Fonti, progressi verso la soluzione della crisi su tregua a Gaza. Hamas:"Sabato rilasceremo altri ostaggi come da accordi"
Israele punta alla realizzazione della visione di Trump per Gaza, che prevederebbe il trasferimento della popolazione palestinese. Questo ha creato una spaccatura con il mondo arabo

Due fonti palestinesi vicine ai colloqui per risolvere la crisi che minaccia la tregua tra Israele e Hamas hanno riferito che si stanno compiendo progressi che potrebbero portare a un nuovo scambio di prigionieri che si terrà sabato, come previsto. "Ci sono progressi", ha dichiarato all'Afp una di queste fonti, indicando che i mediatori hanno ottenuto questa mattina "un impegno da parte di Israele di attuare le disposizioni del protocollo umanitario" dell'accordo di tregua. "Hamas ha confermato ai funzionari egiziani a portare a termine il sesto scambio di prigionieri in tempo, non appena Israele rispetterà il suo impegno".
Hamas e la mediazione di Giordania ed Egitto
Proprio ieri il Segretario di Stato americano Marco Rubio aveva dichiarato: "Trump ha perso la pazienza, è ora che tutti gli ostaggi tornino a casa", mentre il Ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha avvertito: senza il ritorno dei rapiti, Israele intensificherà l’offensiva fino a realizzare il piano della Casa Bianca, che prevede l'espulsione dei palestinesi dalla Striscia. Questo piano incontra la ferma opposizione di Giordania ed Egitto, supportati da Hamas, che respinge il "linguaggio delle minacce" pur continuando a trattare con Israele. Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas, ha confermato che il gruppo rilascerà tre ostaggi sabato prossimo, come concordato nella Fase 1 del cessate il fuoco, ma non tutti.
Con la scadenza imminente, i mediatori egiziani e qatarini stanno cercando di scongiurare un'escalation, mantenendo contatti con gli Stati Uniti. Secondo fonti del Cairo, Israele avrebbe accettato alcune richieste di Hamas, tra cui la fornitura di tende e rifugi per i civili.
Ultimatum israeliano e nuove minacce di guerra
Israele, però, mantiene una posizione aggressiva. Il ministro Katz ha avvertito: "Se gli ostaggi non verranno rilasciati, non ci sarà accordo e ci sarà la guerra". L'esercito israeliano (IDF) è in massima allerta e l'offensiva, se ripresa, sarà più intensa rispetto a prima del cessate il fuoco, con l'obiettivo di ottenere la sconfitta definitiva di Hamas e il rilascio di tutti gli ostaggi.
Il ruolo degli Stati Uniti e la pressione su Amman e Il Cairo
Il presidente Donald Trump ha chiesto alla Giordania di far pressione su Hamas affinché comprenda "la gravità della situazione". Rubio ha aggiunto che gli USA non accetteranno più il rilascio di ostaggi "a piccoli gruppi". La posizione di Washington è chiara: "Non possiamo permettere che Hamas si ricostruisca".
Il nodo del piano USA per Gaza
Israele punta alla realizzazione della visione di Trump per Gaza, che prevederebbe il trasferimento della popolazione palestinese. Questo ha creato una spaccatura con il mondo arabo, con Giordania ed Egitto che rifiutano il piano e rischiano tagli agli aiuti militari da parte degli USA. Il re Abdallah di Giordania ha ribadito la sua "ferma opposizione allo sfollamento dei palestinesi da Gaza e Cisgiordania", supportato dalla Lega Araba.
Vertice straordinario in Egitto: quale futuro per Gaza?
Tutti gli occhi ora sono puntati su Il Cairo, che ospiterà a fine mese un vertice straordinario per definire un piano alternativo per Gaza, con garanzie per i palestinesi di restare nella loro terra. Il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi sembra determinato a bloccare qualsiasi proposta di trasferimento forzato, tanto da congelare la sua visita negli USA, rifiutando l’incontro con Trump se l’agenda includerà il piano di sfollamento.