L'appello per la pace di Francesco: all’Ucraina i risparmi su regali natalizi
Per il papa tutti possono fare qualcosa per la pace e la gente che vive nella morsa della guerra. E lancia la conferenza europea per la pace

A sorpresa papa Francesco lancia oggi un duplice appello: un Natale più sobrio, destinando i risparmi sui regali al popolo ucraino nella morsa di grandi sofferenze; massima vigilanza nei confronti del diavolo che travestendosi da angelo o da ben educato prende il controllo dell’anima vanificando il grande lavoro spirituale compiuto con il discernimento. Ormai le parole e gli appelli di Francesco per la popolazione ucraina e contro la guerra sono talmente ripetuti che quasi si rischia siano snobbati. Di qui la sorpresa odierna perché non si è contentato di un appello teorico o di un’indicazione alla politica e alla diplomazia per trovare una soluzione, ma ha chiarito che tutti possono fare qualcosa per la pace e la gente che vive nella morsa della guerra. Da subito, riducendo le spese per cibo e regali nel prossimo Natale.
Un Natale più sobrio è un bel gesto concreto di vicinanza a chi in Ucraina soffre freddo, fame e vive a rischio tra tanti pericoli. “Rinnoviamo la nostra vicinanza al martoriato popolo ucraino – ha proposto Francesco perseverando nella preghiera fervorosa per questi nostri fratelli e sorelle che soffrono tanto. Fratelli e sorelle io vi dico: si soffre tanto in Ucraina, tanto, tanto! E io vorrei attirare l’attenzione un po' sul prossimo Natale, anche le feste. È bello festeggiare il Natale, fare le feste…ma abbassiamo un po' il livello delle spese di Natale – così si chiamano. Facciamo un Natale più umile, con regali più umili. Inviamo quello che risparmiamo al popolo ucraino, che ha bisogno, soffre tanto; fanno la fame, sentono il freddo e tanti muoiono perché non ci sono medici, infermieri a portata di mano. Non dimentichiamo: un Natale, sì; in pace con il Signore, sì, ma con gli ucraini nel cuore. E facciamo quel gesto concreto per loro”.
Il papa pronto a lanciare una Conferenza di pace europea
Mentre Francesco accredita la sua immagine come pastore che sta vicino alla vita quotidiana della gente, lascia al suo segretario di Stato tradurre in proposte diplomatiche di ampio respiro i propositi per una pace nel mondo e in Ucraina in particolare. E non a caso il cardinale Pietro Parolin ha lanciato l’idea di una nuova grande Conferenza europea per la pace sulla falsariga di quella di Helsinki del 1975 che mise le premesse per superare la guerra fredda. “Impegniamoci tutti a scrivere una nuova pagina della storia dell'Europa e del mondo” ha detto Parolin nell’evento promosso dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede in collaborazione con la rivista Limes e i Media vaticani. “Bisogna osare di più e impegnarsi di più”, ha insistito Parolin. “Non releghiamo il desiderio di pace che alberga nel cuore dei nostri popoli nella soffitta dei sogni irrealizzabili!”.
Da parte sua la Santa Sede “è pronta a fare tutto il possibile” per favorire un percorso di dialogo e cooperazione. “Impegniamoci tutti a scrivere una pagina nuova della storia d’Europa e del mondo, per porre fine alla barbarie fratricida in corso in Ucraina”. Nella catechesi odierna del papa che ha concluso le dodici puntate dedicate al discernimento è stato insistente l’invito a vigilare per non permettere al diavolo di rovinare il lavoro che ciascuno porta avanti per fare il bene e tenere viva la propria vita spirituale. Esiste sempre incombente il pericolo che, nonostante la buona volontà, il diavolo riesca a vanificare il bene. In agguato c’è sempre lo spirito del male, vero e proprio “guastafeste” che può introdursi nella nostra casa dell’anima anche quando pensiamo che tutto sia a posto e perciò allentiamo la vigilanza interiore senza renderci conto del pericolo “perché questi sono i demoni educati: entrano senza che tu te ne accorga, bussano alla porta, sono cortesi.
"Attenti ai diavoletti"
“No va bene, vai, vai, entra…” e poi alla fine comandano loro nella tua anima. State attenti a questi diavoletti, a questi demoni: il diavolo è educato, quando fa finta di essere un gran signore. Perché entra con la nostra per uscirne con la sua. Occorre custodire la casa da questo inganno dei demoni educati. E la mondanità spirituale va per questa strada, sempre…Non basta fare un buon discernimento e compiere una buona scelta. No, non basta: bisogna rimanere vigilanti, custodire questa grazia che Dio ci ha dato, ma vigilare, perché tu puoi dirmi: “Ma quando io vedo qualche disordine, me ne accorgo subito che è il diavolo, che è una tentazione…” sì, ma questa volta viene travestita da angelo: il demonio sa travestirsi da angelo, entra con parole cortesi, e ti convince e alla fine è la cosa peggiore dall’inizio… Bisogna rimanere vigilanti, vigilare il cuore. Se io domandassi oggi ad ognuno di noi e anche a me stesso: “cosa sta succedendo nel tuo cuore?”
Forse non sapremo dire tutto: diremo una o due cose, ma non tutto. Vigliare il cuore, perché la vigilanza è segno di saggezza, è segno soprattutto di umiltà, perché abbiamo paura di cadere e l’umiltà che è la via maestra della vita cristiana”. Il papa ha concluso l’udienza con un saluto ai giovani volontari, convenuti nella Giornata nazionale del Servizio civile. “Li incoraggio ad essere testimoni di bontà, di tenerezza e di amore gratuito con tutti, specialmente con le persone più fragili. E voglio dire una cosa: io ho trovato tre cose molto belle nella società italiana, nella Chiesa italiana. Una di queste è il volontariato. Voi avete un volontariato forte, forte! Andate avanti con questa spiritualità del volontariato che ci fa aiutare tanti, uno con l’altro e ci unisce pure”.