La storia di Ali e Ahmed, i due cuginetti fuggiti dall’Egitto alla ricerca di un futuro migliore in Italia
Hanno solo 12 e 13 anni ma giovedì scorso sono stati trovati alla deriva su un barchino insieme ad altre 75 migranti dalla nave umanitaria Humanity 1 dell’ong tedesca Sos Humanity. Prima di imbarcarsi hanno trascorso quattro lunghi mesi in Libia.
Hanno i piedini scalzi, una busta di plastica in mano e l’innocenza di chi non sa cosa accadrà superata la passerella che collega la nave alla terraferma. Ali e Ahmed hanno 12 e 13 anni, sono due cugini fuggiti dall’Egitto insieme in un barchino con altre 75 persone che giovedì scorso sono state trovate alla deriva nella zona di ricerca e soccorso libica dalla nave umanitaria Humanity 1 dell’ong tedesca Sos Humanity.
I soccorsi
Ali era in piedi, indispettito, voleva salire subito sul rihb dell’Humanity 1, il gommone utilizzato per fare i soccorsi in mare. Ahmed, invece, è rimasto in silenzio per il tempo dell’intero soccorso. Circa due ore di operazioni, terminate con un totale di 106 persone a bordo della nave umanitaria, che aveva già salvato 31 naufraghi all’alba di giovedì scorso.
Il viaggio verso ilporto di Ortona
Durante le prime ore a bordo i due bimbi restano in silenzio, osservano cosa gli accade attorno in un’apparente timidezza. Solo dopo due giorni di navigazione verso il porto di Ortona, il porto di sbarco assegnato dalle autorità italiane, Ali e Ahmed cominciano a raccontare qualcosa di se. Ali a soli 12 anni è già un elettricista e il padre e il fratello maggiore si trovano a Milano. Vuole raggiungerli, vorrebbe studiare e poi lavorare, ma vuole farlo con il cugino Ahmed, che invece continua a stare in silenzio.
I mesi in Libia
Hanno deciso di partire per questo motivo, ma prima di imbarcarsi hanno trascorso quattro lunghi mesi in Libia. Non raccontano niente di quei mesi, si guardano a vicenda, sorridono e ringraziano dio di “star attraversando finalmente il mare". Quella pozza d’acqua infernale che è il Mediterraneo.
Verso una nuova vita
Ali sa nuotare, l’ha imparato da solo, dice, ma il cugino no. Per questo quando siamo arrivati a soccorrerli Ahmed è rimasto seduto e in silenzio, bloccato dal terrore di cadere in acqua. Adesso i due bimbi sono finalmente sulla terra ferma, mano nella mano verso una nuova vita, con quella passata racchiusa in un sacchetto