Il 75° Anniversario della NATO: verso un nuovo capitolo dell'Alleanza Atlantica
L'Ucraina ai cancelli della NATO: riuscirà l'alleanza a gestire le crescenti tensioni globali e a rimanere il faro della sicurezza transatlantica?
Dal 9 all'11 luglio 2024, la NATO (Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord) celebrerà il suo 75° anniversario, un evento che offre l'opportunità di riflettere sul futuro dell'Alleanza.
Questo traguardo arriva in un momento di particolare rilevanza geopolitica dell’Organizzazione, alla luce dell'invasione russa dell'Ucraina e delle crescenti tensioni globali. Infatti, durante il vertice che si terrà a Washington, i leader mondiali discuteranno sfide attuali e strategie per il futuro, con particolare attenzione alla posizione dell'Ucraina nell'alleanza.
Flashback: la prospettiva di Macron e il risveglio della NATO
Nel 2019, il presidente francese Emmanuel Macron aveva dichiarato che la NATO era in uno stato di "morte cerebrale". Ai tempi, la sua affermazione aveva suscitato un ampio dibattito sulla rilevanza dell'alleanza. Tuttavia, l'invasione russa dell'Ucraina a febbraio 2022 ha provocato una reazione unanime e vigorosa da parte dei membri della NATO, dimostrando la continua vitalità e importanza dell'Alleanza.
Il Futuro dell'Ucraina nella NATO
Secondo quanto scritto da M. E. Sarotte, professore alla Johns Hopkins School of Advanced International Studies, sulla rivista Foreign Affairs, l'Ucraina non diventerà il 33° membro della NATO durante il vertice del 75° anniversario. Questo perché molti degli stati chiave dell’Alleanza, tra cui Stati Uniti e Germania, ritengono che un'adesione formale sarà impossibile finché Kiev è in guerra, dato il principio dell'Articolo 5 della NATO. Quest’ultimo prevede che un attacco contro uno Stato NATO sia considerato come un attacco contro tutti gli Stati membri. Dunque, un’eventuale adesione dell’Ucraina alla NATO in uno stato di guerra scatenerebbe un’estensione del conflitto su scala globale.
Proprio per evitare il concretizzarsi di tale scenario, i funzionari statunitensi stanno parlando di offrire all'Ucraina un "ponte verso la NATO", il quale però potrebbe rapidamente diventare un ponte verso il nulla nel caso in cui Donald Trump vincesse le elezioni presidenziali di novembre. Il candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti infatti ha già minacciato di ritirarsi dall'Alleanza o di metterla a repentaglio trattenendo finanziamenti, richiamando truppe e comandanti statunitensi dall'Europa e bloccando decisioni importanti del Consiglio Nord Atlantico.
In realtà, anche senza una vittoria di Trump, è improbabile che il flusso di assistenza da parte dei governi statunitensi ed europei continui ai livelli degli ultimi due anni e mezzo. In questo modo, le possibilità di un grande avanzamento o sfondamento russo aumenterebbero, causando movimenti destabilizzanti di rifugiati e panico tra gli Stati al confine con la Russia e oltre. Alcuni Paesi potrebbero rispondere inviando le proprie forze in Ucraina, come proposto da Macron, il che potrebbe provocare ritorsioni contro i territori protetti dalla NATO.
Modelli Storici di Adesione
La storia offre esempi su come concedere l'adesione all'Alleanza ad uno Stato diviso.
Il modello norvegese, per esempio, dimostra come un paese confinante con la Russia possa aderire alla NATO creando eccezioni unilaterali mirate per mitigare il rischio di una risposta ostile da parte di Mosca. Settantacinque anni fa, infatti, la Norvegia si trovava in una posizione simile a quella dell'Ucraina di oggi: desiderava diventare un alleato nonostante confinasse con la Russia, allora Unione Sovietica. Per mitigare il rischio di una risposta ostile da Mosca, la Norvegia emise una dichiarazione unilaterale, il 1° febbraio 1949, affermando che non avrebbe reso disponibili basi militari sul proprio territorio a meno che non fosse stata attaccata o minacciata. Questa strategia permise alla Norvegia di aderire alla NATO mantenendo alcune restrizioni autoimposte, che potevano essere modificate in risposta a nuove minacce. Tale approccio ha servito bene la sicurezza nazionale del Paese, offrendo un meccanismo di deterrenza senza compromettere il pieno stato dell'Articolo 5.
Il modello della Germania Ovest verso l'adesione alla NATO nel 1955 dimostra come un Paese diviso possa diventare un alleato. Nonostante la divisione con la Germania Est, la Germania Ovest aderì alla NATO adottando una strategia di provvisorietà, rifiutando di riconoscere il confine interno tedesco e impegnandosi a non usare la forza per la riunificazione. Questo approccio consentì alla Germania Ovest di diventare un membro della NATO, pur mantenendo l'obiettivo di unificazione come parte integrante della propria politica.
Questi modelli storici suggeriscono che ci potrebbero essere dei modi creativi per consentire all'Ucraina di avvicinarsi alla NATO nonostante la situazione attuale. Ad esempio, come suggerisce Sarotte su Foreign Affairs, l'Ucraina potrebbe definire un confine provvisorio difendibile militarmente e accettare limitazioni sull'infrastruttura militare nel territorio non occupato, mantenendo la possibilità di modificare queste limitazioni in caso di attacco.
Possibili scenari futuri
In definitiva, il vertice che si terrà in occasione del 75° anniversario della NATO rappresenta un momento cruciale per discutere diverse strategie per il rafforzamento dell'alleanza e la risposta alle minacce presenti e future. Tra i possibili scenari, un possibile aumento della presenza militare nei Paesi dell'Europa orientale per rafforzare la deterrenza contro ulteriori aggressioni russe e il continuo sostegno militare e logistico all'Ucraina per garantire che il paese possa difendersi efficacemente.
Alla luce di ciò, la domanda da porsi è: riuscirà la NATO a trovare soluzioni creative ed efficaci per affrontare le sfide del futuro?