Bilal Erdogan e la fuga dall'Italia con milioni di euro in contanti. Ecco chi è il potente figlio del "sultano" turco
Accusato di riciclaggio dalla procura di Bologna, a incastrarlo ci sarebbe un'intercettazione con il padre: "Porta via il denaro"
"Qualunque cosa tu abbia in casa la porti via, ok?". Una intercettazione telefonica tra Recep Tayyp Erdogan e il figlio Bilal agli atti di un'inchiesta aperta dalla procura di Bologna. Il protagonista è proprio il 35enne figlio diel presidente turco che all'epoca seguiva un master a Bologna. "Questa mattina hanno condotto un'operazione... sto dicendo che qualunque cosa tu abbia in casa, lo porti via. Ok?", ordina Erdogn padre. Bilal risponde: "Che cosa dovrei avere, padre? I soldi sono nella cassaforte". Erdogan: "E' proprio quello di cui sto parlando. Manderò tua sorella (Sumeyye Erdogan). Ok?". Bilal risponde: "Padre, siamo venuti assieme ad Hasan. Lui può occuparsene nello stesso modo in cui fece con gli altri soldi". Parole rivelatrici che inducono i pm di Bologna ad ipotizzare il reato di riciclaggio a carico del potente rampollo nell'inchiesta, scrive Il fatto quotidiano, prorogata lo scorso luglio dal Gip.
E i fatti messi in fila sembrano coincidere. La telefonata risale al 17 dicembre 2013, ma solo di recente è ricomparsa grazie all'esposto presentato da un imprenditore turco rifugiatosi in Francia anni fa a causa della "persecuzione di cui sono stato oggetto a causa di Erdogan". Stando a quanto sostiene Murat Hakan Uzan, questo il nome dell'imprenditore proprietario di tv e giornali e oppositore politico di Erdogan, attualmente rifugiato politico a Parigi, i soldi che Bilal doveva far sparire dall'Italia (si ipotizzano centinaia di milioni di euro in contanti) sarebbero stati trasportati nella Penisola proprio dal rampollo che sei mesi fa aveva ottenuto un nuovo permesso di soggiorno per motivi di studio. Bilal stava infatti frequentando un master alla John Hopkins University di Bologna. I soldi erano i proventi di quella maxi inchiesta, poi insabbiata, nota come la "Tangentopoli del Bosforo", in cui rimasero coinvolti parenti dei diversi ministri del governo di Erdogan. Tra questi il figlio 35enne che, nel marzo di quest'anno, aveva lasciato velocemente l'Italia per "motivi di sicurezza".
L'inchiesta di Bologna ha fatto andare su tutte le furie il presidente Erdogan che, nella intervista esclusiva rilasciata a Rainews 24, si è scagliato contro la magistratura italiana che ha inquisito il figlio che, ha tuonato Erdogan, "se tornasse in Italia potrebbe venire arrestato". A seguire minacce di ritorsioni. Ma la proroga ottenuta dai pm bolognesi per verificare i fatti legati ai reati, dimostra che l'inchiesta va avanti.