Gli Usa valutano il disimpegno delle truppe in Europa. Prosegue l'offensiva russa in Ucraina
Kiev valuta il ritiro delle truppe dal Kursk. Vladimir Putin sarebbe disposto a discutere una tregua temporanea

Donald Trump sta considerando l'ipotesi di ritirare 35.000 truppe americane dislocate in ambito Nato in Germania e magari di spostarle in Ungheria, paese ben più affine alle sue politiche. Non solo. Gli Usa, secondo fonti di stampa svedesi, vogliono anche interrompere la partecipazione alle future esercitazioni militari in Europa in ambito Nato, confermando così plasticamente l'intenzione di disimpegnarsi dal Vecchio Mondo. "Trump è arrabbiato perché gli europei sembrano spingere per la guerra", dice una fonte vicina alla Casa Bianca, citata dal britannico Telegraph, guarda caso dopo lo storico vertice di Bruxelles in cui l'Ue ha deciso di rafforzare la sua difesa e il sostegno all'Ucraina. In quest'ultimo caso con l'opposizione di Viktor Orban. Certo, far migrare i soldati dalla Germania all'Ungheria non sarà cosa semplice: le basi tedesche ospitano migliaia di famiglie americane, con infrastrutture costruite in decenni di permanenza - scuole, abitazioni, ospedali - ma il presidente ormai non sorprende più nessuno con le sue idee a volte estemporanee.
L'intenzione degli Usa di ridurre il loro impegno in Europa è però assodato - poco dopo il suo insediamento Trump aveva notificato agli alleati Nato l'intenzione di riportare in patria i 20mila soldati dislocati da Joe Biden dopo l'invasione dell'Ucraina e di chiedere un "contributo" per quelli restanti - ed è in parte il motivo per cui l'Unione Europea ha deciso di varare il piano di riarmo. L'attenzione al momento si sta concentrando sugli investimenti per l'equipaggiamento (missili, aerei, navi e quant'altro) benché, da mesi, si sta muovendo sotto traccia pure il tema degli uomini. La Nato, ad esempio, sta incoraggiando gli alleati a "cambiare i modelli" di formazione dei soldati perché "serve più unità" per affrontare la mutata realtà di sicurezza in Europa. Con il servizio di leva che non è più un tabù in vari membri dell'Ue.
Il premier polacco Donald Tusk ha appena annunciato al Parlamento che l'esercito deve arrivare a 500mila effettivi e che servirà una riserva corposa. Quindi si punterà su una sorta di 'mini naia' per dare "un addestramento militare ad ogni maschio adulto" del Paese, con un piano da definire "entro la fine dell'anno". Sono misure che costano. E che al contrario degli acquisti dei mezzi pesano sui bilanci in modo strutturale. Da qui la necessità di mettere mano al Patto di stabilità europeo per permettere di affrontare la nuova realtà. Sta di fatto che varie forme di coscrizione stanno tornando in Europa.
La Lettonia l'ha reintrodotta (dal 2028 7.500 uomini saranno chiamati ogni anno) e persino la Germania ci sta pensando. Anche se molti citano il modello ibrido svedese - introdotto dopo l'annessione della Crimea - come un esempio. Tutti i diciottenni, infatti, devono presentarsi (obbligatoriamente) per una valutazione: ogni anno però solo il 5-10% circa sia degli uomini che delle donne prende parte al servizio militare e vengono reclutati solo i giovani disposti a farlo. Un'opzione più dolce della vecchia naia, certamente, che certifica lo stesso la fine di un'era. Lo stesso Emmanuel Macron ha ventilato ipotesi simili ai francesi e fonti vicine allo Stato Maggiore di Parigi parlano della necessità di costruire una riserva di "almeno 300mila uomini".
I russi avanzano nel Kursk e Kiev valuta il ritiro delle truppe
Non si ferma l'offensiva russa. Undici persone sono morte e altre 30 rimaste ferite in attacchi russi che nella notte hanno colpito la città ucraina orientale di Dobropillia, nella regione di Donetsk. Ieri già altri cinque civili erano morti e nove rimasti feriti a seguito di raid russi sull'oblast: nelle località di Ivanopillia, Yablunivka, Kostiantynopil e Drobysheve. Secondo quanto riferito dal Telegraph, Kiev sta valutando il ritiro dalla regione russa del Kursk, che era stata occupata lo scorso agosto. Dieci mila soldati ucraini sono a rischio di accerchiamento dopo che la Russia ha sfondato le principali linee di difesa e interrotto le catene di approvvigionamento.
Trump pensa a sanzioni contro la Russia
Donald Trump prosegue il suo mandato presidenziale come un fiume in piena e ancora una volta rilascia dichiarazioni che fanno discutere. "Credo a Putin. Trovo più difficile trattare con l'Ucraina che con la Russia, e l'Ucraina non ha le carte" ha affermato il Tycoon. "L'Europa - ha proseguito - non sa come mettere fine alla guerra, io penso di sapere come fare". "Sto considerando ampie sanzioni bancarie, sanzioni e dazi alla Russia fino a quando un cessate il fuoco e un accordo finale sulla pace non saranno raggiunti" ha aggiunto, esortando la Russia e l'Ucraina a sedersi al tavolo "ora prima che sia troppo tardi".
Putin e la possibilità di una tregua
Vladimir Putin è disposto a discutere una tregua temporanea in Ucraina a condizione che si facciano progressi verso un accordo di pace definitivo. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali per un accordo sulla cessazione delle ostilità ci dovrebbe essere una chiara intesa sui principi quadro dell'accordo di pace finale. La Russia insisterà - aggiunge Bloomberg - per stabilire i parametri di un'eventuale missione di peacekeeping, compreso l'accordo su quali Paesi vi prenderanno parte.
La proposta della NATO e la risposta di Kiev
Il governo di Kiev guarda con interesse alla proposta di Giorgia Meloni di estendere l'articolo 5 della NATO all'Ucraina, rilanciata ieri in occasione del Consiglio europeo informale. "Accogliamo con favore questa dichiarazione come parte della discussione sulla fornitura all'Ucraina di garanzie di sicurezza a lungo termine e sulle garanzie di sicurezza e pace in generale", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri Heorhii Tykhyi in un briefing a Kiev, come riporta la Reuters sul proprio sito. "Per quanto riguarda questa proposta, siamo in contatto con i nostri colleghi italiani per chiarirne i dettagli", ha spiegato Tykhyi.