Le prime immagini di Gaza rasa al suolo. Hamas: "Risorgerà". Rilasciati 90 detenuti palestinesi. Entrati 630 camion di aiuti
Prigionieri rilasciati nella notte dal carcere di Ofer. Tra essi Khalida Jarrar, ci sono anche 21 minorenni: uno ha 15 anni. Il parroco di Gaza: "La novità è il silenzio, la frutta e la verdura". L'allarme dell'Oms: "Sarà difficile ripristinare il sistema sanitario"
Dopo il rilascio domenica di tre donne israeliane ostaggio a Gaza dei militanti di Hamas, è la volta dei prigionieri palestinesi, in tutto 90, che in questa prima fase vengono rilasciati dalle carceri di Tel Aviv. Ma è anche il giorno nel quale cominciano ad entrare dal valico di Rafah, riaperto dall'Egitto, i camion carichi di aiuti umanitari per la popolazione della Striscia stremata dalla fame e dalle malattie oltre che dalle bombe di Netanyahu. Sono oltre 47mila i morti palestinesi in un anno e mezzo di guerra, secondo un bilancio ufficiale sottostimato, secondo alcuni, perché non tiene contro dei morti collaterali, ovvero le vittime delle mancate cure, delle condizioni di estremo disagio nel quale gli sfollati sono condannati a vivere, oppure, appunto della fame. I 630 mezzi carichi di cibo, tende e beni di prima necessità sono diretti nei più svariatio punti della Striscia dove gli sfollati si sono ammassati nella speranza di sfuggire alle bombe dell'Idf.
"Per la prima volta non abbiamo avuto paura, non ci chiedevamo quando ci sarebbe stato il prossimo raid". Quasi incredulo, Ammar Barbakh, trentacinquenne residente di Khan Yunis, descrive con poche parole il sollievo dei gazawi al risveglio dopo la prima notte senza bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, che in 15 mesi di guerra hanno raso al suolo la maggior parte degli edifici e delle infrastrutture nell'enclave. Una devastazione tale da rendere il cessate il fuoco un momento dolceamaro per milioni di palestinesi, partiti in un lungo controesodo per tornare alle proprie case, consapevoli che ad attenderli ci sarà solo un cumulo di macerie. Ma Hamas promette: la Striscia e il suo popolo "risorgeranno di nuovo per ricostruire ciò che l'occupazione ha distrutto".
Tajani: dall'Italia altri 10 milioni di aiuti per Gaza
L'Italia stanzierà ulteriori 10 milioni di euro di aiuti, oltre ai 15 mln già stanziati, per gli aiuti alla popolazione palestinese. Lo afferma a Gerusalemme il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Per Tajani sia il ministro degli Esteri israeliano Sa'ar sia il premier palestinese Mustafa, sostengono il progetto 'Food for Gaza'. L'Italia fornirà uomini e donne a una eventuale missione di pace a guida araba a Gaza. Lo afferma a Gerusalemme il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Per Tajani "non potà essere Hamas" a gestire Gaza in futuro.
"Almeno 10mila cadaveri sotto le macerie di Gaza"
L'agenzia di protezione civile a Gaza, gestita da Hamas, stima che più di 10.000 cadaveri siano ancora sotto le macerie degli edifici distrutti. In un aggiornamento sull'impatto della guerra nella Striscia negli ultimi 15 mesi, ripreso da Bbc, l'agenzia afferma di non essere "riuscita a trovare alcuna traccia" di circa 2.840 persone uccise a causa delle temperature estremamente elevate prodotte dalle armi dell'esercito israeliano. Gli equipaggi del Servizio di Protezione Civile sostengono di aver recuperato oltre 38.300 cadaveri e soccorso 97.000 feriti dalle aree prese di mira da Israele.
Novanta detenuti palestinesi scarcerati, per Hamas ne manca uno
Sono stati rilasciati nella notte i primi 90 detenuti palestinesi che, in base all'accordo tra Israele e Hamas, sarebbero dovuti essere scarcerati in cambio delle prime tre donne ostaggio. In una nota, però, Hamas fa notare che tra i detenuti di sicurezza rilasciati manca un prigioniero il cui nome era sull'elenco. Lo riporta il sito di Ynet. Hamas, spiega la nota, sta lavorando con i mediatori e con la Croce Rossa "per fare pressione su Israele affinché rispetti l'elenco concordato dei prigionieri". La liberazione è avvenuta intorno alle 1 di notte: come riporta Afp che aveva i propri giornalisti appostati vicino al penitenziario, centinaia di persone si sono radunate nei pressi della prigione per attendere la loro scarcerazione. Il carcere era quello di Ofer, in Cisgiordania, fino a Ramallah o Gerusalemme Est.
Gli aiuti entrano a Gaza: l'Onu: non c'è tempo da perdere
"Non c'è tempo da perdere", ha detto il capo degli aiuti umanitari dell'Onu, Tom Fletcher, precisando che almeno 300 camion sono diretti verso il nord assediato e bombardato del territorio. "Dopo 15 mesi di guerra incessante, le esigenze umanitarie sono sconvolgenti", ha affermato Fletcher sui social media. Pochi minuti dopo l'inizio della tregua, ieri, le Nazioni Unite hanno affermato che i primi camion carichi di aiuti umanitari disperatamente necessari sono entrati nel territorio palestinese.

La distruzione di Gaza City nelle immagini della Cnn
Cumuli di macerie, case rase al suolo, tonnellate di detriti: è la distruzione del campo profughi di Jabalia nelle impressionanti immagini del drone della Cnn che è entrato a Gaza per la prima volta dal novembre 2023. Le immagini sono apocalittiche e non sono rare a Gaza. Gaza City, la città più grande di Gaza, ha chiesto il sostegno internazionale per ripristinare i servizi di base dopo l'entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas. "Oltre il 70% delle strade di Gaza City è stato distrutto e il 60% dei residenti non ha accesso all'acqua", ha affermato il governo locale.
