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Coronavirus, è corsa al vaccino: gli Usa cercano il record, ma sono avanti anche Australia e Cina

Gli interessi a realizzare un vaccino sono enormi. Dal mondo giungono notizie di ricerche parecchio avanzate. Ecco i casi più importanti

Ignazio Dessìdi I. D.   
Si cerca un vaccino contro il Covid19 (Ansa)
Si cerca un vaccino contro il Covid19 (Ansa)

Inutile nasconderlo. Interessi enormi si annidano dietro la creazione di un vaccino contro il coronavirus, panacea capace di bloccare la diffusione di un’epidemia e salvaguardare per altro (a questo punto) rilevanti interessi economici di molti Paesi. Ma a che punto siamo su questo versante? Stando all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) i tempi non saranno immediati. Si dovrà aspettare da un anno a un anno e mezzo  – ha dichiarato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus – per raggiungere il risultato. Ma nel mondo – come chiarisce Focus in un suo approfondimento - ci sono già alcune dichiarazioni sulla possibile messa a punto di un vaccino contro il CoVid19.

Come nasce il vaccino

Per realizzare un vaccino è necessario identificare l’antigene capace di indurre la risposta immunitaria. Di conseguenza - chiarisce il sito - il vaccino può avere come base l’agente infettivo attenuato, o inattivato. Dopo si passa alla sperimentazione preclinica. In questa fase partono gli studi in provetta e su esseri viventi per testare l’efficacia, la qualità e la sicurezza del prodotto vaccinale.

Successivamente hanno inizio gli studi clinici, e il vaccino viene testato sui volontari per numeri crescenti. Infine viene immesso sul mercato e va approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

USA

Si è diffusa in questi giorni la notizia per cui una società farmaceutica di Cambridge, nel Massachusetts, la Moderna, sarebbe vicina alla realizzazione di un vaccino. L'azienda biotech a stelle e strisce avrebbe annunciato, infatti, l’inizio di studi clinici entro fine aprile su circa 20-25 volontari sani e – come si legge su la Stampa - avrebbe spedito il primo lotto del vaccino sperimentale mRna-1273 all'Istituto Nazionale delle Allergie e Malattie Infettive (Niaid).

Per avere i risultati dei test in questione bisognerà aspettare fino all’estate, ma se il vaccino dovesse arrivare in quei tempi sarebbe comunque un record. Per altri vaccini simili ci sono voluti infatti non meno di 20 mesi. “Mai nessun vaccino è stato sviluppato tanto in fretta”, ha detto Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive (NIH).

Poca gente negli aeroporti (Ansa)

Australia

Anche dall’Australia arrivano notizie positive sull'argomento. Una squadra di ricercatori della Università del Queensland ha fatto sapere di aver portato a termine la sperimentazione in vitro ed essere pronta a iniziare quella in vivo.

Il presidente della Università australiana ha spiegato che vanno effettuati altri test per “garantire che il vaccino sia sicuro ed efficace”, in ogni caso c’è la consapevolezza di aver superato il primo ostacolo.

"Le prime ricerche sono andate come previsto”, hanno detto gli studiosi,  e il materiale creato ha le proprietà che consentono al team di procedere allo sviluppo del vaccino.

Pare che la CEPi (Coalition for Epidemic Preparedness Innovations) abbia chiesto aiuto alla Università del Queensland, dove sarebbe disponibile appunto la tecnologia per poter produrre il vaccino “entro i prossimi sei mesi”, secondo quanto ha dichiarato Paul Young, direttore della Scuola di chimica e bioscienze molecolari dell'Università australiana. “Se ciò dovesse essere – ha detto -   distribuiremmo il vaccino ai paramedici, per riuscire a limitare la diffusione del virus nel mondo”.

CINA

Anche i cinesi sarebbero a buon punto nello sviluppo del vaccino. Il viceministro della scienza e della tecnologia, Xu Nanping, ha detto di aspettarsi “che i primi studi clinici inizino verso la fine di aprile”.

Zeng Yixin, vicedirettore della Commissione nazionale cinese per la salute (NHC), ha spiegato a sua volta che sono in via di sperimentazione cinque modi diversi di ottenere il vaccino. Questo utilizzando il coronavirus inattivato, oppure producendo proteine che fungano da antigeni servendosi dell'ingegneria genetica o modificando vaccini antinfluenzali già esistenti.

A volerla dire in maniera più tecnica si prevedono quindi: lo sviluppo di vaccini inattivati, vaccini a subunità geneticamente modificati, vaccini a vettore ricombinante basati su adenovirus, vaccini ad acido nucleico e vaccini anti-influenzali con virus vivo attenuato (noti in inglese come Live Attenuated Influenza Vaccine, LAIV). 

In ogni caso in alcuni laboratori cinesi sarebbero già state avviate le sperimentazioni animali.

 

Ignazio Dessìdi I. D.   
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