Israele chiude i rapporti con l'Unrwa, l'emissario di Trump: "Ritardare la ricostruzione". Dall'Ue soldi alla Giordania
All'indirizzo di Netanyahu l'accusa di ritardare l'ingresso degli aiuti a Gaza, dove alla popolazione manca tutto. Al Nord distrutto il 90"% delle abitazioni.

Fonti di Hamas hanno riferito all'Afp che Israele ritarda gli aiuti a Gaza e ciò potrebbe influire sul rilascio degli ostaggi, come da accordi per il cessate il fuoco. La tensione è ancora altissima insomma, dopo che la tregua è stata firmata e a fatica si cerca di onorare i termini dell'accordo tra Israele e il gruppo islamista che governa la Striscia. "Avvertiamo che i continui ritardi e la mancata risoluzione di questi punti (consegna di aiuti chiave) influenzeranno la naturale progressione dell'accordo, incluso lo scambio di prigionieri", ha detto un alto funzionario di Hamas all'Afp, mentre un altro ha affermato che il gruppo aveva chiesto ai mediatori di intervenire sulla questione.
Intanto Israele solleva il tiro su più fronti. Da una parte la rottura dei rapporti con l'Unrwa a partire dal 30 gennaio, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi, che getterebbe i palestinesi nel dramma della carenza di cure e medicine, che per lo più sono oggi garantite dall'Agenzia. Dall'altra i contatti statunitensi con gli attori dell'area coinvolti nella questione palestinese. Il ministro degli Esteri Rubio ha pèarlato con l'omologo israeliano, dopo che Trump aveva paventato l'ipotesi di deportare tutti i palestinesi dalla Striscia verso Egitto e Giordania. Ma è anche il giorno dell'inviato dell'amministrazione Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, che dopo aver incontrato i membri dell'Olp a Riiad, si è recato a Tel Aviv.
Israele interromperà ogni contatto con l'Unrwa
Israele interromperà ogni contatto con l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unrwa) e "chiunque agisca per suo conto" a partire dal 30 gennaio: lo ha reso noto l'ambasciatore israeliano all' Onu, ribadendo che l'agenzia avrebbe dovuto lasciare Gerusalemme entro quella data. "Questa decisione non è stata presa alla leggera, né in fretta. Non è una decisione politica: è una decisione necessaria", ha detto Danny Danon ai giornalisti parlando della decisione di bandire l'Unrwa adottata dal Parlamento israeliano lo scorso ottobre. Israele accusa l'agenzia di avere rapporti con Hamas a Gaza.
Il direttore generale dell'Unrwa, Philippe Lazzarini, tuona contro Israele accusndolo di mettere in pericolo "la vita e il futuro dei palestinesi". La nuova legge israeliana, che "ostacolerà" l'Unrwa dalla sua entrata in vigore giovedì, "si prende gioco del diritto internazionale", ha aggiunto Lazzarini, assicurando nonostante tutto che l'agenzia è determinata a "rimanere e fare il proprio lavoro finché non sarà più possibile".
Israele: ritardi nell'ingresso degli aiuti? Fake News
Israele respinge le accuse da parte di Hamas di aver causato ritardi nelle consegne di aiuti nella Striscia di Gaza. "È una notizia totalmente falsa", ha affermato un portavoce del COGAT, un'agenzia del ministero della Difesa israeliano che supervisiona gli affari civili nei territori palestinesi, dopo che due funzionari di Hamas hanno riferito all'AFP che le azioni israeliane stavano rallentando la consegna di beni di prima necessità.
Il 90% degli sfollati di ritorno al Nord di Gaza non ha più una casa
Circa il 90% degli sfollati di Gaza che tornano nel nord della Striscia non ha una casa in cui stare, ha detto un funzionario di Hamas ai media del Qatar. In un'intervista con il canale Al Araby, il funzionario ha spiegato che i residenti sfollati devono camminare per più di otto chilometri su strade distrutte e che non ci sono risorse disponibili per accoglierli. "Sono arrivate solo 800 tende", ha detto la fonte, non identificata, chiedendo un'urgente ondata di assistenza umanitaria.
