L'amico di Ramy: "I carabinieri ci hanno spinto, nessun alt". Spunta un nuovo video
Così Fares Bouzidi, interrogato dal gip di Milano, ha raccontato l'impatto che ci sarebbe stato, stando anche alla sua versione, tra l'auto dei carabinieri e lo scooter su cui viaggiava l'amico morto nell'incidente
"Non ho perso io il controllo, ho sentito questa botta, questo urto, questa spinta da dietro, poi siamo volati, questo mi ricordo e mi ricordo di essermi svegliato, poi, in ospedale". Così Fares Bouzidi, interrogato dal gip di Milano, ha raccontato l'impatto che ci sarebbe stato, stando anche alla sua versione, tra l'auto dei carabinieri e lo scooter su cui viaggiava anche Ramy Elgaml, il 19enne morto nell'incidente. Le sue parole sono state ricostruite dall'avvocato Marco Romagnoli, che lo difende con Debora Piazza. Intanto a DrittoeRovescio viene mostrato un video inedito dell’inseguimento tra i Carabinieri e lo scooter su cui viaggiava Ramy.
L'interrogatorio
"Ha risposto con difficoltà, date le sue condizioni, a tutte le domande - ha spiegato Romagnoli ai cronisti - ha risposto compiutamente per quello che ricorda, dato il trauma che ha avuto". Ha confermato che è "scappato ma non da un alt dei carabinieri, ha incrociato la macchina e aveva paura, ha accelerato e loro dietro, aveva l'ansia perché era senza patente, era quello il suo timore". Ha messo a verbale "di essere stato urtato, spinto da dietro, ha riferito che non ha perso lui il controllo, lui istintivamente stava andando verso casa". Ricorda "l'urto, il volo e il risveglio in ospedale".
Una serata normale
Quella sera per lui e Ramy, secondo la versione del 22enne, era stata una serata normale, di divertimento, prima dell'inseguimento. Un altro aspetto che ha raccontato a verbale, ha aggiunto il legale, "è che durante la dinamica dell'inseguimento sperava di poter rallentare e fermarsi per permettere a Ramy di scendere, anche se non si era nemmeno accorto che l'amico aveva perso il casco". Secondo il legale, Bouzidi, indagato anche per omicidio stradale, come il carabiniere della prima macchina inseguitrice, "non ha saputo dire se ci siano stati altri urti durante l'inseguimento di 8 km, non ha saputo ricostruire con certezza, lui si ricorda questa ultima botta da dietro, quella spinta forte in avanti, che ce ne siano stati altri può essere o non essere, non ricorda".
"Non c'è stato alcun alt dei carabinieri"
"Sono scappato sì ma non da un alt, ho incrociato la macchina, avevo paura perché non avevo la patente e sono scappato e loro sono venuti dietro, ho accelerato e loro ancora dietro, avevo l'ansia perché ero senza patente, poi c'è stato l'urto, la botta, la spinta da dietro". Così, come riferito dal legale Marco Romagnoli, il 22enne Fares Bouzidi, l'amico di Ramy Elgaml, morto nell'incidente il 24 novembre, ha descritto ciò che è successo.
"Durante l'inseguimento - ha detto - speravo di poter rallentare, fermarmi per permettere a Ramy, che aveva perso il casco, di scendere ma non ce l'ho fatta".
Una consulenza rapida per ricostruire l'incidente
Avrà 45 giorni di tempo, un termine relativamente breve, l'ingegnere Domenico Romaniello incaricato dalla Procura di Milano di "ricostruire la dinamica" dell'incidente in cui ha perso la vita Ramy Elgaml, 19enne che era in sella allo scooter, guidato dall'amico 22enne Fares Bouzidi, il 24 novembre, mentre veniva inseguito dai carabinieri a Milano. Le operazioni della consulenza inizieranno il 20 dicembre e la relazione dovrebbe essere depositata ai primi di febbraio. Nel frattempo, nei prossimi giorni dovranno essere messi a disposizione dell'ingegnere i primi rilievi della Polizia locale, le planimetrie e le analisi delle telecamere di videosorveglianza e i due mezzi saranno portati in uno stesso luogo e analizzati. Anche gli avvocati hanno nominato propri consulenti, tra cui l'ingegnere Matteo Villaraggia per i genitori di Ramy.