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La Corte Ue bacchetta la Francia: i respingimenti al confine con l'Italia sono illegali. I dati di Msf

Secondo i giudici del Lussemburgo, "la direttiva Ue 'rimpatri' va sempre applicata, anche nel caso di controlli alle frontiere interni" e gli "allontanamenti degli irregolari vanno fatti solo in ultima istanza"

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La Corte Ue bacchetta la Francia: i respingimenti al confine con l'Italia sono illegali. I dati di Msf
Bivacchi di persone in transito davanti alla frontiera chiusa a Ventimiglia (Ansa)

Per chiarire i termini delle norme europee relative ai respingimenti interviene la Corte di giustizia dell'Unione europea. A seguito delle decisioni francesi che avevano sbarrato le frontiere con l'Italia si era creato un nuovo caso migranti" che ha inevitabilmente sollevato l'asticella delle polemiche tra gli Stati. Quello che però ha fatto oggi il giudice europeo è ribadire che i respingimenti sono illegali.

La sentenza è stata emessa a seguito di un ricorso sollevato da parte di diverse associazioni francesi. I giudici lussemburghesi rilevano come "la direttiva Ue 'rimpatri' va sempre applicata, anche nel caso di controlli ai confini interni" ripristinati temporaneamente da uno Stato membro. I migranti irregolari, evidenzia la Corte Ue, devono pertanto poter "beneficiare di un certo termine per lasciare volontariamente il territorio. L'allontanamento forzato avviene solo in ultima istanza". 

La denuncia di Msf: respingimenti in costante aumento

Del resto un recente rapporto di Medici senza frontiere dovumentava come i respingimenti a Ventimiglia, dove insiste il confine blindato tra Francia e Italia, i respingimenti delle persone in transito da parte della Gendarmerie aumentano sempre più. "Tra loro uomini, donne e bambini sistematicamente respinti dalla polizia francese – si legge nel documento - talvolta con violenza, trattamenti inumani e privazione temporanea della libertà personale, e lasciati senza un’adeguata assistenza sul territorio italiano". Tra le persone visitate dall'organizzazione medica, il 79 per cento dichiara di essere stato respinto anche più di una volta. "Persone che dopo aver lasciato il loro paese di origine per sfuggire a violenze, morte, soprusi e povertà e dopo aver affrontato viaggi estremamente pericolosi, si ritrovano nuovamente esposte a violenze, umiliazioni e abusi nel cuore dell’Unione Europea", si legge ancora. E, dato ancora più allarmante, vengono respinti anche i minori soli non accompagnati.

A Ventimiglia respinti anche i minori non accompagnati (Ansa)

La sentenza della Corte di giustizia

Nel caso in cui un Paese membro decida di ripristinare temporaneamente i controlli alle frontiere interne, sottolineano i togati di Lussemburgo, un governo nazionale può sì adottare un provvedimento di respingimento "sulla sola base del codice di Schengen", ma "ai fini dell'allontanamento" dei migranti irregolari è comunque tenuto a rispettare "le norme e le procedure comuni previste dalla direttiva 'rimpatri'". La direttiva comunitaria in questione, spiega la Corte Ue, "si applica a qualunque cittadino di un Paese terzo che sia entrato nel territorio di uno Stato membro senza soddisfare le condizioni d'ingresso, di soggiorno o di residenza", e vale anche qualora un migrante "sia entrato" in detto territorio nazionale "ancor prima di aver attraversato un valico di frontiera in cui i controlli vengono effettuati".

I casi eccezionali

"Solo eccezionalmente la direttiva 'rimpatri' consente agli Stati membri di escludere i cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno nel loro territorio è irregolare" e, precisano ancora i giudici, "se è vero che ciò avviene in particolare quando" i migranti "sono sottoposti a una decisione di respingimento ad una frontiera esterna di uno Stato membro, lo stesso non vale quando sono sottoposti a una decisione di respingimento ad una frontiera interna di uno Stato membro, anche qualora siano stati ripristinati i controlli".

La Corte Ue ricorda infine che, stando alla direttiva rimpatri, i Paesi membri "possono trattenere un cittadino di un Paese terzo, in attesa del suo allontanamento, in particolare qualora costituisca una minaccia per l'ordine pubblico" e che possono punire "con la reclusione la perpetrazione di reati diversi" dalla sola circostanza "dell'ingresso irregolare".

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