Tiscali.it
SEGUICI

Il senso dell’Eucaristia cristiana, Francesco per i poveri e contro la guerra

Nell’Angelus appello del Papa per il Myanmar e per il popolo ucraino. Ma c’è anche un Messaggio per la Giornata Mondiale dei poveri.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
Francesco (Ansa)
Francesco (Ansa)

Francesco, nel ricordo dell’Eucaristia prefigurata nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ha chiarito un aspetto fondamentale dell’essere cristiani oggi: significa diventare compagni di strada solidali con i poveri e quanti soffrono conseguenze per le pandemie, le guerre, la miseria, la fame, la solitudine affettiva. “Talvolta – ha spiegato il papa nella recita dell’Angelus - c’è il rischio di confinare l’Eucaristia in una dimensione vaga, lontana, magari luminosa e profumata di incenso, ma lontana dalle strettoie del quotidiano. In realtà, il Signore prende a cuore tutti i nostri bisogni, a partire da quelli più elementari. E vuole dare l’esempio ai discepoli, dicendo: «Voi stessi date loro da mangiare», a quella gente che lo aveva ascoltato durante la giornata. La nostra adorazione eucaristica trova la sua verifica quando ci prendiamo cura del prossimo, come fa Gesù: attorno a noi c’è fame di cibo, ma anche di compagnia, c’è fame di consolazione, di amicizia, di buonumore, c’è fame di attenzione, c’è fame di essere evangelizzati. Questo troviamo nel Pane eucaristico: l’attenzione di Cristo alle nostre necessità, e l’invito a fare altrettanto verso chi ci è accanto. Bisogna mangiare e dare da mangiare”.

La mobilitazione cristiana

Se le cose stanno così, secondo il Vangelo, allora la mobilitazione cristiana per la solidarietà dura tutta la vita. Una prospettiva che Francesco tratta nei particolari anche nel Messaggio per la VI Giornata Mondiale dei Poveri pubblicato in vista della celebrazione del prossimo 13 novembre. Questa Giornata “torna anche quest’anno come sana provocazione per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente”. Occasione “per fare un esame di coscienza personale e comunitario e domandarci se la povertà di Gesù Cristo è la nostra fedele compagna di vita”. Ormai è chiaro lo stile pastorale di Francesco che esamina a tinte vivissime la condizione del mondo immerso nella violenza e nell’ingiustizia, ma poi rivolge precise domande alla coscienza di ciascuno per interrogarsi cosa ognuno decide di fare per migliorare la condizione di chi è nella disgrazia, nel bisogno, profugo, malato, sfortunato.

Myanmar

Questo schema mentale lo ha ripetuto nel dopo Angelus odierno a proposito di due emergenze mondiali: la condizione di ingiustizia del Myanmar e le vittime dirette della guerra in Ucraina. “Giunge ancora dal Myanmar il grido di dolore di tante persone a cui manca l’assistenza umanitaria di base e che sono costrette a lasciare le loro case perché bruciate e per sfuggire alla violenza. Mi unisco all’appello dei Vescovi di quell’amata terra, perché la Comunità internazionale non si dimentichi della popolazione birmana, perché la dignità umana e il diritto alla vita siano rispettati, come pure i luoghi di culto, gli ospedali e le scuole. E benedico la comunità Birmana in Italia, oggi qui rappresentata… E non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino in questo momento, popolo che sta soffrendo. Io vorrei che rimanga in tutti voi una domanda: cosa faccio io oggi per il popolo ucraino? Prego? Mi do da fare? Cerco di capire? Cosa faccio io oggi per il popolo ucraino? Ognuno risponda nel proprio cuore”. Uno stile che si ritrova anche nell’importante Messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri. Nei confronti dei poveri Francesco ha cambiato la pratica della stessa Chiesa verso i poveri da lui giudicata insufficiente rispetto all’esempio di Gesù: non solo occuparsi dei poveri, ma con i poveri cambiare il modo sociale di pensare la loro condizione. Dal momento che le forme diverse di povertà in qualche misura sono un vero e proprio assedio alla vita dei popoli e delle singole persone. “Qualche mese fa, - scrive Francesco - il mondo stava uscendo dalla tempesta della pandemia, mostrando segni di recupero economico che avrebbe restituito sollievo a milioni di persone impoverite dalla perdita del lavoro. Si apriva uno squarcio di sereno che, senza far dimenticare il dolore per la perdita dei propri cari, prometteva di poter tornare finalmente alle relazioni interpersonali dirette, a incontrarsi di nuovo senza più vincoli o restrizioni. Ed ecco che una nuova sciagura si è affacciata all’orizzonte, destinata ad imporre al mondo uno scenario diverso.

