Via libera della Germania all'uso delle proprie armi contro la Russia. L'Italia dice no. Mosca minaccia la Nato
Biden ha autorizzato Zelensky a impiegare armi statunitensi contro il territorio di Mosca. Orban: “L’Ue vicina alla distruzione”. Stoltenberg: “Kiev sia prudente”

Il conflitto bellico in corso tra Russia e Ucraina rischia di allargarsi, coinvolgendo non soltanto i Paesi dell’Unione europea, che supportano Kiev con l’invio di armamenti sempre più evoluti, ma gli stessi Stati Uniti. Inutili gli appelli lanciati da una sempre più risicata minoranza, affinché l’Ucraina utilizzi le armi esclusivamente per difendere il proprio territorio. Kiev, infatti, starebbe usando gli stessi anche per sferrare attacchi sul suolo russo.
E c’è anzi chi la spinge ad osare di più
"Dobbiamo fare tutto il possibile perché Kiev vinca questa guerra - dice Hanke Bruins Slot, ministro degli Affari Esteri dei Paesi Bassi all'informale esteri di Praga -, noi stiamo facendo il possibile per far sì che gli F-16 arrivino presto in Ucraina. Mi appello a tutti, è possibile usare le armi che diamo all'Ucraina sul suolo russo, è in linea con l'articolo 51 della Carta Onu, dobbiamo essere creativi".
Via libera della Germania sull'uso delle armi contro la Russia
E nelle ultime ore anche la Germania ha deciso di autorizzare gli ucraini a difendersi "nel rispetto del diritto internazionale" contro gli attacchi che arrivano da immediatamente oltre confine, "anche con le armi consegnate", anche quelle tedesche, dice il portavoce del cancelliere Scholz, Steffen Hebestreit. "Le ucraine e gli ucraini combattono per il loro paese e le loro libertà. Molti paesi del mondo li sostengono in questo, politicamente, economicamente, con aiuti militari e armi. L'obiettivo è liberare il territorio ucraino e abbiamo concordato con l'Ucraina che le armi che forniamo saranno utilizzate in conformità al diritto internazionale. Insieme ai nostri alleati più stretti e in stretto dialogo con il governo ucraino, stiamo adattando continuamente il nostro sostegno allo sviluppo della guerra". "Nelle ultime settimane, la Russia ha preparato, coordinato ed eseguito attacchi da posizioni nell'area di Kharkiv, in particolare dalla regione di frontiera direttamente confinante con la Russia. Insieme, siamo convinti che l'Ucraina abbia il diritto, secondo il diritto internazionale, di difendersi da questi attacchi. E per questo può anche utilizzare le armi fornite in conformità con i suoi obblighi legali internazionali, comprese quelle fornite da noi".
"È sempre stato chiaro che noi, nel mettere a disposizione le armi all'Ucraina, non diventiamo parte del conflitto", ha detto il portavoce del cancelliere rispondendo alle domande dei giornalisti. E la posizione sembra trovare il consenso della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock: "Vale quello che ha detto cancelliere: noi sosteniamo l'Ucraina nell'ambito e nei limiti del diritto internazionale, ed è del tutto chiaro che uno Stato che viene attaccato abbia il diritto di difendersi in modo efficace e che la Nato non sarà coinvolta".
La decisione dopo consultazioni con Usa, Francia e Gran Bretagna
A quanto trapela a Berlino, la dichiarazione del governo tedesco che autorizza Kiev all'uso di armi tedesche in Russia arriva dopo consultazioni a livello dei consulenti di sicurezza nazionale, avvenute fra il 29 e il 30 maggio, nell'ambito della quadrilaterale Usa, Francia, Gran Bretagna e Germania. Per il contrasto agli attacchi russi al confine, possono essere presi in considerazione diversi tipi di armi. A questi appartengono i panzer obici 2000 e i lancia razzi tipo Mars II.
L’Italia frena, Crosetto: “Costituzione ci vieta l'uso di armi in Russia”
"Ogni Stato ha le sue leggi, la sua Costituzione – evidenzia il ministro della Difesa, Guido Crosetto, intervenendo al convegno nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria in corso a Rapallo -. L'applicazione dell'articolo 11 della nostra Costituzione ci impone dei caveat rispetto all'utilizzo delle armi che diamo all'Ucraina: devono essere necessariamente usate per la difesa dell'Ucraina, che significa anche colpire i russi in Ucraina, ma non possono essere utilizzate nel territorio di un altro Paese. E' la mia opinione, condivisa dalla premier e dal ministro Tajani, perché parliamo di cose senza precedenti nella nostra storia. Affrontiamo una situazione che fino a qualche anno fa nessuno si aspettava. Abbiamo, purtroppo o per fortuna, costruito delle regole che non tengono conto dei conflitti che stiamo vivendo. Ne discuteremo con i nostri alleati, l'importante è che vengano date armi all'Ucraina per difendersi. In questi mesi non è mancata la capacità di attacco, ma la possibilità di difesa, perché il calcolo sbagliato è stato quello della capacità occidentale di produzione di sistemi che servissero a Kiev per difendersi, mentre l'economia russa è stata trasformata immediatamente in economia di guerra ed ha dimostrato di essere molto più flessibile e produttiva, per cui i russi hanno continuato ad attaccare con la stessa intensità per due anni".
