Il derviscio che sfida Erdogan: la danza durante le proteste a Istanbul. Già oltre mille arrestati, 11 sono giornalisti
Le manifestazioni scattate dopo l'arresto del sindaco della città sul Bosforo continuano senza sosta. Erdogan parla di "terrorismo di strada" e delegittima le primarie del partito di opposizione Chp. Le immagini
Il manifestante turco, con indosso le vesti da derviscio, che rotea secondo il tradizionale ballo rituale religioso, hanno fatto il giro del mondo. E' un'immagine potente, molto comunicativa, che può servire a attirare l'attenzione su quanto sta accadendo alle porte d'Europa, in Turchia. Il manifestante veste l'abito tradizionale, la gonna lunga fino alle caviglie e il tipico cappello. Sul viso una maschera antigas. Rotea e danza, incurante dello spray urticante al peperoncino e degli idranti indirizzati contro di lui dalla polizia in assetto antisommossa e con gli scudi allineati a proteggere i corpi.
La manifestazione si è svolta ieri a Istanbul, a sostegno del sindaco, arrestato con l'accusa di corruzione. Ma la realtà potrebbe essere diversa, perché Ekrem Imamoglu sta acquistando popolarità e diventando velocemente un temibile avversario per il presidente Recep Tayyip Erdoğan. Il primo cittadino è stato sospeso dall'incarico amministrativo ma, nonostante questo, ha affermato che correrà alle elezioni del 2028. Alle primarie che si sono svolte nei giorni scorsi - simboliche, per via dell'unico candidato - hanno preso parte oltre 15 milioni di persone in tutte le 81 province turche.
Oltre mille arresti, tra cui 11 giornalisti
Fino a ora sono 1.418, dal 19 marzo ad oggi, le persone messe ai ferri dalla polizia, arrestate durante le manifestazioni che dal giorno dell'arresto di Imamoglu quotidianamente vengono intavolate nella città sul Bosforo, ma anche a Smirne e nella capitale Ankara. Sempre vietate dalla prefettura e ogni volta risoltesi con scontri e arresti. I poliziotti contusi e feriti fino a oggi, secondo le stime ufficali, sono oltre un centinaio.
Da giorni lo scenario è sempre lo stesso. E la polizia avverte che, a seguito degli arresti, "sono state individuate persone affiliate a 12 diverse organizzazioni terroristiche". E tra questi, ci si chiede se ci siano anche i giornalisti, 11 in tutto fino a oggi, arrestati a seguito dei servizi e reportage realizzati sulle proteste e di cui 7 convalidati. Tra di essi anche un fortografo dell'Afp, Yasin Akgul di Afp. Tutti sono stati raggiunti all'alba nelle loro abitazioni e portati in caserma dove sono stati fermati. Le proteste del sindacato dei lavoratori della stampa turco (Disk Basin-İŞ) non sono valse a niente e le denunce non sembrano sortire effetto. La repressione del dissenso passa anche per la compressione della libertà di stampa.
ÇAĞLAYAN'DA NELER OLUYOR?
— DİSK Basın-İş (@diskbasinis) March 25, 2025
Dün gözaltına alınanların avukatlarına adli kontrol şartıyla serbest bırakılacakları bildirildikten kısa bir süre sonra savcının karar değiştirdiği ve tutuklama talebiyle sevkedildikleri açıklandı.
Bu durum, yargının bağımsızlığı hakkında fikir… pic.twitter.com/VCFpE1mXnz
"Poco dopo che gli avvocati degli arrestati ieri sono stati informati che sarebbero stati rilasciati a condizione di sottoporsi al controllo giudiziario, è stato annunciato che il procuratore ha cambiato la sua decisione e che i loro arrestati sono stati rinviati a giudizio", scrive in un post su X il sindacato dei giornalisti che poi prosegue: "Questa situazione dà un'idea dell'indipendenza della magistratura. Il giornalismo non è un reato, liberiamo i nostri colleghi".
Erdogan: "Terroristi di strada. Primarie teatrino"
Ad Ankara la prefettura ha esteso il divieto a manifestare fino al primo aprile accusando chi partecipa di "ricorrere alla violenza". Per l'ufficio governativo "si osserva che sussiste una minaccia per la sicurezza della vita, della proprietà delle persone e che la proprietà pubblica è stata danneggiata". Anche il presidente Erdogan parla apertamente di "terroristi di strada", criticando pesantemente il principale partito di opposizione Chp che ha candidato Imamoglu. "Hanno tenuto un'elezione dove i voti sono stati dati pubblicamente ma sono stati contati in modo segreto", ha detto il presidente che ha definito le primarie come "uno spettacolo teatrale". "Quando calerà il sipario il loro spettacolo sarà finito", ha detto ancora Erdogan.