La fine di Yahya Sinwar: cosa comporterà per la stabilità della regione e il futuro del conflitto israelo palestinese?
Con l'uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar, Israele colpisce al cuore il movimento palestinese. A 61 anni, Sinwar era diventato uno dei volti più temuti e odiati del Medioriente,
Il 18 ottobre 2024, l'esercito israeliano ha annunciato l'uccisione di Yahya Sinwar, leader di Hamas e figura chiave dietro l'attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele. A 61 anni, Sinwar era diventato uno dei volti più temuti e odiati del Medioriente, noto per la sua brutalità e capacità strategica, ma anche rispettato tra i palestinesi per il suo impegno a rimanere a Gaza nonostante la guerra in corso. La sua uccisione segna un momento cruciale nel conflitto israelo-palestinese.
Le origini e l’ascesa di Sinwar
Nato nel 1962 nel campo profughi di Khan Younis, Sinwar si unì presto a Hamas, il movimento islamista fondato nel 1987 dalla Fratellanza Musulmana. Durante l’occupazione israeliana di Gaza, Sinwar fu una figura chiave nella costruzione della rete di sicurezza di Hamas, nota come "Majd". Questa aveva come obiettivo principale l'identificazione e l'eliminazione dei palestinesi sospettati di collaborare con Israele, fornendo informazioni relative ai movimenti dei leader di Hamas o alle attività militari del gruppo.
Sinwar era responsabile dell’identificazione e neutralizzazione di queste persone, spesso attraverso esecuzioni. Questo lo rese famoso per la sua brutalità, facendogli guadagnare il soprannome di "Macellaio di Khan Younis". Dal punto di vista della milizia, l'eliminazione dei collaboratori non solo garantiva la sicurezza interna di Hamas, ma contribuiva anche a mantenere il controllo e la coesione all'interno del movimento, eliminando chiunque potesse minacciarne la tenuta dall'interno.
Arrestato a fine anni ‘80, Sinwar venne condannato a quattro ergastoli per l’uccisione di alcuni soldati israeliani e sospetti collaborazionisti. Durante la detenzione, affinò le sue capacità strategiche e diplomatiche, imparando l'ebraico e studiando la società israeliana.
Il ritorno a Gaza e la leadership di Hamas
Rilasciato nel 2011 durante uno scambio di prigionieri con Israele, Sinwar tornò a Gaza come leader indiscusso di Hamas. Rafforzò il movimento sia politicamente che militarmente, consolidando legami strategici con l’Iran e Hezbollah. Sotto la sua guida, Hamas aumentò il suo potere militare e mantenne un controllo ferreo sulla Striscia di Gaza, eliminando dissidenti e collaboratori sospetti. Sinwar era noto per la sua determinazione a mantenere Hamas saldo al potere, utilizzando ogni mezzo necessario.
Il ruolo di Yahya Sinwar nella leadership di Hamas
Sinwar partecipò anche a negoziati indiretti con Israele, cercando di ottenere la liberazione di alcuni prigionieri palestinesi detenuti da Israele, un tema che sentiva personalmente vicino. Nonostante i tentativi di negoziazione, il suo approccio rigido e inflessibile lo rese una figura temuta non solo da Israele, ma anche da una parte della popolazione palestinese.
Sinwar fu anche uno degli artefici della strategia di Hamas volta a rafforzare le alleanze regionali, specialmente con l'Iran, un'azione che ha reso la situazione geopolitica in Medioriente ancora più instabile. La sua morte potrebbe avere conseguenze significative non solo per Hamas, ma anche per l'equilibrio di potere tra Israele, Hezbollah e altri attori regionali.
La caduta di Yahya Sinwar
L'annuncio della sua morte arriva in un contesto di intensificazione delle ostilità nella regione. L’esercito israeliano ha confermato che l’operazione che ha portato alla sua uccisione si è svolta a Rafah, nel sud di Gaza, un’area da tempo sotto controllo di Hamas. La notizia è stata diffusa con soddisfazione in Israele, dove il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che la guerra continuerà fino a che gli ostaggi non saranno riportati a casa. Tuttavia, fonti internazionali, tra cui la BBC, sottolineano che la morte di Sinwar rappresenta un duro colpo per Hamas, ma non segna la fine del conflitto.
Le reazioni degli altri attori coinvolti, direttamente o indirettamente, non si sono fatte attendere. Hezbollah ha minacciato di intensificare gli attacchi contro Israele, segnando il rischio di un ulteriore allargamento delle ostilità. Nel frattempo, gli Stati Uniti, attraverso il Segretario di Stato Antony Blinken, stanno cercando di gestire la crisi con incontri diplomatici previsti nei prossimi giorni in Medio Oriente.
Probabilmente, infatti, l'uccisione di Sinwar non porrà fine alla guerra, ma potrebbe persino intensificare le violenze tra Israele e i suoi nemici storici, alimentando l’instabilità diffusa in tutto il Medio Oriente.