La guerra

La guerra in Ucraina è venuta ad aggiungersi alle guerre regionali che in questi anni stanno mietendo morte e distruzione. Ma qui il quadro si presenta più complesso per il diretto intervento di una “superpotenza”, che intende imporre la sua volontà contro il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Si ripetono scene di tragica memoria e ancora una volta i ricatti reciproci di alcuni potenti coprono la voce dell’umanità che invoca la pace”. Quanti poveri – lamenta il papa – “genera l’insensatezza della guerra! Dovunque si volga lo sguardo, si constata come la violenza colpisca le persone indifese e più deboli. Deportazione di migliaia di persone, soprattutto bambini e bambine, per sradicarle e imporre loro un’altra identità. Sono milioni le donne, i bambini, gli anziani costretti a sfidare il pericolo delle bombe pur di mettersi in salvo cercando rifugio come profughi nei Paesi confinanti. Quanti poi rimangono nelle zone di conflitto, ogni giorno convivono con la paura e la mancanza di cibo, acqua, cure mediche e soprattutto degli affetti. In questi frangenti la ragione si oscura e chi ne subisce le conseguenze sono tante persone comuni, che vengono ad aggiungersi al già elevato numero di indigenti”. E’ a questo punto della descrizione che Francesco piazza le sue scomode domande: “Come dare una risposta adeguata che porti sollievo e pace a tanta gente, lasciata in balia dell’incertezza e della precarietà?”.

La proposta

E la sua proposta è anche realista perché non si tratta di accogliere e sostenere una volta, ma di accogliere sempre finché dura il bisogno. “Penso in questo momento – esemplifica il Messaggio - alla disponibilità che, negli ultimi anni, ha mosso intere popolazioni ad aprire le porte per accogliere milioni di profughi delle guerre in Medio Oriente, in Africa centrale e ora in Ucraina. Le famiglie hanno spalancato le loro case per fare spazio ad altre famiglie, e le comunità hanno accolto con generosità tante donne e bambini per offrire loro la dovuta dignità. Tuttavia, più si protrae il conflitto, più si aggravano le sue conseguenze. I popoli che accolgono fanno sempre più fatica a dare continuità al soccorso; le famiglie e le comunità iniziano a sentire il peso di una situazione che va oltre l’emergenza. È questo il momento di non cedere e di rinnovare la motivazione iniziale. Ciò che abbiamo iniziato ha bisogno di essere portato a compimento con la stessa responsabilità”.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
I più recenti
M.O., premier Qatar Al Thani incontra a Washington Marco Rubio
M.O., premier Qatar Al Thani incontra a Washington Marco Rubio
Tempesta di polvere travolge York: il video shock di un uomo inghiottito dai detriti
Tempesta di polvere travolge York: il video shock di un uomo inghiottito dai detriti
New York, il tombino esplode all'improvviso: una donna e il suo bambino la scampano per un soffio
New York, il tombino esplode all'improvviso: una donna e il suo bambino la scampano per un soffio
Sbarcati al porto di Ravenna 82 migranti soccorsi da Life Support
Sbarcati al porto di Ravenna 82 migranti soccorsi da Life Support
Teleborsa
Le Rubriche

Alberto Flores d'Arcais

Giornalista. Nato a Roma l’11 Febbraio 1951, laureato in filosofia, ha iniziato...

Alessandro Spaventa

Accanto alla carriera da consulente e dirigente d’azienda ha sempre coltivato l...

Claudia Fusani

Vivo a Roma ma il cuore resta a Firenze dove sono nata, cresciuta e mi sono...

Claudio Cordova

31 anni, è fondatore e direttore del quotidiano online di Reggio Calabria Il...

Massimiliano Lussana

Nato a Bergamo 49 anni fa, studia e si laurea in diritto parlamentare a Milano...

Stefano Loffredo

Cagliaritano, laureato in Economia e commercio con Dottorato di ricerca in...

Antonella A. G. Loi

Giornalista per passione e professione. Comincio presto con tante collaborazioni...

Lidia Ginestra Giuffrida

Lidia Ginestra Giuffrida giornalista freelance, sono laureata in cooperazione...

Alice Bellante

Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla LUISS Guido Carli...

Giuseppe Alberto Falci

Caltanissetta 1983, scrivo di politica per il Corriere della Sera e per il...

Michael Pontrelli

Giornalista professionista ha iniziato a lavorare nei nuovi media digitali nel...