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La Corte internazionale dell'Aja: "L'occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele è illegale"

Il parere non piace a Israele a cui viene intimato di lasciare i Territori e risarcire i danni. I ministri di destra, per tutta risposta, chiedono di annettere "ampie parti" della Cisgiordania. Ieri il voto della Knesset contro uno Stato palestinese

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Insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania (Ansa)
Insediamenti israeliani illegali in Cisgiordania (Ansa)

"Lo Stato di Israele ha l'obbligo di porre fine alla sua presenza illegale nei Territori palestinesi occupati il più rapidamente possibile, di cessare immediatamente tutte le nuove attività di insediamento, di evacuare tutti i coloni e di risarcire i danni arrecati". A dirlo è la Corte internazionale di Giustizia dell'Onu, nel suo "parere consultivo" alle richieste dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite in merito alla presenza israeliana nei Territori palestinesi.

L'occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele è insomma "illegale", stando a quanto afferma la Corte internazionale di giustizia dell'Onu.

All'organismo di giustizia era stato chiesto di esprimersi in merito a se "l'occupazione israeliana della Cisgiordania sia legale o se il controllo israeliano sulla Cisgiordania e su Gerusalemme Est costituisca un'annessione permanente illegale". Il parere della Corte - hanno ricordato i media - non è "vincolante" e non forzerà la mano a Israele ma potrebbe spingere - in caso di opinione a sfavore dello stato ebraico - ad emettere nuove sanzioni da parte della Comunità internazionale.

La risposta dei ministri di destra: annettiamo la Cisgiordania

Per tutta risposta, i ministri della destra radicale del governo israeliano, Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, hanno chiesto "l'annessione" di larghe parti della Cisgiordania secondo quanto hanno riferito i media. 

 

No della Knesset allo Stato palestinese

Una posizione che non stupisce visto che, in costanza della sanguinosa guerra a Gaza, solo ieri la Knesset (il Parlamento israeliano ndr) si era espresso contro la nascita dello Stato palestinese con soli 9 voti contrari. La risoluzione che condanna l'ipotesi della nascita della Palestina come Stato è stata votata sia dai partiti della coalizione del premier Benjamin Netanyahu sia da quelli di destra all'opposizione e ha avuto il sostegno del partito di Benny Gantz, che all'indomani del 7 ottobre era entrato nel governo di unità nazionale per uscirne sette mesi dopo in polemica con Netanyahu.

Neanche i liberali del partito Yesh Atid, guidato da Yair Lapid, si sono espressi contro la risoluzione e si sono limitati a uscire dall'Aula. Il testo della Risoluzione, passata con 68 voti a favore e 9 contrari (laburisti e partiti arabi), recita: "Uno Stato palestinese nel cuore di Israele costituirebbe una minaccia esistenziale per Israele e i suoi cittadini, perpetuerebbe il conflitto israelo-palestinese e destabilizzerebbe la regione".

La Gran Bretagna ripristina i fondi per l'Unrwa

Il governo britannico di Keir Starmer ha formalizzato oggi la decisione di riprendere i finanziamenti di Londra all'Unrwa, agenzia dell'Onu che garantisce gli aiuti alla popolazione palestinese dei Territori occupati. Il flusso era stato interrotto nei mesi scorsi - dal Regno Unito come da altri Paesi occidentali - dopo le accuse lanciate da Israele su presunti casi di complicità con Hamas di alcuni dipendenti dell'agenzia nella Striscia di Gaza. Nel frattempo Londra ha evocato controlli più stringenti sull'esatta destinazione dei propri aiuti.

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