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La Brexit? La fecero i Romani, all’incontrario, 1600 anni fa

L’Imperatore Onorio nel 410 d.C. abbandonò la Britannia al suo destino. La storia si ripete a parti invertite?

Simone Filippettidi Simone Filippetti   
Nel 55 a.C. Giulio Cesare dalla Gallia mise le basi per la conquista della Britannia.
Nel 55 a.C. Giulio Cesare dalla Gallia mise le basi per la conquista della Britannia.

Il Capodanno del 2021, su Londra grava un pesante cielo grigio: è una gelida e buia giornata d’inverno. Nessuna differenza per il meteo, che si disinteressa del calendario: lo stesso clima del 31 dicembre, il giorno prima. Ma il 1 gennaio è, invece, una data storica per il calendario. Dopo 47 anni, il paese è uscito dall’Unione Europa: la Brexit, durata 4 lunghi anni di profonde spaccature, incertezze, giravolte e psicodrammi, è ora una realtà. Nell’anno del Signore 2021 sono i sudditi di Sua Maestà a dire addio all’Europa, con un certo sollievo da parte loro e altrettanto malcelato livore e accuse di aver fatto una scelta disastrosa. Milleseicento anni fa furono gli antichi romani, gli “Europei” di allora, ad abbandonare la Gran Bretagna al suo destino. Corsi e ricorsi storici.

La data del calendario non è nota ma una mattina dell’anno 410 d.c. l’Impero Romano mollò l’isola alla deriva. In realtà il nemmeno l’anno del calendario era tecnicamente corretto: non era nemmeno il 410 dell’Era Cristiana (che sarebbe stata introdotta solo un secolo più tardi), ma l’anno 1163 ab Urbe Condita, dalla fondazione di Roma, data che veniva usata in tutto l’impero dalla Mauritania alla Macedonia per contare gli anni. Dopo oltre un millennio di vita, e di comando, Roma poteva ben autodefinirsi la Urbs Aeterna, la Città Eterna. Ma da tempo, da almeno un secolo e mezzo, l’impero era in declino, lento ma costante. Nel Palatino, il palazzo dell’imperatore fatto costruire da Ottaviano Augusto 3 secoli prima, si era installato Onorio, uno dei tanti anonimi imperatori-soldati, generali che, appena arrivava nelle province più remote la notizia che Roma era in subbuglio, si mettevano alla testa della loro legione, marciavano sulla città e si facevano proclamare Imperator da un Senato ridotto a una larva. A differenza di altri suoi “colleghi”, Onorio prende una decisione che decide di ritirare tutte le legioni di stanza: ce n’erano 4 e tutte distribuite  lungo il Vallo di Adriano, la poderosa fortificazione costruita quasi 3 secoli prima, per difendere il confine più settentrionale dell’impero. Dopo quasi 400 anni di dominazione e di civilizzazione finiva l’epoca romana della Gran Bretagna. E finiva perché per decreto, Roma, che controllava tutta l’Europa dal Portogallo alla Polonia, decideva di abbandonare l’isola. Una Brexit all’incontrario: non sono gli inglesi che come oggi dicono addio alera, ma l’Europa di allora che diceva addio agli inglesi. 

Nel  5x d.c l’imperatore Claudio annuncia la nascita della Provincia Britannia. Dove il grande fiume chiamato dai Latini Thamesis (l’attuale Tamigi) offriva un approdo naturale risalendo con le navi dalla foce, i romani fondarono la colonia di Londinium. La città prosperò fino a diventare una delle più fiorenti di tutto l’impero, ma la Provincia Britannia era una terra che rimase sempre inospitale per i conquistatori e poi abitanti romani. Un clima infame tutto l’anno, specie per un popolo latino abituato a sole, caldo e luce. La stessa Londinium, che pure godeva degli agi della capitale, con terme e teatri, richiedeva una forte tempra: di inverno pure il grande Tamigi ghiacciava completamente e per circa 2 metri di profondità. Nel nord della provincia il clima era per i legionari romani al limite della sopportazione. La terra di Britannia, con un clima troppo piovoso e poco soleggiato, non era coltivabile per gli standard dell’impero: il grano non cresceva. Per gli imperatori, la Britannia era più un fardello che altro. Anche perché il posto non era nemmeno pacifico e richiedeva ingenti risorse per mandare truppe a difendere i confini.

Roma aveva la leadership militare dell’epoca: ma nemmeno l’esercito più numeroso e progredito riusciva ad avere la meglio contro le tribù di Scotii, gli Scozzesi: robusti giganti che svettavano sui bassi soldati romani, capaci di vivere in condizioni estreme. Dopo secoli di costosa e infruttuosa permanenza, quando le incursioni delle tribù barbare si fecero sempre più frequenti e violente, l’imperatore Onorio decise che non valeva la pena continuare a tenere migliaia di soldati nell’insopportabile gelo del Vallo di Adriano. Meglio andarsene. Fu un addio razionale, studiato a tavolino; la volontaria e cinica amputazione di un arto che era già destinato alla cancrena.

La Brexit di Roma fu uno shock: i cittadini romani che nel corso del tempo si erano mischiati con la gente del posto, furono semplicemente lasciati alla mercé dei barbari, che, più feroci e violenti, li trucidarono. Angli e Sassoni invasero il paese e presero il controllo tranne che per i sempre invincibili Scozzesi. La Brexit di un millennio e mezzo fa portò alla fine della prospera Britannia romana. Da quelle ceneri nacque una nuova nazione, chiamata England, la terra degli Angli. Ma ci vollero almeno seicento anni. La Brexit all’incontrario dell’Europa romana ebbe come conseguenza i “Secoli Bui”: declino, carestie e guerre. La Brexit di Boris Johnson dove traghetterà la terra degli Angli?

Simone Filippettidi Simone Filippetti   
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