Tank Usa e panzer tedeschi verso l'Ucraina. Biden: "Abbiamo raggiunto l'accordo, nessuna minaccia alla Russia"
L'accordo è stato raggiunto e Berlino e Washington invieranno rispettivamente i Leopard e gli Abrams, mezzi corazzati d'assalto progettati per resistere ad attacchi nucleari, biologici e chimici. Mosca: bruceremo anche quelli

"Ho avuto una lunga conversazione con Scholz, Macron, Sunak e Meloni. Siamo uniti nel sostegno all'Ucraina". Lo ha detto Joe Biden alla Casa Bianca. "Non c'è nessuna minaccia alla Russia in tutto questo". Lo ha detto Joe Biden alla Casa Bianca annunciando l'invio dei tank Abrams a Kiev. "Aiutiamo l'Ucraina a difendersi", ha sottolineato il presidente americano, "la nostra non è un'offensiva contro la Russia".
Sale la tensione
La tensione è destinata a salire dopo la decisione presa dalla Germania di inviare i panzer all'Ucraina. Una decisione difficile per la quale Berlino ha subito pressioni interne e soprattutto dagli Stati Uniti. Alla fine Biden ha dovuto cedere alle precondizioni dell'alleato tedesco e promettere di inviare gli Abrams M1, punta di diamante dell'equipaggiamento militare a stelle e strisce. La Germania, dal canto suo, fornirà i Leopard finora negati. Sono i carri armati a lungo invocati da Kiev per cambiare le sorti di un conflitto giunto ormai all'undicesimo mese e oggetto di uno scontro senza precedenti che ha rischiato di minare la coesione dell'Alleanza. Le indiscrezioni sono arrivate dalla stampa: le notizie si sono letteralmente inseguite e alle rivelazioni del Wall Street Journal sulla fumata bianca americana hanno fatto seguito quelle dello Spiegel sulla virata tedesca. Olaf Scholz e Joe Biden avrebbero trovato l'accordo e il cancelliere, su di lui un pesante pressing da giorni per aver rifiutato di far andare la Germania avanti da sola, come avrebbero voluto gli americani, ottiene un importante risultato diplomatico. Ma i rischi di conseguenze militari incontrollate sono alti.
La reazione della Russia
Sembra che il passo dell'escalation sia segnato. Mosca non la prende bene e fa subito sapere, per voce dell'ambasciatore russo in Usa, Anatoly Antonov, che le forze armate russe distruggeranno i carri armati M1 Abrams statunitensi e altri equipaggiamenti militari della Nato se verranno forniti all'Ucraina. Secondo l'agenzia russa Tass, per Antonov Washington vuole infliggere alla Russia una "sconfitta strategica". E "l'analisi dell'intera sequenza delle azioni di Washington mostra che gli americani stanno costantemente alzando l'asticella dell'assistenza militare al loro governo fantoccio".

Gli armamenti che potrebbero far precipitare le cose
La vera svolta sull'invio dei carri armati, a stretto giro, si vedrà però sul terreno, dove gli ucraini potranno contare sulle "armi più forti" invocate anche dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, alla sua prima bilaterale ufficiale con il neo ministro della Difesa tedesco, Boris Pistorius. In ballo ci sono per ora "un numero consistente" di Abrams americani (pesano 120 chilogrammi e progettati per resistere ad attacchi nucleari, biologici e chimici) e 14 Leopard 2A6 provenienti dalla Bundeswehr. Ma la Germania, alle prese con un inventario, sta valutando le possibilità dell'industria, e Rheinmetall ha già fatto sapere di poter inviare 139 Leopard. Abc News ha poi reso noto che con l'ok di Berlino altri 12 Paesi europei (Polonia in testa) sarebbero pronti a inviare almeno altri 100 superpanzer tedeschi (ne servirebbero 5-600 all'esercito di Kiev per lanciare una vera controffensiva e recuperare i territori persi, secondo le stime di Pietro Batacchi, direttore della Rivista italiana difesa).
La Germania agli Usa: avanti solo insieme
La progressiva apertura della Germania dopo la divisione registrata a Ramstein - dove il segretario della Difesa americano Lloyd Austin ha dovuto chiudere il vertice del gruppo di contatto sull'Ucraina con un nulla di fatto, il 20 gennaio scorso - si era già avvertita nelle parole di Pistorius: i partner potranno iniziare ad addestrare gli ucraini all'uso dei Leopard, aveva detto di prima mattina a Berlino. Inoltre Varsavia ha già inviato alla Repubblica federale la richiesta di autorizzare l'invio dei Leopard a sua disposizione, e dalla cancelleria è trapelata la volontà di dare l'ok già domani.
È l'intesa con Washington, però, che ha accelerato la comunicazione della decisione berlinese. Scholz aveva infatti chiarito a Joe Biden nei giorni scorsi al telefono - lo ha raccontato la Bild - che la Germania sui superpanzer sarebbe andata avanti soltanto "insieme". Il cancelliere ne ha fatto un principio inderogabile, affiancato alla condizione - pure ripetuta quotidianamente - che "la Nato non diventi parte del conflitto". Dopo aver già concesso i blindati Marder agli ucraini, a fronte della decisione di Washington di inviare i carri leggeri del tipo Bradley, il leader socialdemocratico ha rifiutato di andare avanti da solo sui Leopard, negando quell'autorizzazione chiesta a gran voce (perfino dai suoi alleati di governo e dall'opposizione) alla consegna dei superpanzer tedeschi.