Trump non esclude la forza per lo stretto di Panama e la Groenlandia. "Il Canada sia il 51° stato Usa"
Il presidente eletto pensa a pressioni economiche sul Canada e ipotizza di cambiare nome al Golfo del Messico. Stop ai divieti di Biden alle trivellazioni offshore, permessi più facili a chi investe negli Stati Uniti.
Che il presidente eletto Donald Trump fosse refrattario al carattere diplomatico che dovrebbe invece possedere un qualunque amministratore della cosa pubblica in qualsiasi paese del mondo, lo sapevamo. Ora sappiamo che non possiede nemmeno il benché minimo freno all’eloquio da uomo di potere e se il discorso fatto durante un intervento a Mar-a-lago venisse preso seriamente dai governanti, ma anche dai cittadini, del resto del mondo, ci sarebbe di che allarmarsi. Le sue dichiarazioni hanno infatti ripreso i temi già trattati in passato a proposito del Canada, che dovrebbe diventare il 51° stato Usa, allo stretto di Panama e alla Groenlandia da prendere pure con la forza, ai paesi Nato che non finanziano adeguatamente il patto atlantico. La sua dialettica è stata, però, ancora più bellicosa che in passato.
“Riprendiamoci lo Stretto di Panama”
Donald Trump non ha escluso l'uso della forza militare per un'eventuale riconquista del canale di Panama e per l'annessione della Groenlandia, in merito alla quale valuta 'tariffe contro la Danimarca'. Rispondendo ad una domanda specifica di un giornalista durante il suo intervento a Mar-a-lago, il presidente eletto non ha risposto che non userebbe la forza. "Non posso dare assicurazioni su nessuna delle due questione", ha detto invece, quando un giornalista gli ha chiesto se avrebbe escluso "l'uso della forza militare o la coercizione economica" verso Panama e Groenlandia. "Ma posso dire questo: ne abbiamo bisogno per la sicurezza economica. Il Canale di Panama è stato costruito per i nostri militari. Non ho intenzione di impegnarmi su questo adesso… può darsi che dovrò fare qualcosa", ha continuato Trump.
Gli alleati Nato e il 5% del Pil
A questo proposito, Trump ha rivelato l'intenzione di cambiare il nome al Golfo del Messico. "Lo chiameremo Golfo d'America, che bel nome!", ha detto e ha insistito sull'intenzione di "riprenderci il canale di Panama" spiegando che "siamo in trattative con loro". Ha poi aggiunto, o precisato, di voler usare la "forza economica" contro il Canada, il Paese che il presidente eletto vorrebbe diventasse il 51esimo Stato americano. Ha poi affermato che gli alleati della Nato dovrebbero spendere il 5% del Pil: "Tutti possono permetterselo, ma dovrebbe essere al 5% e non al 2%".
Stop al divieto di Biden alle trivellazioni off-shore
Trump ha anche ribadito che la sua amministrazione faciliterà i permessi ambientali per quelle aziende che investiranno negli Usa oltre un miliardo di dollari. Nel suo discorso, ha anche ripetuto che il divieto di Joe Biden alle trivellazioni off-shore "non resterà in vigore". Ha inoltre annunciato 20 miliardi di investimenti per costruire data center negli Usa da parte del miliardario del settore immobiliare degli Emirati Arabi Uniti, Hussain Sajwani, fondatore e presidente di Damac. Il tycoon ha spiegato che i data center saranno costruiti in diversi stati. "Siamo molto entusiasti per questa nuova presidenza", ha dichiarato il miliardario. Trump plaude infine, come ha già fatto il suo amico Elon Musk, alla decisione del ceo di Meta Mark Zuckerberg di cessare il fact-checking. "Penso che Meta abbia fatto molta strada, l'uomo (Zuckerberg, ndr) è impressionante", ha detto nella conferenza stampa.
"Se Hamas non rilascia ostaggi sarà un inferno"
Se gli ostaggi prigionieri di Hamas non saranno rilasciati prima del 20 gennaio, giorno dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, "succederà l'inferno in Medio Oriente". Ha detto ancora Trump che ha avvertito: "Non sarebbe bene per Hamas e non sarebbe bene, francamente, per nessuno. L'inferno scoppierà, non voglio dire di più ma è questo". Il tycoon ha aggiunto che il 7 ottobre "non ci sarebbe mai dovuto essere". "Noi abbiamo sconfitto l'Is, non abbiamo avuto guerre. Ora eredito un mondo in fiamme con la Russia, Ucraina e Israele", ha scandito, parlando del "fiasco" di Joe Biden nella gestione della politica internazionale.
“Meloni è venuta solo per vedermi”
Trump ha avuto parole pure per la nostra premier. "Gli altri leader hanno mostrato grande rispetto per il nostro Paese. La premier italiana Meloni è volata fin qui per poche ore solo per vedermi", ha aggiunto ricordando anche l'accoglienza di Emmanuel Macron a Parigi.
Canada: “Non ci facciamo intimidire da Trump”
Intanto, cominciano ad arrivare le prime reazioni alle intemerate trumpiane e il Canada risponde alle minacce di dazi dichiarando che non "farà nessun passo indietro". "Le dichiarazioni del presidente eletto Trump dimostrano una totale incomprensione di ciò che rende il Canada un paese forte. Non ci arrenderemo mai di fronte alle minacce", ha dichiarato su X la ministra degli Esteri Melanie Jolie. Poco dopo, il primo ministro dimissionario Justin Trudeau ha aggiunto: "Mai e poi mai il Canada farà parte degli Stati Uniti".
Anche la Groenlandia reagisce: "La Groenlandia appartiene ai groenlandesi", ha detto la premier danese Mette Frederiksen dopo le minacce di annessione dell'isola, che fa parte del territorio della Danimarca. "Come ha detto il primo ministro" della Groenlandia "Mute Egede, la Groenlandia non è in vendita", ha ribadito Frederiksen