Tajani: "Italiani via dal Libano". Pronti i piani. Anche la Turchia esorta i suoi connazionali a lasciare il Paese
In caso di emergenza tre navi a disposizione per i 3.000 civili. "Possibile che la situazione si deteriori ulteriormente"
"Gli italiani lascino il Libano il prima possibile". Roma, sulla scia delle altre capitali occidentali, e non solo, allerta i connazionali presenti in un Paese che rischia di trovarsi al centro di un'escalation militare dagli esiti imprevedibili, sullo sfondo della crescente contrapposizione tra Iran e Israele. E' il ministro degli Esteri Antonio Tajani a lanciare l'appello ai circa tremila civili che attualmente si trovano in Libano, mentre sono stati aggiornati i piani di evacuazione, con tre navi della Marina militare a disposizione per i rimpatri. Restano invece al loro posto i 1.200 soldati dispiegati sulla Linea Blu e a Beirut.
La missione Unifil
La missione Unifil "resta operativa" anche se, si ammette, la "situazione è preoccupante". I timori sul Libano sono aumentati negli ultimi giorni, dopo l'annuncio dell'Iran di una forte rappresaglia contro Israele per l'omicido a Teheran del capo di Hamas, Ismail Haniyeh. Le milizie sciite di Hezbollah infatti potrebbero svolgere un ruolo chiave nell'attacco orchestrato da Teheran, che a sua volta potrebbe innescare una seria risposta dello Stato ebraico. Dagli Stati Uniti al Regno Unito, dalla Francia al Canada, ma anche da Paesi arabi come Giordania e Arabia Saudita, le ambasciate hanno chiesto ai connazionali di lasciare il Paese il prima possibile e con ogni mezzo disposizione. Preoccupazioni condivise dall'Italia.
Rientrare in Italia
"Vista l'aggravarsi della situazione, invitiamo gli italiani che soggiornano temporaneamente in Libano a non recarsi assolutamente nel Sud del Paese ed a rientrare in Italia con voli commerciali il più presto possibile. Invitiamo altresì i turisti italiani a non recarsi in Libano", è stato il messaggio inviato da Tajani. Nel Paese dei Cedri ci sono attualmente più di tremila italiani, la maggior parte dei quali con il doppio passaporto, ma già nelle ultime settimane il loro numero si è ridotto. Il monitoraggio della situazione resta comunque altissimo, con l'Unità di crisi della Farnesina a disposizione 24 ore su 24, in collaborazione con la Difesa, ed in caso di crisi generalizzata scatteranno i piani di evacuazione che i due ministeri hanno aggiornato negli ultimi giorni. Per i civili sono pronte due navi della Marina militare che già operano nella zona. E non è escluso l'utilizzo di una terza che in breve tempo potrebbe raggiungere le coste libanesi per facilitare ulteriormente le operazioni di evacuazione.
La presenza italiana in Libano
L'Italia in Libano ha una presenza rilevante e di lungo corso, anche al livello militare, con il contingente schierato all'interno della missione dei caschi blu dispiegata lungo la zona cuscinetto tra Hezbollah e Israele. Attualmente sono circa mille i soldati con il tricolore (il contributo maggiore insieme all'Indonesia), a cui si aggiungono i 200 di stanza a Beirut nella missione bilaterale Mibil. Nonostante i venti di crisi alle porte, Unifil mantiene l'attuale operatività. "Le cose non sono cambiate se non per il maggior livello di attenzione. Continuano gli scontri a fuoco, così come accade ormai da dieci mesi, ma le attività non sono cambiate", ha spiegato all'ANSA il portavoce della missione Onu Andrea Tenenti. Aggiungendo che "se mai ci fossero condizioni tali da pensare a un ritiro della missione, sarebbe il Consiglio di sicurezza a prendere l'eventuale decisione, anche se ogni Paese è libero di rientrare". Talenti ha poi aggiunto che "l'allerta è adeguata al momento che stiamo vivendo", nella misura in cui "le alte tensioni legate agli eventi delle ultime settimane hanno innalzato i contrasti regionali". Allo stesso tempo, ha ribadito, "niente sta cambiando nella missione, le attività restano uguali e noi continuiamo a restare operativi".
Ankara esorta i suoi connazionali a lasciare il Libano
Anche la Turchia ha invitato i propri cittadini a non recarsi in Libano e quelli che già si trovano nel Paese ad andarsene, nel contesto delle tensioni tra Israele e l'Iran, in seguito all'uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran. "A causa dei recenti sviluppi nella nostra regione, esiste la possibilità che la situazione della sicurezza in Libano si deteriori rapidamente", si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Ankara, che invita i turchi a "evitare di recarsi in Libano a meno che non sia essenziale" mentre "a coloro che non hanno bisogno di rimanere in Libano si consiglia di lasciare" il Paese.