Arrestato a Londra Julian Assange. Wikileaks accusa: “Violato il diritto internazionale”
L’arresto è avvenuto all’interno dell'ambasciata dell'Ecuador dopo che il presidente Lenin Moreno ha revocato la concessione dell'asilo al giornalista australiano
Julian Assange è stato arrestato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, dove si era rifugiato nel 2012 per evitare l'estradizione in Svezia per un caso di violenza sessuale che è stato archiviato. Invecchiato, con i capelli lunghi bianchi raccolti all'indietro e una folta barba bianca, il fondatore di Wikileaks è stato trascinato fuori dall'edificio dell'ambasciata di Quito. Al momento si trova in custodia alla stazione centrale di Scotland Yard. Comparso nel primo pomeriggio in un tribunale di Londra, il 47enne australiano è entrato nell'aula della Corte dei Magistrati di Westminster, camicia e giacca scure, facendo un saluto, con il pollice alzato, nella direzione della stampa. Secondo quanto riportano i media britannici, il giornalista è stato dichiarato colpevole di aver infranto i termini della libertà condizionale, poiché non si è consegnato alle autorità britanniche per un mandato del 2010 legato alle accuse di violenza sessuale in Svezia, che sono state successivamente ritirate. Assange si è dichiarato non colpevole, ha detto l'emittente.
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Julian Assange arrestato, l'Ecuador revoca l'asilo e ora l'America chiede l'estradizione
Assange prelevato all'interno dell'ambasciata
Gli agenti britannici hanno prelevato il fondatore di Wikileaks all'interno dell'ambasciata dopo che il Paese sudamericano gli ha ritirato l'asilo. Revocata anche la cittadinanza, come conferma l ministro degli esteri Jose Valencia in una conferenza stampa: "La decisione è stata sospesa a causa di diverse violazioni (relative al suo soggiorno presso l'ambasciata a Londra, territorio dell'Ecuador)", ha dichiarato Valencia, citato dall'agenzia russa Tass. Ad Assange, ha spiegato la polizia britannica, è stato inoltre notificato un "ulteriore mandato di arresto da parte delle autorità Usa". Una notizia, quest'ultima, arrivata dopo la precisazione dei legali di Assange che hanno spiegato come l'arresto del fondatore di Wikileaks sia avvenuto "in relazione a una richiesta di estradizione degli Stati Uniti". Nel comunicato della polizia si specifica che ad Assange è stato notificato "un ulteriore mandato d'arresto a nome della autorità Usa alle 10.53 dopo il suo arrivo alla sede centrale della polizia di Londra". E si conferma poi che si tratta di "una richiesta di estradizione sulla base della sezione 73 dell'Extradition Act". Secondo quanto aggiungo poi da un portavoce del ministero dell'Interno britannico, la richiesta di estradizione degli Stati Uniti è per presunti "crimini informatici".
La tesi dell'avvocato
"I giornalisti di tutto il mondo dovrebbero essere molto preoccupati da queste accuse penali senza precedenti", afferma Barry Pollack, avvocato che rappresenta Julian Assange negli Stati Uniti, affermando che il suo cliente non ha fatto altro che rendere pubbliche informazioni attraverso Wikileaks. "Se l'atto di accusa reso pubblico oggi contro Assange parla di partecipazione ad un complotto per commettere reati informatici, le vere accuse però si riferiscono all'azione tesa ad incoraggiare una fonte a fornirgli informazioni e sforzarsi di proteggere l'identità di una fonte", aggiunge Pollack riferendosi alle azioni tipiche dell'attività giornalistica.
L'inchiesta americana
Il dipartimento di Giustizia Usa ha confermato di aver chiesto al Regno Unito l'estradizione di Julian Assange "in relazione all'accusa federale di aver partecipato ad un complotto per accesso abusivo in una rete informatica". Secondo quanto si legge negli atti dei procuratori federali, datati 8 marzo ma finora secretati, Assange è accusato di aver "aiutato Chelsea Manning, ex analista dell'intelligence militare, ad entrare nei computer protetti da password del dipartimento della Difesa collegati al Siprnet, la rete del governo americano usata per documenti e comunicazioni classificate". Viene confermato quindi che per Assange è stata richiesta l'estradizione per reati informatici - che potrebbero portare ad una condanna a cinque anni - e non per spionaggio. Nell'atto di accusa si sottolinea che Assange ha avuto un ruolo "nella più ampia sottrazione di materiale classificato della storia degli Stati Uniti". Nell'atto di accusa dei procuratori distrettuali di Alexandria, Virginia - il tribunale più vicino al Pentagono - si afferma che Assange ha "incoraggiato in modo attivo" Manning a consegnare materiale top secret. E quando l'analista dei servizi segreti militari gli disse di aver consegnato a Wikileaks tutti i file che aveva rubato, Assange avrebbe risposto: "Occhi curiosi non rimangono mai a secco nella mia esperienza".
La ricostruzione non convince
Una ricostruzione in contrasto con quanto affermato da Manning che durante il suo processo disse di aver inviato di sua iniziativa i documenti rubati a Wikileaks e che nessuno del sito di Assange le aveva mai chiesto di dare altre informazioni. Ma i procuratori presentarono copie di conversazioni in chat tra Manning ed Assange sostenendo quindi che i due avevano collaborato. Dall'8 marzo scorso Manning è di nuovo in prigione per non aver accettato di testimoniare di fronte al grand jury del caso Wikileaks. "Tutte le domande si riferivano alla mia diffusione di informazioni al pubblico del 2010, domande ha cui io ho risposto durante il mio processo", aveva detto prima dell'arresto. Nel 2013 un tribunale militare condannò a 35 anni Bradley Manning, che subito dopo la condanna annunciò la sua volontà di intraprendere il percorso di transizione per cambiare sesso, adottando il nome di Chelsea. Nel gennaio del 2017, pochi giorni prima di lasciare la Casa Bianca, Barack Obama ridusse la pena di Chelsea Manning ai sette anni già scontati, permettendo la sua scarcerazione nel maggio di quell'anno. Lo scorso anno si è anche presentata al Senato in Maryland. Ora rischia di rimanere in carcere fino a 18 mesi se continuerà a rifiutarsi di testimoniare di fronte al grand jury.
Wikileaks: "Violato il diritto internazionale"
Intanto WikiLeaks lancia delle accuse contro l'Ecuador: "Ha revocato illegalmente l'asilo politico concesso in precedenza a Julian Assange in violazione del diritto internazionale". E aggiunge: "E' stato l'ambasciatore a far entrare la polizia britannica all'interno della sede diplomatica". Secondo l'organizzazione l'azione giudiziaria nasconderebbe in realtà l'intenzione di Londra di consegnarlo agli Usa dove Assange è nel mirino fin dalla pubblicazione nel 2010 di una montagna di documenti riservati imbarazzanti per Washington. La stessa Wikileaks aveva accusato fin dalla scorsa settimana il presidente Moreno di avere ormai deciso di liberarsi dello scomodo ospite, imputandogli come scusa presunte violazioni degli impegni presi in cambio della concessione dell'asilo.