Eletto Trump, la figlia transgender di Musk annuncia: "Negli Usa non ho più futuro, me ne vado". Il padre: "Colpa dei neo-marxisti"
La 20enne Vivien Jenna Wilson aveva già chiesto il disconoscimento di paternità e accusato il padre di non voler accettare la sua transizione di genere. Ora è decisa a lasciare il suo Paese
La prima "vittima" della seconda era Trump, il neoeletto presidente degli Stati Uniti, potrebbe essere proprio Vivien Jenna Wilson, la figlia transgender del supermiliardario Elon Musk, che con denari e l'ausilio della sua piattaforma social X - ex Twitter - ha sostenuto il tycoon repubblicano fino alla vittoria. La 20enne, attraverso la piattaforma Threads di Meta, ha scritto: "Ci penso da un po' e i risultati delle elezioni me lo hanno confermato. Non vedo il mio futuro negli Stati Uniti", dopo il risultato elettorale che porterà Donald Trump a gennaio alla Casa Bianca.
Anche se restasse in carica solo per 4 anni, anche se le normative anti-trans non venissero magicamente approvate, le persone che hanno votato volontariamente per lui non se ne andranno da nessuna parte tanto presto
ha detto ancora Wilson attraverso il social. La giovane aveva già rotto i ponti con il padre qualche anno fa dopo che lo aveva accusato di essere un "genitore assente" e di non voler accettare la sua transizione di genere. "Non ho più un figlio", aveva sottolineato il fondatore di Testa e di Space X. Lei per tutta risposta già nel 2022 aveva fatto richiesta al Tribunale della California di disconoscimento di paternità per poter cambiare il suo cognome. Al giudice aveva dichiarato che non desiderava più "essere collegata col mio padre biologico in qualsiasi modo o forma". Oggi infatti il cognome Musk non le appartiene più.
"Plagiata dai neo-marxisti"
Il paperone statunitense aveva attribuito la colpa della sopravvenuta estraneità con la figlia ai "neo-marxisti" delle scuole e delle università private d’élite che la figlia aveva frequentato.
In particolare il miliardario ha puntato il dito contro la Crossroads School for Arts & Sciences di Santa Monica, parlando con il biografo Walter Isaacson. Per Musk l'istituto aveva infettato la mente della figlia con il “virus woke”. L'uomo aveva poi aggiunto che la frattura con Wilson lo aveva addolorato più della morte del suo primogenito, Nevada. "Le ho fatto molte proposte, ma lei non vuole passare del tempo con me", aveva sentenziato Musk, liberandosi da ogni responsabilità sul fallimento del rapporto con la figlia.