Scoperte delle speciali cellule staminali che potrebbero portare alla cura della cecità
Identificate nella retina fetale umana le hNRSC, cellule in grado di rallentare la cecità: efficaci nei topi, riproducibili in laboratorio

Un’équipe di scienziati guidata dal ricercatore Jianzhong Su della Wenzhou Medical University, in Cina, ha scoperto una popolazione di cellule staminali retiniche finora mai identificata nell’uomo. Queste cellule, chiamate hNRSC (human Neural Retina Stem Cells), sono state individuate nella retina di feti umani e potrebbero rappresentare una svolta nel trattamento delle malattie degenerative della vista. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Science Translational Medicine, e dimostra che il trapianto di queste cellule negli occhi di topi affetti da retinite pigmentosa ha protetto la funzione visiva degli animali, migliorandone le prestazioni nei test. Il team ritiene che le hNRSC possano essere coltivate senza l’uso di tessuto fetale, superando le principali controversie etiche legate a queste ricerche.
Le hNRSC si distinguono dalle RPC e sono riproducibili
Le nuove cellule hNRSC si distinguono dalle RPC (cellule progenitrici della retina) per la loro capacità di autorinnovamento, la lunga durata e la versatilità nello svilupparsi in più tipi cellulari retinici. Questo le rende candidate ideali per la rigenerazione del tessuto oculare danneggiato.
I ricercatori hanno dimostrato che le hNRSC possono essere generate anche in laboratorio a partire da organoidi retinici, piccoli agglomerati cellulari tridimensionali coltivati da linee embrionali umane. Le cellule così ottenute, se trapiantate in topi con degenerazione retinica, “hanno prodotto nuove cellule della retina” e “migliorato la vista” rispetto ai topi di controllo.
Le opinioni degli esperti e i dubbi sulla scoperta
Secondo Majlinda Lako, esperta di cellule staminali alla Newcastle University, i risultati rappresentano “una conferma concreta dell’esistenza delle cellule staminali retiniche nell’uomo, almeno nelle prime fasi dello sviluppo”. La scoperta ha “implicazioni rilevanti per la medicina rigenerativa”, soprattutto nel trattamento delle forme di cecità incurabile.
Tuttavia, non tutti condividono l'entusiasmo. Il neurobiologo Michael Dyer (St. Jude Children’s Research Hospital), già critico in passato verso alcuni studi simili, ha dichiarato che servono “prove più solide per distinguere le hNRSC dalle RPC” e verificare che queste cellule “ripristinino davvero la funzione visiva nei modelli murini”.
Verso la sperimentazione clinica
Il responsabile dello studio, Jianzhong Su, ha ribadito che le hNRSC potrebbero rivelarsi superiori alle RPC non solo per efficacia rigenerativa, ma anche per sicurezza. “È più facile produrle rispetto a cellule adulte riprogrammate, e potrebbero presentare un rischio più basso di sviluppare tumori”, ha spiegato.
Attualmente, il team cinese sta perfezionando le tecniche di coltura e trapianto delle hNRSC e prevede di avviare nuovi test su animali più grandi, come le scimmie. Secondo Su, “questo lavoro rappresenta un passaggio cruciale verso studi clinici sull’uomo”, aprendo la strada a una nuova generazione di terapie cellulari per la vista.
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