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Per Francesco la nave dei cereali è speranza di pace In corso trattive per la visita del pontefice a Kiev

L’auspicio del papa all’Angelus. Intanto è stato pubblicato secondo bilancio positivo patrimonio della Santa Sede, dopo la vendita del palazzo londinese dello scandalo.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
Per Francesco la nave dei cereali è speranza di pace  In corso trattive per la visita del pontefice...

“Desidero salutare con soddisfazione la partenza dai porti dell’Ucraina delle prime navi cariche di cereali. Questo passo dimostra che è possibile dialogare e raggiungere risultati concreti, che giovano a tutti. Pertanto, tale avvenimento si presenta anche come un segno di speranza, e auspico di cuore che, seguendo questa strada, si possa mettere fine ai combattimenti e arrivare a una pace giusta e duratura”. Sono le parole del papa dedicate all’Ucraina nel dopo Angelus domenicale in una Piazza San Pietro nella morsa del solleone agostano.

Nessun cenno all'incontro con Andrii Yurash

Nessun cenno invece di Francesco al suo recentissimo incontro con Andrii Yurash, ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede. Era stato proprio l’ambasciatore a dichiarare con assoluta certezza che il viaggio del papa a Kiev si farà prima della visita di Francesco nel Kazakistan già annunciata dal 13 al 15 settembre. Viaggio importante che potrebbe segnare un incontro di Francesco con Kirill patriarca di Mosca per discutere su una strategia comune per la pace tra Russia e Ucraina. A differenza della loquacità dell’ambasciatore, la Santa Sede si è limitata finora a dare la semplice notizia dell’udienza, ma nessun’altra parola ufficiale è sinora filtrata da parte vaticana. Segno che si sta tuttora a livello di ipotesi non ancora trasformata in programma definito.

L'intenzione di visitare Mosca e Kiev

E’ nota invece la premura di Francesco a mettere sempre insieme pubblicamente l’intenzione di visitare sia Mosca che Kiev se queste visite potessero dare una chance alla pace. Spiegando il Vangelo domenicale il papa ha offerto ai fedeli delle riflessioni che in qualche modo hanno richiamato alla mente i dati ufficiali sulla consistenza del patrimonio attuale della Santa Sede. “Non temere” e “siate pronti”: il papa ha invitato i fedeli a soffermarsi su questi due inviti del Vangelo di fronte alla certezza della cura amorevole e provvidente di Dio che è padre. “Perciò non bisogna affannarsi e agitarsi: la nostra storia è saldamente nelle mani di Dio. Ci rincuora questo invito di Gesù a non temere. A volte, infatti, ci sentiamo imprigionati in un sentimento di sfiducia e di angoscia: è la paura di non farcela, di non essere riconosciuti e amati, la paura di non riuscire a realizzare i nostri progetti, di non essere mai felici, e così via. E allora ci affanniamo per cercare soluzioni, per trovare qualche spazio in cui emergere, per accumulare beni e ricchezze, per ottenere sicurezze; e come finiamo? Finiamo per vivere nell’ansia e nella preoccupazione costante”. Ma sapere che il Signore veglia con amore su di noi “non ci autorizza a dormire, a lasciarci andare alla pigrizia! Al contrario, dobbiamo essere svegli, vigilanti. Amare infatti significa essere attenti all’altro, accorgersi delle sue necessità, essere disponibili ad ascoltare e accogliere, essere pronti”. E alla fine della nostra vita ci si chiederà conto dei beni che ci sono stati affidati. “Per questo, vigilare significa anche essere responsabili, cioè custodire e amministrare quei beni con fedeltà. Tanto abbiamo ricevuto: la vita, la fede, la famiglia, le relazioni, il lavoro, ma anche i luoghi in cui viviamo, la nostra città, il creato. Tante cose abbiamo ricevuto. Proviamo a chiederci: abbiamo cura di questo patrimonio che il Signore ci ha lasciato? Ne custodiamo la bellezza oppure usiamo le cose solo per noi e per le nostre convenienze del momento? Dobbiamo pensare un po’ a questo: siamo custodi di quanto ci è stato dato?”.

Le risposte di Galantino

Domande con cui l’arcivescovo Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (APSA) ha risposto illustrando ai media il bilancio 2021. Tra le affermazioni importanti egli ha detto che detto bilancio riguarda la credibilità della missione della Chiesa. Dopo anni di riforme finanziarie per la trasparenza e la correttezza delle finanze vaticane si riparte con i conti in ordine. La soddisfazione di Galantino è appara evidente e anche importante mettendo la questione dei soldi a servizio dell’evangelizzazione, unica missione della Chiesa. Missione gravemente compromessa dagli scandali fino al recente passato. Ora la pagina della brutta storia entro cui è stato possibile lo scandalo del palazzo di Londra, (ormai rivenduto e i soldi della vendita sono tornati alla loro naturale disposizione dell’Obolo di san Pietro), pare sia stata girata in via definitiva. Le cifre patrimoniali sono molto inferiori a quelle del passato. Ma almeno indicano una tendenza in crescita e soprattutto sembrano non nascondere traffici illeciti. La maggiore soddisfazione di Galantino forse è stata proprio quella di poter affermare per il secondo anno consecutivo che l’Apsa ha pubblicato il suo bilancio all’insegna della trasparenza. “E’ fondamentale la credibilità e guadagnare fiducia di quanti affidano le proprie risorse alla Chiesa per la sua missione”. I dati parlano di un surplus di 8,11 milioni di euro che deriva dal saldo fra il risultato di gestione pari a 38,11 milioni e i 30 milioni destinati alla Curia. Per quanto riguarda l’Italia, c’è da sottolineare anche un altro dato: l’Apsa versa in forma diretta ed indiretta imposte derivanti dalla gestione e possesso di tutti gli immobili di sua proprietà sul territorio italiano.

La pubblicazione dell'ammontare patrimoniale

Per l’anno di imposta 2021 ha versato 5,83 milioni di euro per l’Imu e 2,57 milioni di euro per l’Ires. Nello stesso periodo è proseguita da parte dell’Amministrazione la politica di aiuto per gli inquilini in difficoltà a causa della crisi. Momento importante la pubblicazione dell’ammontare patrimoniale “per fornire – puntualizza Galantino - a chi avesse voglia di conoscerli elementi sufficienti a formulare un giudizio informato ed evitare di dire banalità, come quelle che a volte sentiamo dire, sulle proprietà immobiliari o mobiliari della Chiesa. Solo così è possibile evitare che, sulla base di queste banalità, ci sia chi in buona fede si mostra sorpreso o scandalizzato rispetto al patrimonio della Chiesa. La comunicazione – osserva Galantino - è indispensabile. È un atto di rispetto nei confronti di quanti – e sono tanti – continuano ad affidare alla Chiesa delle risorse per sostenerla nella sua missione. Il Papa, inoltre, sta insistendo per una maggiore trasparenza, per una maggiore chiarezza nella nostra amministrazione e quale migliore modo c’è per essere trasparenti se non quello di mettere in pubblico proprio i bilanci?”.

Carlo Di Ciccodi Carlo Di Cicco   
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