Cosa c'è dietro il monito di Papa Francesco alle Borse e alla Finanza mondiale
E così in un videomessaggio con l’intenzione di preghiera per il mese di maggio ha diffuso nel mondo intero un SOS per proteggersi, in un modo umano e giusto, non più solo dalla pandemia, ma dalla speculazione

In questo mese di maggio papa Francesco ha aggiornato l’antica regola di vita cristiana di san Benedetto “ora et labora” in “economia e preghiera”. Un accostamento di realtà in apparenza lontanissime, ma l’urgenza della situazione mondiale deteriorata in termini impressionanti dal Covid 19, ha spinto Francesco a trovare il modo di renderlo plausibile. E così in un videomessaggio con l’intenzione di preghiera per il mese di maggio ha diffuso nel mondo intero un SOS per proteggersi, in un modo umano e giusto, non più solo dalla pandemia, ma dai pericoli dei mercati finanziari.
Non si tratta soltanto di una preghiera al vento dei desideri improduttivi, ma affidata alla Rete Mondiale di Preghiera del papa, che dal 2014 è il nome nuovo del movimento che da 175 anni era conosciuto come “Apostolato della preghiera”, pensato da un gesuita in Francia e poi diffuso in tutti i continenti. Oggi la Rete ha assorbito anche il Movimento eucaristico giovanile (Meg) che conta su oltre un milione di giovani impegnati in esperienze di vita cristiana solidale. A questa Rete il papa indica l’intenzione per la quale pregare in ogni mese dell’anno. Per la sua riuscita il progetto conta anche sull’appoggio di Vatican Media. Attualmente è disponibile in 21 lingue, 14 sono presenti nelle varie reti sociali (sito web, Facebook, Twitter, YouTube, Instagram, newsletter).
"Preghiamo"
Questa l’intenzione proposta da Francesco per il mese di maggio: “Preghiamo perché i responsabili della finanza collaborino con i governi per regolamentare i mercati finanziari e proteggere i cittadini dai suoi pericoli”. Nel videomessaggio il papa offre un concentrato della sua visione economica mondiale già considerata nelle due sue encicliche sull’ambiente e la fraternità, in altri discorsi e documenti e, più di recente, nella lettera alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Internazionale. Tutti questi interventi non sono frammenti di impulsi occasionali del papa, ma offrono una strategia economica pensata alla luce dell’insegnamento sociale della Chiesa che è il modo attuale e concreto di presentare il Vangelo in un assetto mondiale, dominato ormai dal capitale a scapito anzitutto di maggioranze umane impoverite. Nella rivoluzione sociale di Francesco si punta in particolare a rimettere al centro dell’economia la persona umana anziché i mercati. “Mentre l’economia reale, quella che crea lavoro, è in crisi – quanta gente è senza lavoro! – i mercati finanziari – evidenza il papa nel videomessaggio - non sono mai stati così ipertrofici come sono ora”. “Quanto è lontano – denuncia Francesco - il mondo della grande finanza dalla vita della maggior parte delle persone! La finanza, se non viene regolamentata, diventa pura speculazione animata da politiche monetarie. Questa situazione è insostenibile. È pericolosa. Per evitare che i poveri tornino a pagarne le conseguenze, bisogna regolamentare in modo rigido la speculazione finanziaria. Speculazione. Voglio sottolineare questo termine.
La finanza sia strumento di servizio
La finanza – è l’appello del papa - sia uno strumento di servizio, strumento per servire le persone e per prenderci cura della casa comune! Siamo ancora in tempo per avviare un processo di cambiamento globale per mettere in pratica un'economia diversa, più giusta, inclusiva, sostenibile, che non lasci indietro nessuno. Facciamolo! E preghiamo perché i responsabili della finanza collaborino con i governi, per regolamentare i mercati finanziari e proteggere i cittadini in pericolo”. Chiede molto Francesco? Si culla nell’illusione che i mercati possano essere piegati al bene comune e alla protezione dei cittadini? Egli è cosciente che le dinamiche per una giustizia sociale mondiale sono tortuose e ostacolate. Anzi per lo più il male vince sul bene, i denari vanno di preferenza a chi già ne ha troppi e non a chi non ne dispone affatto. Per questo è convinto che serva anzitutto trasformare il cuore umano per cambiare davvero l’economia. Ma la trasformazione del cuore è opera di Dio che lo promette nella Bibbia. Ecco allora come la lotta per la giustizia economica si trasforma in preghiera corale fiduciosa e non remissiva.
“Spirito del Dio vivente, spronaci ad opporci ad un’economia che sta assumendo ogni sviluppo tecnologico in funzione del profitto, senza prestare attenzione a eventuali conseguenze negative per l’essere umano. Facci prendere coscienza che la finanza sta soffocando l’economia reale. Insegnaci ad apprendere la lezione della crisi finanziaria mondiale e quella del deterioramento ambientale.
Non basta la crescita del mercato
Facci riconoscere che l’economia attuale e la tecnologia non risolveranno tutti i problemi ambientali, e che i problemi della fame e della miseria nel mondo non si risolveranno semplicemente con la crescita del mercato. Fa’ che lavoriamo per una migliore distribuzione della ricchezza e per una cura responsabile dell’ambiente, consapevoli che il mercato da solo non garantisce lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale. Insegnaci a mettere a punto con sufficiente celerità istituzioni economiche e programmi sociali che permettano ai più poveri di accedere in modo regolare alle risorse di base”.
Contemplare
Nell’udienza generale odierna a proposito di preghiera e contemplazione, Francesco ha ricordato che “contemplare non è prima di tutto un modo di fare, ma un modo di essere. Essere contemplativi non dipende dagli occhi, ma dal cuore. E qui entra in gioco la preghiera, come atto di fede e d’amore, come “respiro” della nostra relazione con Dio. La preghiera purifica il cuore e, con esso, rischiara anche lo sguardo, permettendo di cogliere la realtà da un altro punto di vista”.
Il gesuita Frédéric Fornos, direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera del Papa osserva come anche nel ciclo di catechesi del mercoledì, intitolate “Guarire il mondo”, Francesco sottolinea che non basta trovare la cura al virus, ma bisogna anche curare il modello economico. Pregare, dunque per questa intenzione, alla luce del Vangelo, - ha detto padre Fornos a Vaticannews - aiuta a vivere secondo lo stile del Regno di Dio, dove, l’organizzazione sociale si basa sul contribuire, condividere e distribuire, non sul possedere, escludere e accumulare.