Elezioni Usa 2024, Donal Trump e Kamala Harris? Ecco quanto tempo per conoscere il nome del nuovo presidente
Il motivo delle lungaggini nello spoglio va ricercato soprattutto nel sistema elettorale statunitense, che varia da Stato a Stato e a volte anche tra le diverse contee
Martedì 5 novembre negli Usa si vota per eleggere il nuovo presidente tra Kamala Harris e Donald Trump. Ma per conoscere il nome del nuovo inquilino alla Casa Bianca bisognerà aspettare diversi giorni. Proprio per questo motivo negli Stati Uniti non si parla di “giorno delle elezioni”, ma di “settimana delle elezioni”.
Sarà la stampa ad annunciare il nuovo presidente
Negli Stati Uniti non esiste un vero e proprio ministero dell’Interno e il compito di annunciare il nuovo presidente è delegato di fatto ai media. Nel 2020 l’Associated Press dichiarò la vittoria di Biden il sabato successivo al martedì (giorno fisso in cui si vota in America), cioè quattro giorni dopo la chiusura delle urne. Ma anche all’epoca, i risultati ufficiali di due Stati arrivarono ben oltre la data, a causa del conteggio manuale delle schede: si seppe infatti che la Carolina del Nord aveva scelto Trump 10 giorni dopo l’election day, mentre la vittoria di Biden in Georgia fu nota addirittura 16 giorni dopo. Il motivo delle lungaggini va ricercato nel sistema elettorale statunitense, che varia da Stato a Stato (e a volte anche tra le diverse contee). L’attesa tra la chiusura delle urne e la proclamazione del vincitore si potrebbe protarre per diversi giorni.
Tempi ragionevoli in 3 Stati bilico su 7
Secondo le previsioni, i vincitori potrebbero comunque essere proclamati in tempi ragionevoli in Georgia, North Carolina e Michigan. È negli altri quattro Stati in bilico - soprattutto in caso di margini molto vicini – che con alta probabilità si dovrà attendere di più, a causa di una combinazione di nuove leggi statali e all’inerzia dei legislatori che in questi anni non hanno reso più efficiente il conteggio dei voti
Pennsylvania, Wisconsin e Nevada
In Pennsylvania e Wisconsin, per fare un esempio, non è ammessa l'elaborazione delle schede elettorali per corrispondenza prima del giorno delle elezioni. I risultati in Nevada saranno probabilmente ritardati di nuovo da una legge statale che consente di contare i voti per posta con il timbro postale entro il giorno delle elezioni, se ricevuti fino a quattro giorni dopo (sette giorni in California e New York, tra i 15 Stati che ammettono le schede arrivate dopo le elezioni). Fino a poco tempo era così anche in North Carolina, che però ha cambiato recentemente una legge simile, fissando per i voti per corrispondenza il termine delle 19.30 dell'Election day (ma vietando di contarli prima della chiusura delle urne)
In Arizona l'attesa più lunga
L'attesa più lunga potrebbe arrivare dal conteggio dell'Arizona, dove le schede per posta possono essere consegnate il giorno delle elezioni, ma devono passare attraverso un accurato processo di conteggio e verifica statale
I possibili fattori di ritardo
E ancora, tra i possibili fattori di ritardo ci potrebbero essere a causa dei riconteggi con margini di vittoria bassi (0,5% in Georgia, Arizona e Pennsylvania, in Michigan con uno scarto di 2mila voti o su richiesta del candidato), i provisional ballots (ossia voti di persone i cui requisiti sono messi in dubbio alle urne e verificati nei giorni successivi) e i ballots curing, cioè i casi in cui un elettore può sanare errori di autenticazione, come è permesso proprio in cinque dei sette Stati in bilico. I termini variano da tre a sette giorni.