Il commissario Breton si dimette, a rischio la presentazione della Commissione Ue. Le accuse a Von Der Leyen
Il commissario francese, già sostituito con Stéphane Séjourné all'Industria e Mercato interno, in una lettera accusa la presidente di aver chiesto il passo indietro "per motivi personali"
A poche ore dal varo della Commissione Ue, già rimandata di qualche giorno dalla presidente, Ursula Von Der Leyen, scoppia il caso del commissario in quota Francia. Il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, indicato dal presidente francese, Emmanuel Macron - di cui è un fedelissimo - per un secondo mandato, ha lasciato l'incarico alla Commissione europea in polemica con la presidente. La quale avrebbe chiesto "per motivi personali" la sostituzione del francese. Così in una lettera, Breton annuncia le sue dimissioni e accusa Von Der Leyen.
I would like to express my deepest gratitude to my colleagues in the College, Commission services, MEPs, Member States, and my team.
— Thierry Breton (@ThierryBreton) September 16, 2024
Together, we have worked tirelessly to advance an ambitious EU agenda.
It has been an honour & privilege to serve the common European interest🇪🇺 pic.twitter.com/wQ4eeHUnYu
La presidente peraltro prende atto e accetta le dimissioni, ringraziando il commissario - sostiuito con Stéphane Séjourné, secondo quanto rende conto l'Eliseo - "per il lavoro svolto durante tutto il mandato, in particolare per" l'approvazione "del Digital services act, del Digital markets act" e delle altre regolamentazioni relative alla sfera digitale. Von der Leyen, spera ancora "di essere nella posizione di presentare il nuovo collegio domani, ma ventiquattro ore in politica possono essere lunghe", ha detto il portavoce della Commissione, aggiungendo che l'appuntamento andrà "confermato".
Ma le dimissioni rischiano di mettere in discussione la tenuta degli accordi fino a ora condotti dalla presidente e serve celerità perché domani possa essere presentato l'esecutivo alla conferenza dei presidenti di Strasburgo. E Breton si toglie qualche sassolino dalla scarpa quando accusa von der Leyen di aver chiesto a Parigi di sostituire il suo nome nel quadro dei negoziati per la formazione della nuova Commissione Ue. Sviluppi che "testimoniano ulteriormente una governance dubbia", scrive, e che lo hanno portato alle dimissioni. "Lei ha chiesto alla Francia di ritirare il mio nome - per ragioni personali che in nessun caso lei ha discusso con me direttamente - e ha offerto alla Francia, come scambio politico, un portafoglio che sarebbe più influente. Le sarà ora proposto un altro candidato", si legge nella lettera di dimissioni di Breton indirizzata a von der Leyen.
Le parole di Breton
"Negli ultimi cinque anni, mi sono battuto con tutte le mie forze per difendere e promuovere il bene comune europeo, mettendo da parte gli interessi nazionali e di parte. E' stato un onore. Tuttavia, alla luce degli ultimi sviluppi - che evidenziano ancora una volta una gestione discutibile - devo riconoscere che non posso più adempiere al mio incarico all'interno del collegio", ha scritto il commissario francese in una lettera infuocata pubblicata su X e accompagnata da un'immagine provocatoria: un ritratto vuoto del futuro collegio dei commissari Ue.
I rapporti tra Von Der Leyen e Breton erano compromessi già da tempo. Lui era stato molto critico nei confronti della sua guida, tanto da mettere in discussione l'efficacia della sua leadership e mettendo in discussione l'appoggio del suo partito, il Ppe. Ma Breton aveva criticato le fake news, a suo dire, propugnate da Elon Musk nel suo appoggiare Donald Trump, costringendo Bruxelles a prendere le distanze, e aveva usato termini duri anche contro la nomina del tedesco Markus Piper - poi ritirata - come inviato per le piccole e medie imprese. FAtti che la presidente, con ogni evidenza, non ha dimenticato. E che hanno ricevuto le critiche anche di alcuni dei suoi compagni di partito.