L'appello di Macron per mantenere la tregua in Libano, ancora raid su Gaza. Siria, i ribelli anti-governativi: “Siamo entrati ad Aleppo”
Netanyahu si dice pronto a un cessate il fuoco sulla Striscia alle sue condizioni. Si intensifica la tensione sul fronte siriano, dopo intensi bombardamenti sulla regione di Idlib
Dopo l'avvio della tregua in Libano, Israele non chiude le porte a una possibilità anche per Gaza. Ma il primo ministro Benjamin Netanyahu pone condizioni. "Sono pronto per un cessate il fuoco nel Sud quando pensiamo di poter ottenere il rilascio degli ostaggi", ha detto a Channel 14. "Sono pronto per un cessate il fuoco in qualsiasi momento". Intanto Macron lancia un appello perché la tregua in Libano tenga e ha chiesto la sospensione "immediata" di tutte le "azioni contrarie" all'attuazione del cessate il fuoco. Ma si surriscalda anche il fronte siriano, dove sembra stiano avanzando le forze jihadiste nel Nord del Paese. I ribelli al governo siriano di Bashar al Assad dichairano di essere riuscite a entrare ad Aleppo, riconquistata dalle forze governative nel 2016.
Continuano gli attacchi si Gaza
Nei giorni scorsi Hamas aveva fatto sapere di essere disposto a una tregua a Gaza, ma per ora non si vedono ulteriori segnali. Gli attacchi, a dire la verità, continuano. E infatti nella notte si sono verificati pesanti attacchi che hanno ucciso almeno 30 palestinesi nella Striscia, la maggior parte dei quali nel campo di Nuseirat al centro dell'enclave. Lo riferiscono i medici nella Striscia citati da Reuters online, dopo che alcuni carri armati israeliani si sono ritirati da un'area dove c'è stata un'operazione. I medici hanno detto di aver recuperato 19 corpi di palestinesi uccisi nelle aree settentrionali di Nuseirat, mentre gli altri sono stati uccisi nel nord e nel sud della Striscia.
Sale a 44.363 morti e 105.070 feriti il bilancio delle vittime palestinesi a Gaza
È salito a 44.363 morti e 105.070 feriti il bilancio delle vittime palestinesi dell'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza.
Spari contro bus israeliano Cisgiordania, Hamas rivendica
Almeno otto persone sono rimaste ferite in seguito a una sparatoria contro un autobus israeliano che viaggiava vicino all'insediamento di Ariel, nel nord della Cisgiordania, ha fatto sapere Magen David Adom (Mda), l'equivalente israeliano della Croce Rossa. Il braccio armato del movimento islamista palestinese Hamas, le Brigate Ezzedine al-Qassam, ha rivendicato l'attacco, definendolo una "imboscata contro soldati e coloni su un autobus". L'attacco è avvenuto a un incrocio vicino alla città, ha riferito in un comunicato l'esercito israeliano, aggiungendo che "un terrorista è stato neutralizzato sul posto".
Macron: non violate la guerra in Libano
Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto la sospensione "immediata" di tutte le "azioni contrarie" all'attuazione del cessate il fuoco in Libano, lo ha reso noto l'Eliseo. Durante le successive conversazioni telefoniche di ieri con il primo ministro libanese Najib Mikati e il presidente della Camera dei Deputati Nabih Berri, ha "invitato tutte le parti a lavorare per la piena attuazione del cessate il fuoco" e "ha sottolineato che tutte le azioni che contravvengono a questa piena attuazione devono cessare immediatamente". Ieri l'esercito israeliano ha annunciato di aver effettuato un attacco aereo contro una struttura del movimento sciita libanese Hezbollah nel sud del Libano, il primo dall'inizio della tregua tra le due parti. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha anche minacciato una "guerra intensa" se Hezbollah violerà la tregua.
Idf: faremo rispettare la tregua con Hezbollah in modo aggressivo
Il capo del Comando Settentrionale delle IDF, il Maggiore Generale Ori Gordin, assicura che l'esercito farà rispettare "il modo aggressivo" il cessate il fuoco in Libano con Hezbollah. "Abbiamo fatto arretrare Hezbollah di molti anni. La politica ha concordato un accordo di cessate il fuoco e il nostro compito è ora quello di renderlo possibile e di farlo rispettare. Lo faremo in modo aggressivo, alle condizioni che abbiamo stabilito, pertanto non intendiamo permettere che Hezbollah torni in queste aree".
Le forze jihadiste "conquistano" Aleppo
I ribelli armati siriani affermano di essere entrati ad Aleppo, la seconda città più grande del Paese, per la prima volta da quando le forze governative l'hanno riconquistata nel 2016. Lo riporta la Cnn. "Le nostre forze hanno iniziato a entrare nella città di Aleppo", si legge in una dichiarazione della coalizione ribelle di recente formazione, il 'Comando delle operazioni militari'. In precedenza i ribelli avevano dichiarato di aver preso il controllo del Centro di ricerca scientifica militare del governo siriano alla periferia di Aleppo dopo "intensi scontri con le forze del regime e le milizie iraniane".
Poco prima però Assad aveva detto che le forze governative stavano respingendo l'attacco ad Aleppo. "Le nostre forze continuano a respingere la grande offensiva lanciata dai gruppi terroristici armati" su Aleppo, aggiungendo che "sono riusciti a riprendere il controllo di alcune posizioni". Lo si legge in una nota diffusa dallo Stato Maggiore dell'esercito di Bashar al-Assad mentre attivisti parlano di "violenti scontri in corso". Citando proprie fonti siriane, l'emittente Sky News Arabiya afferma inoltre che è atteso l'intervento dell'aeronautica militare russa su Aleppo "per cambiare l'andamento degli scontri in corso". L'esercito siriano ha accusato i jihadisti e gli alleati dell'opposizione armata contro Assad di utilizzare armi pesanti, droni e combattenti stranieri nello scontro contro i militari. Intanto cittadini di Aleppo contattati dalla Dpa si sono detti "molto preoccupati".
Intensi raid sulla città di Idlib
Gli aerei russi e siriani hanno effettuato intensi raid sulla città di Idlib e sulla sua regione, l'ultima roccaforte dei jihadisti e dei ribelli nel nord-ovest della Siria, ha dichiarato l'Osservatorio siriano per i diritti umani. "Gli aerei russi e siriani hanno effettuato 23 raid sulla regione di Idlib", ha dichiarato l'osservatorio. Questi raid arrivano mentre i jihadisti e i loro alleati, che controllano Idlib, hanno lanciato una vasta offensiva contro le aree tenute dal regime siriano, arrivando fino alle porte di Aleppo, la principale città del nord.
Ong: oltre 50 città sotto controllo jihadista
Jihadisti e loro alleati hanno occupato decine di città e villaggi nelle parti controllate dal governo nel nord e nel nord-ovest della Siria dopo essere avanzati vicino alla città di Aleppo in una grande offensiva: lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani. "Più di 50 villaggi e città nelle regioni di Aleppo e Idlib sono ora sotto il controllo di Hayat Tahrir al-Sham (Hts o 'Organizzazione per la Liberazione del Levante') e delle fazioni alleate", ha affermato Rami Abdel Rahman, che dirige la ong con sede in Gran Bretagna.