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[La storia] I democratici americani copiano il M5s per battere Trump alle prossime presidenziali

Il candidato alle elezioni del 2020, Andrew Yang, punta su un reddito di cittadinanza di 1000 dollari per vincere nelle zone più in crisi del paese dove l’attuale presidente Usa ha fatto il vuoto nel 2016

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
[La storia] I democratici americani copiano il M5s per battere Trump alle prossime presidenziali
Elettori democratici

La misura simbolo dei Cinquestelle, il reddito di cittadinanza, diventa il grimaldello che i democratici potrebbero usare per battere Donald Trump alle prossime elezioni presidenziali americane del 2020. Ad annunciarlo è stato il candidato Andrew Yang che intende dare 1000 dollari al mese a tutti i cittadini americani tra i 18 e i 64 anni.

Una risposta alla innovazione tecnologica

Il ragionamento da cui parte Yang è però diverso da quello dei nostri Cinquestelle. Mentre in Italia il reddito di cittadinanza è una risposta alla povertà dovuta alla crisi economica, per l’esponente democratico americano la misura è una risposta all’innovazione tecnologica che nei prossimi anni cancellerà milioni di posti di lavoro. A mettere in pericolo l’occupazione degli umani saranno in particolare l’intelligenza artificiale e la robotica. Secondo alcune stime citate da Andrew Yang sarebbero a rischio almeno il 47% dei lavoratori americani. Gli studi in materia sono ormai numerosi e al di là delle varie previsioni numeriche tutti concordando su un punto: l’impatto dell’automazione sarà devastante anche perché a rischio non sono più solo le attività manuali, ma anche quelle intellettuali a causa dei passi da gigante compiuti da tecnologie come il machine learning, ovvero la capacità delle macchine di apprendere da sole grazie alla disponibilità di enormi quantità di dati (big data).

Andrew Yang

Conquistare le roccaforti di Trump

Andrew Yang punta sul reddito di cittadinanza per battere Trump nelle aree più in crisi del paese dove il Tycoon ha fatto il vuoto alle ultime presidenziali. La ripresa americana dopo la crisi finanziaria del 2008 non è stata accompagnata dalla creazione di lavoro e quando l’ha fatto principalmente ha creato occupazioni di altissimo livello (esperti nelle nuove tecnologie) o di basso livello con salari minimi.

Il finanziamento del reddito di cittadinanza 

Ma come sarà finanziato il reddito di cittadinanza proposta dall’esponente democratico? Il punto di parenza di Yang è che l’innovazione contribuirà ad aumentare il Pil degli Stati Uniti, perché l’abbattimento dei costi di produzione dovuto all’impiego sempre più massiccio di robot e intelligenza artificiale consentirà di riportare a casa molte delle attività precedentemente trasferite in Asia per sfruttare il basso costo della manodopera. Fenomeno in atto già da tempo e noto con il termine di reshoring. Il passo logico successivo è dunque quello di prevedere qualche forma di tassazione degli utili come suggerito da Bill Gates ed altri imprenditori della Silicon Valley, secondo cui dovranno essere le aziende che si avvantaggiano dell’innovazione tecnologica a finanziarie il reddito di cittadinanza.

Una questione ideologica 

C’è però chi si oppone a questa visione (in particolare i conservatori di destra) in quanto una “tassa sui robot” disincentiverebbe l’innovazione tecnologica. Osservazione che tuttavia non appare giustificata in quanto qualunque azienda sarebbe comunque ben felice di automatizzare la produzione se, al netto delle eventuali nuove imposte, i vantaggi netti fossero comunque positivi. La questione è dunque puramente ideologica/politica: far scivolare un numero sempre maggiore di cittadini nella povertà o prevedere forme di redistribuzione dei redditi finanziati dagli aumenti di produttività portati dall’innovazione tecnologica? I democratici come Andrew Yang hanno scelto già da che parte stare e la mossa potrebbe davvero portare lontano: la conquista della Casa Bianca. Così come avvenuto in Italia dove la promessa del reddito di cittadinanza è stato fondamentale per il successo del M5s.

 

 

Michael Pontrellidi Michael Pontrelli   
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