Ucraina, il racconto dell'italiano fuggito da Bucha: "E' orribile, hanno sparato a donne e bambini"
Miglietta aveva un'azienda nella cittadina alle porte di Kiev. "Il mio cervello è ancora sotto shock" e "per me è impossibile dimenticare quello che ho visto", racconta l'uomo dopo essere arrivato in Italia con la moglie e i loro due cani
Una "città fantasma" con tutti i crismi di un osceno teatro di guerra: "cadaveri per strada", "macchine che saltavano in aria" e la "paura dei cecchini nascosti dappertutto". La sintesi estrema è di un italiano, Gianluca Miglietta, che dopo aver trascorso sei giorni e sei notti nascosto in uno scantinato di Bucha, alle porte di Kiev in Ucraina, è riuscito a fuggire insieme a sua moglie Iryna e ai due loro cani. Ora si trova in Italia dove è riuscito a riparare dopo una fuga pericolosissima.
"Una decisione difficile, poteva essere il mio momento e invece grazie a Dio ce l'abbiamo fatta, ma per altri non è stato così", racconta l'uomo, proprietario di un'azienda di cosmesi, la "Naturelle Haute Cosmetique", intervistato dall'AdnKronos mentre si trova nel suo paese di origine in provincia di Torino. "Il mio cervello è ancora sotto shock" e "per me è impossibile dimenticare quello che ho visto", anche se le immagini di Bucha circolate in questi giorni rappresentano "l'un per cento della realtà orribile che sta vivendo l'Ucraina".
"E' un genocidio, vogliono sterminare gli ucraini"
La guerra non risparmia orrori e racconta del "massacro delle donne, stuprate e uccise. Poi gli passano sopra con il carro armato, come si può definire tutto questo?'', dice. Per Miglietta, quello in atto è "un genocidio, vogliono sterminare un intero popolo, quello ucraino". Le immagini che vengono trasmesse in Italia mostrano luoghi a lui familiari, come la chiesa dove dice di essersi recato tutte le settimane. "C'era un prato - racconta -, lo stavano sistemando prima della guerra, e ora c'è una fossa comune, sacchi neri con dentro corpi". E poi ci sono "le madri e i figli che vengono seppelliti nei terreni di fronte ai condomini. Non sono più persone, non ci sono più i visi, non hanno più le identità, non sono più riconoscibili. E' atroce''.
La fuga e l'orrore fuori dallo scantinato
Il suo pensiero va a quel 2 marzo in cui è riuscito a uscire dallo scantinato. "Mi sono trovato davanti agli occhi delle scene agghiaccianti di distruzione e morte. A terra c'era di tutto. C'erano corpi, ragazzini, hanno sparato ai bambini", racconta. "Solo ieri hanno ucciso un ragazzino di 14 anni con la fascia bianca al braccio per segnalare che era un civile. Ma allora cosa dice il sindaco che Bucha è stata liberata?", prosegue, aggiungendo però che "ci vorrà tempo prima che davvero sia libera dai russi, magari ce ne sono ancora di nascosti, 'travestiti' da civili".
Intanto "la realtà è che sparano, missili dappertutto, missili anche sugli anziani. Io sono stato nascosto il più possibile, poi ho deciso di tentare il viaggio della speranza'', ma ''in quei momenti c'è poca lucidità. Vedi i carri armati rotti, i cadaveri per la strada, i posti di blocco, sono momenti di panico e pensi solo a correre, a cercare la strada migliore". Miglietta dicedi aver avuto coraggio e fortuna. Poi le parole che meglio di altre descrivono il suo sconforto: "E' da due settimane che non riesco a mettermi in contatto con 40, 50 persone che conosco e che sono rimaste lì". Di alcuni non ha notizie, di altri invece, una madre con i suoi figli, sa che sono riusciti am mettersi in salvo.