Stoltenberg, Kiev sia responsabile con gli strike in Russia
Gli alleati si aspettano che l'uso delle armi fornite all'Ucraina contro la Russia, ovvero colpendo obiettivi militari al di là del confine, avvenga "in linea con il diritto internazionale e in modo responsabile", ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, all'informale esteri di Praga. Quanto al rischio di una escalation, il sec gen ha precisato: "Ogni volta che abbiamo dato mezzi all'Ucraina Vladimir Putin ci ha minacciato, è stato così per i pezzi di artiglieria, i tank, i missili, gli F-16. È la Russia che ha dato il via all'escalation, prima invadendo un altro Paese e ora aprendo il nuovo fronte a Kharkiv".
Ma Mosca insiste: “Kiev userà le armi per colpire i civili”
"Con la partecipazione di consulenti e specialisti della Nato", le armi occidentali verranno utilizzate dall'Ucraina per "causare danni alle infrastrutture civili e ai civili in Russia - ha detto il ministro della Difesa di Mosca, Andrei Belousov -. L'Occidente sta urgentemente pompando armi nel paese, trasmettendo informazioni di intelligence, addestrando personale militare ucraino e reclutando mercenari”.
E poi minaccia la Nato: "Andate verso la guerra globale"
Dopo aver ascoltato per quattro giorni le voci e le polemiche che si rincorrono in Occidente, Vladimir Putin ha risposto all'ipotesi dell'uso da parte di Kiev di missili forniti da Paesi Nato per colpire in profondità il territorio russo. E lo ha fatto con la massima durezza. Le conseguenze saranno "serie", ha avvertito, sottolineando che comunque Mosca riterrà la Nato direttamente responsabile degli attacchi, valutando che vettori a lungo raggio come gli Atacms americani non potrebbero essere impiegati "senza dati d'intelligence satellitari" elaborati da tecnici dell'Alleanza. Putin ha preso di mira in particolare il segretario generale della Nato, Stoltenberg, che da sabato ha cominciato a parlare della necessità di consentire all'Ucraina di utilizzare contro la Russia gli armamenti occidentali. Un appello ripreso oggi dall'Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Josep Borrell, secondo il quale "alcuni Paesi" dell'Unione hanno già dato il loro assenso, e anche in parte dal presidente francese Emmanuel Macron.
Il leader russo ha detto di non capire la posizione di Stoltenberg
"Quando era primo ministro norvegese abbiamo discusso di varie questioni, e a quei tempi sono sicuro che non soffriva di demenza", ha osservato. Ma ora "non può non sapere" che l'impiego di missili come gli Atacms contro il territorio russo necessiterebbe un ruolo diretto di tecnici Nato. Con tutte le conseguenze del caso. La domanda è come risponderebbe Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è limitato a far sapere che "il comandante supremo", cioè lo stesso Putin, e i vertici militari "stanno adottando contromisure adeguate e si stanno preparando". Misure di cui solo loro sarebbero quindi a conoscenza. Ma le parole del presidente sembrano lasciare aperto anche uno scenario terrificante, quello di una guerra tra Russia e Nato. Il capo del Cremlino ha messo in guardia soprattutto quei Paesi europei "con un piccolo territorio ma con un'alta densità di popolazione", che subirebbero le conseguenze più devastanti. Facile vedere un accenno agli Stati baltici, sostenitori della linea più intransigente possibile contro Mosca. Proprio loro, dunque, dovrebbero prendere in considerazione questi fattori di rischio "prima di parlare di attacchi nel profondo del territorio russo".
Alcuni di questi Paesi, insieme con la Polonia, si sono detti anche pronti all'invio di truppe sul terreno in Ucraina, ventilato per primo dal presidente francese Emmanuel Macron. Ciò sarebbe "un altro passo" verso "un conflitto globale", ha commentato Putin, avvertendo che questi soldati "si troverebbero nella zona di tiro delle forze armate russe". "Possono andare e auguriamo loro buona fortuna - ha detto ancora -. Noi faremo ciò che riteniamo opportuno, indipendentemente da chi si trova sul territorio dell'Ucraina". Quanto agli istruttori occidentali, essi si trovano già nel Paese, ha assicurato, e manovrano gli armamenti ad alta precisione forniti da Paesi Nato nascondendosi dietro "le spoglie di mercenari".
A proposito di rischi, specie in campo nucleare, un incontro per la messa in sicurezza della centrale ucraina di Zaporizhzhia, controllata dai russi, si è svolto a Kaliningrad tra inviati di Mosca e il direttore generale dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Rafael Grossi. "Con i colloqui di oggi siamo stati in grado di raggiungere un accordo su una parte del lavoro immediato che dobbiamo avviare per la sicurezza dell'impianto", ha detto Grossi. I russi accusano le forze di Kiev di effettuare bombardamenti frequenti nei pressi della centrale, situata sulla sponda sud del bacino artificiale di Kakhovskaya, una cinquantina di chilometri in linea d'aria a sud-ovest della città capoluogo di Zaporizhzhia, controllata dagli ucraini.