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Germania dopo il voto: "I nemici della Merkel non si illudano, sarà ancora lei a dare le carte"

Intervista con il corrispondente del Frankfurt Allgemeine Zeitung in Italia, Tobias Piller sul risultato delle elezioni in Germania. Archiviata la "Grande Coalizione", la Cancelliera sta lavorando ai nuovi equilibri di maggioranza

Paola Pintusdi Paola Pintus   
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Il voto tedesco vede la coalizione dei Cristiano-democratici Cdu-Csu fortemente ridimensionata, con un meno 8,5% mentre viene confermata la forte ascesa dell'ultra-destra di Afd. Con l'Spd al minimo storico inoltre, la Cancelliera Angela Merkel ha ora davanti a sè il nodo coalizioni. Uno scenario non semplice, di cui abbiamo discusso con il corrispondente del Frankfurt Allgemeine Zeitung in Italia, Tobias Piller.

Piller, l'esito elettorale vede una Merkel ancora protagonista ma costretta a cercare nuovi equilibri. La grosse Coalition non funziona più?

"Partiamo da un punto: ci sono state "grandi coalizioni" anche in passato ma quando sono finite non è mai stato un dramma. Ce n'è stata una dal 2005 al 2009, poi dal 2013 al 2017 e ora sembra che la Grande Coalizione avesse esaurito la sua forza propulsiva. Non è un problema insormontabile, anzi ci sono molti elementi positivi in questo". 
"Dopodichè mi sembra che ci sia troppo panico attorno al risultato tedesco. Alla fine ci sono solo 3 punti percentuali fuori posto. Se Afd avesse preso il 10 e  non il 13 e Merkel fosse arrivata al 36% non ci sarebbe stato alcun clamore, e il risultato sarebbe stato considerato più o meno in linea con aspettative. Quello che bisogna chiedersi è: con questo 3% cambia qualcosa? Strategicamente non cambia niente: la Merkel può sempre avere i numeri per fare la sua coalizione "Giamaica" e finisce li. Tutta questa inquietudine mi sembra la classica tempesta in un bicchier d'acqua".

L'Spd con Schultz ha detto di essere intenzionata a passare all' opposizione. Questa decisione poò cogliere il senso profondo della protesta che arriva dall'elettorato?

"Schulz ritiene di fare una mossa da statista passando all'opposizione. Da un lato in questa decisione pesa la stanchezza di essere sempre gli junior partners nella Grande Coalizione. Ma dall'altro lato non vogliono lasciare il ruolo di primo partito dell'opposizione al partito della destra estrema Afd. Un grande raggruppamento ha lo svantaggio di avere un'opposizione solo ai margini estremi, sia a destra che a sinistra. Ora e per il futuro il compito nell'interesse di tutti è quello che Spd possa agganciare le necessità di quelli che si sentono lasciati indietro e che protestano in modo da non lasciarli totalmente alla destra estrema. In questo Schulz fa un servizio a tutti" 

Questa situazione può essere anche un momento di chiarezza per la politica tedesca?

"La Spd ha perso mezzo milione di voti verso Afd, la Cdu ha perso oltre un milione. Certamente qualche scontento in futuro potrebbe orientarsi verso Spd. 

In questo panorama però rimane da giocare solo la carta della coalizione con liberali e verdi, che però fra di loro hanno dei programmi molto diversi. Come sarà possibile trovare la quadra e far nascere un governo sulla base di presuppposti così differenti?

"La Merkel ha interesse a non consegnarsi armi e bagagli a questi due partiti e per questo cerca di tenere nel gioco delle trattative sulle coalizioni anche i social-democratici anche se è improbabile che questi cambino idea. In ogni caso la Cdu è già in una coalizione coi Verdi nel land dell'Assia e nello Schleswig Holstein. Questo dimostra che si può fare. Inoltre sia i Verdi che i Liberali dalla sera delle elezioni hanno assunto un atteggiamento più responsabile dicendo di voler dare il loro contributo concreto alla formazione del nuovo governo a prescindere dallo spauracchio dell'Afd. Questi presupposti lasciano sperare di poter avere un governo non immobile e fatto solo di litigi. Se così non fosse del resto tutti sono consapevoli che la prossima volta l' Afd prenderà il 20%". 

Dopo la batosta in Baviera la Csu chiede politiche più nette. Non c'è il pericolo di uno spostamento a destra e che riflessi ci saranno per la prospettiva dell'integrazione europea?

"La Csu è il vero nodo, perchè per loro la batosta è stata più pesante. Loro sono ininterrottamente al governo in Baviera dal 1957 e già nella tornata 2010-14 è stato un problema dover essere costretti a fare un'alleanza coi liberali per governare il land. Aver perso il 10% alle elezioni federali, scendendo dal 49 al 39% dei consensi è stato uno shock. Certamente vorranno fare di più per avere più visibilità.
Sull'Europa: attenzione, certamente la Merkel ha un approccio europeista ma non nel senso in cui viene inteso da molti in Italia. Qui qualcuno forse ha cullato l'illusione che la Cancelliera facesse di tutto per farsi rieleggere per poi subito dopo dare una fregatura ai propri elettori. Un'illusione un pò strumentale cullata da politici che hanno a cuore di piacere ai propri elettori. In realtà la Germania non ha alcun interesse a mutualizzare il debito per diverse ragioni: da un lato se i tedeschi avessero saputo che qualcuno dei partners europei chiedeva la mutualizzazione sarebbero scappati dal tavolo di Maastricht o prima dell'introduzione dell'euro. Secondo: dal punto di vista della Germania e dei paesi del Nord Europa venire incontro a tutte queste richieste vuol dire dare un incentivo a non cambiare niente: magari continuando a spendere sempre di più, facendo regalini qua e la e non rendendo davvero più competitiva e più produttiva l'economia italiana. La solidarietà europea è possibile ma deve avere come obbiettivo la crescita dell'Italia".

 

Paola Pintusdi Paola Pintus   
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