A Gerusalemme solo i gatti son liberi. Il reportage dalla città deserta
La desolazione della città vecchia dall’inizio della guerra. E' sempre stata punto d’incontro delle tre principali religioni monoteiste ma soprattutto centro nevralgico del paese
Al di là della porta di Damasco, le strade della città vecchia di Gerusalemme alle 19 sono già deserte, un uomo cammina scalzo nella zona cristiana, è l’unico, oltre lui solo i gatti. La città, punto d’incontro delle tre principali religioni monoteiste ma soprattutto centro nevralgico del paese, è sempre stata nodale nella questione israelo-palestinese.
L'umanità è morta
“L’umanità è morta”, si legge in una scritta sul muro. Dopo pochi giorni dal 25 dicembre e nella settimana del Natale ortodosso, la città santa è in lutto. “Quest’anno niente Natale”, racconta un negoziante, “non avevamo niente da festeggiare”. La devastazione di Gaza qui si traduce in desolazione.
Gerusalemme dal 1967 è divisa in due parti, Gerusalemme est occupata dalle forze militari israeliane durante la guerra dei sei giorni, e Gerusalemme ovest dove vivono ancora i palestinesi. Tutta la città, malgrado la condanna dell’Onu, da allora è sotto il controllo israeliano ma è rivendicata dai palestinesi come parte dello Stato di Palestina.
Città vecchia militarizzata
La città vecchia è completamente militarizzata e l’accesso ai luoghi di culto è gestito esclusivamente dai militari israeliani, compreso quello ad al-Aqsa, moschea più grande di Gerusalemme e una delle più importanti per i musulmani di tutto il mondo. Nonostante l'alto livello di tensione che ben prima del sette ottobre si viveva dentro e fuori la città vecchia, Gerusalemme è sempre stata piena di turisti, chi in pellegrinaggio religioso, chi semplicemente curioso di vedere una delle città più belle del mondo, patrimonio dell’Unesco. Dall’inizio della guerra a Gerusalemme non viene più nessun straniero se non per lavoro o attivismo.
“Da tre mesi qui non viene più nessuno, l’ostello è rimasto chiuso fino ad oggi”, spiega il proprietario dell’Hebron kan hostel, "l'aeroporto di Ben Gurion è chiuso, la gente o viene dalla Giordania o non può venire. Dall’inizio della guerra non c’è più nessuno”.
Bambini in mezzo alle armi
Una bambina cammina con lo zaino in spalla, sgambetta di ritorno dalla scuola, accanto a lei un fucile. Lo tiene in mano un soldato israeliano. L’esercito dello stato ebraico è ad ogni angolo della città con le armi puntate pronte a sparare. Ma pronti a sparare sono anche i coloni israeliani che dal sette ottobre sono diventati a tutti gli effetti parte integrante dell’esercito. Tra le bancarelle di frutta e i negozi di spezie sembra normale veder passare qualcuno con addosso un fucile o sentirne gli spari.
Di sera è pericoloso stare sui tetti, potresti essere mirato dai cecchini o colpito dai coloni. Mohammed M. prepara uno shawarma poco fuori dalla città vecchia dentro il suo piccolo locale e dice: “qui a Gerusalemme solo i gatti sono liberi di andare sui tetti, di muoversi da al-Aqsa al Santo Sepolcro, dalla porta di Damasco al muro del Pianto. Solo i gatti sono liberi davvero a Gerusalemme”.