamente, il segretario ad interim per la Sicurezza interna, Benjamine Huffman, ha annunciato la fine delle restrizioni per condurre operazioni in scuole, chiese e altre aree considerate "sensibili". Questa direttiva consentirà alle autorità federali di effettuare retate anche in luoghi precedentemente esclusi. “Non permetteremo ai criminali di nascondersi”, ha dichiarato Huffman, sottolineando il pugno di ferro dell’amministrazione Trump sull’immigrazione.
Il ruolo di Elon Musk e il Doge sotto accusa
Oltre alla questione dello ius soli, tre ricorsi sono stati presentati contro l’istituzione del Doge (Department of Government Efficiency), guidato da Elon Musk. Secondo le denunce, il dipartimento, creato per tagliare 2 trilioni di spesa pubblica, viola le norme sugli organi consultivi federali, che richiedono trasparenza e un’equa rappresentanza. Organizzazioni come Public Citizen e National Security Counselors hanno criticato il predominio di interessi legati all’industria tecnologica e all’ideologia repubblicana.
Richieste di accesso ai documenti pubblici
Il Center for Biological Diversity ha presentato un ulteriore ricorso per ottenere documenti che mostrino l’interazione tra i membri del Doge e la Casa Bianca. La sede operativa del dipartimento, situata presso gli uffici di SpaceX a Washington, è già attiva, ma le nomine e i processi decisionali sono al centro di numerose controversie.