"Le priorità della prima fase sono ripristinare la vita in città, garantire i servizi e riaprire le strade", ha affermato il comune di Gaza City. Il governo locale, scrive Cnn, ha dichiarato di aver presentato un elenco di necessità alle organizzazioni internazionali e ha chiesto che vengano consentite "ampie" quantità di carburante. La ricostruzione nell'intera Striscia di Gaza sarà un'impresa enorme e lunga. Secondo una recente stima dell'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari, circa il 92% delle case a Gaza è stato distrutto o danneggiato e più di 1,8 milioni di persone hanno urgente bisogno di rifugi di emergenza e di beni di prima necessità per la casa.
Onu: il 74% delle case distrutte nella Striscia
Secondo un'analisi del Centro satellitare delle Nazioni Unite (Unosat), più di due terzi di tutti gli edifici di Gaza hanno subito danni, stimati in circa 163.778 edifici. Si stima che circa 52.564 strutture siano state distrutte. Le due città più grandi di Gaza, Gaza City e Khan Younis, sono due delle aree più colpite, dove si ritiene che il 74% degli edifici e il 55% degli edifici siano stati danneggiati o distrutti. Dalle immagini satellitari da Planet Labs, è evidente la portata della distruzione in queste due principali aree urbane. Cumuli di macerie, case rase al suolo, tonnellate di detriti: è la distruzione del campo profughi di Jabalia nelle impressionanti immagini del drone della Cnn che è entrato a Gaza per la prima volta dal novembre 2023.
Chi sono le donne palestinesi liberate e chi sono i minori
Khalida Jarrar, la storica attivista palestinese di 62 anni, è tra le attiviste incarcerate e liberate a seguito dell'accordo per il cessate il fuoco. Jarrar è una componente di spicco del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Jarrar, attivista per la difesa dei diritti umani, è stata deputata nel 2006 e nell’ultimo decennio è stata a più riprese arrestata e rilasciata, sebbene mai condannata per coinvolgimento diretto in azioni militari. Nel 2007 le è stato vietato di viaggiare all’estero, divieto poi revocato nel 2010 per consentirle di ricevere cure mediche in Giordania. Nel 2015 la sentenza è stata di 15 mesi di detenzione per incitamento e appartenenza a un’organizzazione vietata e l’arresto più recente nel dicembre 2023, con gli ultimi sei mesi trascorsi in isolamento in una piccola cella, stando ad alcune indicazioni.
Tra le altre donne che compaiono nella lista ci sono Dalal Khaseeb, di 53 anni, sorella dell’ex vice comandante di Hamas Saleh Arouri, ucciso in un attacco israeliano in un sobborgo meridionale di Beirut un anno fa. Poi Abla Abdelrasoul, 68 anni, moglie del leader del Fplp Ahmad Saadat, che nel 2001 uccise un ministro israeliano e sta scontando una condanna a 30 anni. Ci sono poi 21 minorenni e fra questi il più giovane ha 15 anni, si chiama Mahmoud Aliowat ed è accusato di un attacco a Gerusalemme nel 2023. Sulla base della lista pubblicata dal ministero della Giustizia, in questa prima fase dell’attuazione dell’accordo è prevista la liberazione di detenuti arrestati dal 2020, tra cui 66 solo nell’ultimo anno. Cinque sono sospettati di tentato omicidio, tre di omicidio e sette di aggressione. Dieci sono già stati condannati, 31 sono detenuti senza processo e 51 sono in attesa di giudizio.
Israele, le tre donne liberate sono “in condizioni stabili”
I tre ostaggi, Emily Damari, Romi Gonen e Doron Steinbrecher, liberati dalla prigionia di Hamas dopo 471 giorni, "sono in condizioni stabili". Lo afferma il dottor Sefi Mendelovich, vicedirettore generale della Sanità presso lo Sheba Medical Center di Ramat Gan. "Ci vorranno ancora alcuni giorni per completare tutti gli esami necessari", afferma Mendelovich. Il personale dell'ospedale continuerà a monitorare le loro condizioni cliniche.
Trump: "Epico cessate il fuoco, primo passo verso la pace"
"Abbiamo raggiunto un epico cessate il fuoco" a Gaza, che è "un primo passo" verso la pace. Lo ha detto Donald Trump. "I primi tre ostaggi sono stati liberati", ha aggiunto dal palco della Capital One Arena lodando il suo inviato per il Medio Oriente, Steve Witkoff.
Il parroco di Gaza: “Il silenzio, la frutta e la verdura sono le novità più grandi dopo la tregua”
Il silenzio, per l'assenza dei bombardamenti, e la frutta e la verdura arrivate sulla tavola. Sono le novità più concrete della vita a Gaza con l'inizio della tregua. Lo racconta il parroco della Sacra Famiglia, padre Gabriel Romanelli. Ieri sera alle 8 (le 7 in Italia) puntualmente è anche arrivata la telefonata di Papa Francesco. "Ci ha detto: sono contento che la pace a Gaza sta arrivando", riferisce il missionario argentino. "La gente è contenta anche se sa che la tregua non è ancora la pace" ma "speriamo che sia l'inizio di un cammino di pace e di una fase nuova in Terra Santa e di riconciliazione e giustizia tra palestinesi e israeliani", dice il parroco dell'unica chiesa cattolica della Striscia. Tra le novità "un silenzio assordante", "assordante perché ti fa pensare". "Non c'era alcun rumore di spari, armi e non c'erano nemmeno droni". "Questo silenzio è assordante perché attira l'attenzione".