Voices from America: il ritorno di Trump 2.0
Dal ritorno alla Casa Bianca a una nuova era politica: ambizioni e sfide della presidenza Trump. Seguiremo tutto da Washington.

Il team di Tiscali sarà a Washington per la cerimonia di insediamento del presidente, ma seguiremo anche le proteste e i rally di sostegno a Trump. Per ascoltare con noi le voices from America, segui @voices_report.
Il 20 gennaio 2025, Donald J. Trump presterà giuramento come 47º Presidente degli Stati Uniti, segnando un ritorno unico e storico alla Casa Bianca dopo il suo primo mandato dal 2017 al 2021. Questo evento, eccezionale per la storia americana, rappresenta una pietra miliare che ribadisce il peso politico del leader più controverso e polarizzante dell'era contemporanea. La sua rielezione non solo sfida le normali dinamiche politiche, ma inaugura una nuova fase di radicali cambiamenti politici e culturali negli Stati Uniti.
Trump 1.0: l’inizio del primo mandato
Nel 2017, Donald Trump utilizzò il suo discorso inaugurale per comunicare un obiettivo chiaro: il trasferimento del potere da Washington al popolo. "Oggi restituiamo il potere al popolo", dichiarò Donald con tono deciso. Temi come il protezionismo economico e la sicurezza nazionale, incorniciati dallo slogan "America First", definirono una presidenza costruita su una narrativa nazionalista. La sua oratoria rifletteva una visione antagonista verso l'establishment politico e promuoveva l'idea di un governo focalizzato sugli interessi americani più tradizionali. Questo approccio segnalò una chiara rottura con le amministrazioni precedenti, enfatizzando l'importanza di una politica estera più isolazionista e di una politica interna volta a ridurre il potere delle istituzioni federali.
Trump 2.0: aspettative per il discorso del 2025
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca è accompagnato da aspettative elevate e timori diffusi. La sua agenda per il secondo mandato è tanto ambiziosa quanto controversa. Secondo quanto riportato dal Financial Times, Trump intende implementare fin dal primo giorno una serie di misure straordinarie. Tra queste, la deportazione di massa di migranti irregolari, la concessione della grazia presidenziale ai condannati per i fatti del 6 gennaio e importanti deregolamentazioni per stimolare i settori energetico e tecnologico.
Di recente, poi, Trump ha suscitato un rinnovato scalpore con dichiarazioni audaci, come l’idea di invadere la Groenlandia per accedere alle sue risorse naturali, un progetto che ha scatenato reazioni critiche da parte di governi e analisti internazionali. Inoltre, non ha escluso l’uso della forza militare per un'eventuale riconquista del Canale di Panama, dichiarando: “Non posso dare assicurazioni su nessuna delle due questioni. Ma posso dire questo: ne abbiamo bisogno per la sicurezza economica. Il Canale di Panama è stato costruito per i nostri militari”.
Trump ha anche annunciato l’introduzione di dazi severi contro il Messico, accusandolo di non fare abbastanza per fermare l’immigrazione verso gli Stati Uniti. Misure simili sono previste anche nei confronti del Canada, giustificando la decisione come necessaria per proteggere i lavoratori americani e riequilibrare gli accordi commerciali che, a suo avviso, penalizzano l’economia statunitense. L’intenzione è anche quella di rinominare il Golfo del Messico in “Golfo d’America,” spiegando che questo sarebbe “il nome più appropriato” per riflettere la sovranità e gli interessi degli Stati Uniti nella regione.
Seguendo lo stesso stile retorico, per quanto riguarda il Medio Oriente, ha dichiarato che, se Hamas non rilascerà gli ostaggi israeliani, ci sarà un “inferno” nella regione. Da tempo, ormai Trump ribadisce anche la volontà di risolvere il conflitto in Ucraina entro 24 ore e si è espresso in favore di un approccio più pragmatico ai conflitti in corso, sottolineando la necessità di una politica estera che metta al primo posto gli interessi degli Stati Uniti.
Infine, la sua retorica probabilmente includerà un richiamo al movimento Make America Great Again - MAGA, una condanna delle "élite liberal" e una riaffermazione della necessità di "restituire il potere al popolo". Tuttavia, c'è chi prevede che Trump potrebbe cercare di adottare un tono più conciliatorio, riconoscendo la necessità di unire una nazione profondamente divisa.
Cosa succederà il 20 gennaio?
Il giuramento del 2025 per Trump rappresenta un'opportunità cruciale di ridefinire la sua eredità politica e di affrontare le sfide interne ed esterne con una visione rinnovata. Sarà interessante osservare se la sua presidenza riuscirà a mantenere le promesse fatte o se, al contrario, accentuerà le divisioni esistenti. Indipendentemente dall’esito, è evidente che il ritorno di Trump alla Casa Bianca segna l’inizio di un nuovo capitolo nella storia politica americana.
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