Witkoff incontra il segretario generale dell'Olp: a Gaza l'Anp
Secondo Sky News Arabia l'inviato Usa per il Medio Oriente Steve Witkoff ha incontrato a Riad, prima di arrivare in Israele, il segretario generale dell'Olp Hussein al-Sheikh a Riyadh. Secondo alcune fonti l'amministrazione Trump ha sottolineato di volere che l'Autorità Palestinese ritorni a gestire la Striscia di Gaza. Intanto il quotidiano al Arabi al Jadeed riferisce che esiste un piano americano che comprende scenari e iniziative di sicurezza che saranno finanziati dagli Stati Uniti e dai Paesi del Golfo relativi alla zona cuscinetto permanente tra Israele e Gaza, in modo che "la Striscia non rappresenti una minaccia futura".
Al Sisi: “Ingiusto piano Trump sugli sfollati, collaboriamo a soluzione due Stati”
Il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi ha definito una "ingiustizia" il piano del presidente americano Donald Trump di trasferire 1,5 milioni di palestinesi dalla Striscia di Gaza all'Egitto e alla Giordania. L'Egitto non parteciperà alla messa in atto di questo piano, ha chiarito al-Sisi, mostrandosi invece disponibile a collaborare con Trump per arrivare a una pace tra israeliani e palestinesi che si basi sulla soluzione a due Stati.
Usa e Israele: ritardare la ricostruzione
L'inviato di Donald Trump in Medioriente, Steve Witkoff, avrebbe promesso al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che gli Stati Uniti non avvieranno i lavori di ricostruzione del nord della Striscia di Gaza fino a quando non sarà garantita la sicurezza della zona di cuscinetto, e quindi dei villaggi israeliani vicini al confine. Lo scrive il giornale del Qatar Al-Araby Al Jadeed che cita un piano elaborato dagli Stati Uniti e dai Paesi del Golfo per impedire il ripetersi di un attacco simile a quello del 7 ottobre del 2023.
Secondo il piano, Washington vorrebbe ritardare la ricostruzione nel Nord della Striscia di Gaza per rendere l'area inabitabile a lungo e promuovere così la proposta di Trump di trasferire 1,5 milioni di palestinesi in Giordania e in Egitto. Secondo l'accordo di cessate il fuoco raggiunto tra Israele e Hamas, la ricostruzione del nord della Striscia di Gaza dovrebbe iniziare nella terza e ultima fase.
"Quasi 200 camion entrati a Gaza"
"193 camion umanitari, tra cui 11 autocisterne, oggi fino a questo momento hanno attraversato i valichi di Al-Awja e Karam Abu Salem, in preparazione di un loro ingresso nella Striscia di Gaza": lo scritto su X nel primo pomeriggio la tv pubblica egiziana di sole notizie al-Qaera riferendosi ai posti di frontiera di Niztana e Kerem Shalom controllati dagli israeliani. Dal canto suo una fonte qualificata Mezzaluna Rossa egiziana nel Sinai Settentrionale ha riferito che oggi era previsto il passaggio di 300 camion di aiuti. La fonte ha sottolineato che "oltre 3.000 camion" sono pronti a entrare, oltre ai convogli che continuano ad arrivare a Rafah da diversi governatorati, evidenziando che "il movimento degli aiuti internazionali è ancora molto limitato".
Dall’Ue 3 miliardi di aiuti e investimenti alla Giordania
L'Unione europea e la Giordania hanno firmato un accordo di partenariato globale che prevede, tra l'altro, lo stanziamento da parte dell'Ue di 3 miliardi di euro per investimenti nel periodo 2025-2027.
"L'Ue e la Giordania stanno approfondendo quella che è già una relazione di lunga data e una forte amicizia, per affrontare meglio le sfide comuni e promuovere i valori condivisi di pace, democrazia e diritti umani. La Giordania è un partner chiave per l'Europa in Medio Oriente e nel Mediterraneo, fungendo da pilastro della stabilità regionale. La Giordania ha dimostrato un'enorme generosità ospitando milioni di rifugiati ed è impegnata con tutto il cuore nella promozione della pace e della sicurezza nella regione e nel mondo", ha affermato in una dichiarazione la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.